1. Tu non mi fai sentire niente?

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Sarah
«Non devi essere negativa, sei passata a tutte le selezioni, manca solo la registrazione di giovedì!» Mi dice la mia migliore amica porgendomi il gelato e dando i soldi al cassiere «Offro io, per la mia futura popstar» Conclude mimando un cin cin tra le nostre due merende.
Stiamo passeggiando per il centro di Vigevano da circa due ore, un'ora e cinquanta delle quali intrise delle mie paranoie, che la povera Monica si sta sorbendo, sul fatto di non riuscire a ottenere la maglia nella registrazione di giovedì. Entrare ad Amici è il mio sogno, come quello di altri centinaia di ragazzi, ed è per questo che ho una paura tremenda di non piacere a nessuno dei prof di canto. Inoltre, ho paura di avere una voce sentita e risentita e troppo giovane per il programma.
«Le sento le tue paranoie» Mi rimprovera Monica «Ti si arriccia un po' il naso quando pensi troppo».
Rido «Come farò senza di te?»
«Ce la farai eccome» Mi risponde lei «E ricordati queste parole: tu arriverai al serale Sarah».
Scuoto leggermente la testa ma la mia migliore amica mi porge il mignolo.
«Andrai avanti a testa alta e non ti lascerai distrarre da nulla» Dice lei a mo di giuramento.
«Ci proverò» Rispondo sorridendo e stringendo il suo mignolo col mio.

Joseph
«Hai preparato tutto?» Mi domanda Jader, mio fratello, a mo di saluto entrando in casa mia.
«Buongiorno Jader, come stai? È un piacere vederti» Lo prendo in giro mentre lui prende due birre dal frigo e le stappa.
«Smettila dai» Mi risponde lui ridendo e porgendomi da bere «Sei agitato?»
«Non tanto» Dico bevendo un sorso «Porto "dimmi che non è un addio", mio testo e mia produzione, se va male so che è 100% colpa mia».
Non vorrei mai che andasse male, in realtà. Venire da una famiglia dove la tua matrigna è Laura Pausini e tuo padre è Paolo Carta ti spiana sicuramente la strada, ma io vorrei dimostrare di essere di più che un figlio d'arte con la carriera già pronta.
Improvvisamente, il suono del citofono mi risveglia dai miei pensieri.
«Aspetti qualcuno?» Mi domanda mio fratello aggrottando le sopracciglia.
Scuoto la testa avvicinandomi al video citofono ma nemmeno fra venti vite sarei stato pronto alla persona dall'altro lato: la mia ex Asia.
«Oh cazzo» Esclama Jared avvicinandosi a me.
Premo il tasto del citofono «Che cosa vuoi?» Le dico glaciale. Sicuramente una persona che ti tradisce dopo tre anni di relazione non può aspettarsi un tono diverso.
«So che vai ad Amici» Dice Asia guardando per terra «Volevo salutarti».
«Non scenderò Asia» Le rispondo mantenendo lo stesso tono di prima.
«Capisco» Dice lei con quella che sembra essere una punta di rammarico, cosa che avrebbe dovuto avere mentre mi tradiva, non di certo adesso. «Sappi che tifo per te e spero tu vinca».
Un silenzio di qualche secondo avvolge l'atmosfera.
«E ti aspetto fuori» Conclude lei come se fosse un saluto, dopodiché sale sulla sua moto e se ne va.
Guardo mio fratello sconcertato, lui scuote la testa ed esclama «Vai a prenderti quella coppa e fanculo a lei».

Mercoledì 20 settembre 2023
Sarah
«Ti mandiamo tanta energia postiva, risplendi come solo tu sai fare» Mi dice mia mamma mandandomi un bacio e salutandomi, seguita da mio padre e mio fratello Lorenzo.
Chiudo la videochiamata e mi butto sul letto, ancora incredula del fatto che io sia a Roma e che da domani sera potrei essere nella scuola di Amici.
Mi metto una felpa a caso sopra il pigiama ed esco a prendere un po' d'aria perché sento di stare per implodere. Appena mi siedo per terra percepisco un leggero suono proveniente da una chitarra e, alla mia destra, una voce canticchiare. Mi giro e vedo sul balconcino di fianco al mio, seduto per terra esattamente come me, un ragazzo. Non riesco a vederlo bene data l'oscurità della sera, vedo solo che ha un cappuccio sulla testa e una felpa che mi sembra il doppio di lui. Cerco di aguzzare l'udito per sentire cosa canta e colgo alcune parole.

Non ignorerò la sorte
Come fossero consigli
Se nel buio che ci inghiotte
Non sembriamo stare qui
E spero non mi cambierà
Che l'aria poi mi toccherà
Che scacci via un po' dei miei guai
Spero che lo capirai

Suona la chitarra magistralmente, non sembra neanche che stia toccando le corde. Chiudo gli occhi gustandomi la sua voce cantare quelle parole, una voce molto particolare, probabilmente riconoscibile tra mille. Il momento non dura tanto poiché la voce che fino a pochi secondi prima stava cantando, ora si è zittita.
Riapro gli occhi e vedo che il ragazzo mi sta fissando, continuo a non vederlo bene in volto, fatta eccezione per un accenno di barba che colgo in controluce.
«Non sapevo di avere degli spettatori» Dice lui appoggiando la chitarra al muro.
«Solo una» Dico alzandomi e cercando di non sembrare imbarazzata come invece sono.
Il ragazzo sorride. «Che ne dici?» Mi domanda.
«L'hai scritta tu?» Domando ancor prima di poter ragionare e mi pento subito di essere stata così invadente.
«Sì, qualche mese fa» Risponde lui tranquillo accendendosi una sigaretta. «Te ne offrirei una ma non penso di arrivarci» Dice indicando lo spazio tra i balconi.
Realizzo di essere ancora seduta per terra e mi alzo di scatto. «Non preoccuparti» Rispondo, sistemandomi la felpa. «Non fumo».
«Tu non mi fai sentire niente?» Mi domanda buttando fuori il fumo.
Rimango spiazzata, non pensavo che avesse capito che siamo qui per lo stesso motivo.
«Non guardarmi così» Mi risponde lui come se mi avesse letto nel pensiero. «Tutti noi che alloggiamo in questo hotel ci ritroveremo alla registrazione di domani».
Faccio un cenno di assenso con la testa. «Non penso che sia il tuo genere quello che scrivo».
«E cosa ne sai?» Mi risponde lui e, nonostante il buio, posso giurare di avergli visto alzare un sopracciglio.
«Ho 17 anni, scrivo testi molto leggeri e il tuo invece mi sembrava molto profondo» Cerco di giustificarmi io anche se la realtà è che mi imbarazza tantissimo cantare davanti ad uno sconosciuto, ironico visto che domani mi sentirà tutta Italia.
«Per fortuna la musica è varia e non è unica» Risponde lui spegnendo la sigaretta e appoggiandosi alla ringhiera rivolto verso di me. Adesso riesco a vedere, oltre la barba, che ha i capelli castani pettinati in un ciuffo che fuoriesce dal cappuccio della felpa.
Faccio un cenno di assenso e inizio a cantare l'inizio del mio singolo "Touchè".

Sognavo di essere felice su una barca in mezzo al mare
con uno sconosciuto e con la luna da stappare
non pensando a niente, ballando fra la gente
ma poi
ma poi ti ho conosciuto sotto il sole a 30 gradi
cercavo una granita e tu mi hai rovinato i piani
non penso a niente da quando hai detto che non serve

Mi fermo poco prima di arrivare al bridge perché sento che potrei prendere fuoco da un momento all'altro.
«Pensa che c'è gente che si proclama cantautore che alla tua età non riuscirebbe a scrivere neanche una frase» Commenta il ragazzo facendo un mezzo sorriso.
Ricambio il sorriso e, poco dopo, sento le campane battere l'una.
«Dovremmo riposare» Commento.
Il ragazzo annuisce. «Buonanotte» Mi dice e, prima che io possa ricambiare, è già rientrato in camera sua.
Rientro anch'io e, dopodiché, mi metto nel letto con un pensiero fisso in testa: la voce del ragazzo a cui, mi rendo conto, non ho nemmeno chiesto il nome.

Ciao a tutti!
Avevo in mente questa storia da un paio di mesi ma sono riuscita a scriverla solo ultimamente. Spero che vi possa piacere, nonostante riconosco che questo capitolo e probabilmente i primi in generale siano un po' di assestamento e possano annoiare. Spero che diate una possibilità a questa storia, nel caso fatemi sapere cosa ne pensate, ci tengo!
A presto!

Discalimer: alcuni personaggi sono reali, come il fratello di Sarah e quello di Joseph, e mantengono i loro nomi. Altri sono e saranno inventati da me al fine della storia.

Cadiamo insieme // Holden + SarahDove le storie prendono vita. Scoprilo ora