Due vite, guarda che disordine

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5. E poi la luna esploderà

"Spegni la luce anche se non ti va
Restiamo al buio avvolti solo
dal suono della voce
Al di là della follia che balla
in tutte le cose
Due vite, guarda che disordine
Se questa è l'ultima
(canzone e poi la luna esploderà)
Sarò lì a dirti che sbagli,
ti sbagli e lo sai
Qui non arriva la musica
Tanto lo so che tu non dormi,
dormi, dormi, dormi, dormi mai
Che giri fanno due vite
Due vite"
Due vite - Marco Mengoni

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"Ti ricordi perché abbiamo smesso di parlarci?"

Marco annuì leggermente, ma cercò in qualche modo di allontanare quei pensieri, sperando che quella conversazione non prendesse la piega che invece Alessandro avrebbe voluto dargli; ma ormai, forse, era quasi inevitabile.

"Avrei voluto scriverti in questi anni, ma poi non l'ho mai fatto."

Alessandro continuò a parlare, mentre con la coperta cercava di coprire contemporaneamente i suoi piedi gelidi e il collo scoperto. Ma quel fottuto oggetto in pile era troppo piccolo per coprire il suo metro e 80 centimetri, composti principalmente da instabilità emotiva e dubbi esistenziali.

Marco si alzò, spostò con un gesto secco la sua sedia, facendola aderire a quella di Alessandro e spostò la sua coperta, che era molto più grande, verso il più piccolo per coprirlo meglio. Ora le loro braccia erano una appoggiata all'altra e sul viso del moro spuntò un leggero sorriso. Avrebbe voluto dire tanto di quel gesto, ma dalla bocca non uscì nulla. Marco lo guardava, come a volergli dire che non c'era bisogno di ringraziarlo, che in ogni caso andava bene così.

"Anche io avrei voluto scriverti. Ma quella notte, mi ha fatto molto male."

"A te? Ero io quello rifiutato, teoricamente."

E in un baleno i flashback confusi risalirono alla memoria di entrambi, come se li stessero vivendo in quel momento, ma forse con meno lucidità. Era tutto sbiadito e assopito dal tempo, ma le sensazioni non potevano comunque dimenticarle, erano incastrate - per entrambi - fra una costola e la punta nel cuore.

~

"Ma è possibile che devi sempre rovinare tutto? Non riesci a non pensare per una cazzo di volta?"

Alessandro urlava contro a Marco che in uno stato confusionale estremo, tremava come un bambino e voleva solo andarsene e scappare lontano da quelle pareti verde lime, che gli facevano girare la testa e confondere i pensieri.

"Io non posso stare con te. Tu dici che sei innamorato di me? Ma tu non hai la minima idea di quello che significa amare qualcuno."

"Tu invece lo sai vero Marco? Tu che hai paura pure della tua ombra. La verità è che sei un egoista."

Una lacrima scese sul viso di Alessandro, deluso e triste - come mai prima - non ci credeva che l'ultimo anno passato insieme seppur in amicizia, avesse coinvolto solo lui e non l'altro ragazzo. Gli pareva assurdo che solo per lui il sentimento fosse andato oltre. Si sentii quasi matto in quel momento, perché l'affetto di Marco gli era sempre arrivato dritto al cervello e gli appariva così limpido, almeno fino a quel giorno, a quella maledetta sera.

"Io non sono egoista. Ma perché rovinare la nostra amicizia? Lo sai come finirà vero? Che ci mettiamo insieme, ci innamoriamo e poi fra un po' tu ti stancherai di me e mi manderai a fanculo."

Caffè al limone (contro l'hangover) - Marco Mengoni e Mahmood 🤍Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora