Quella mattina la sveglia sul comodino della camera di Manuel ha preso a suonare alle sei in punto, squarciando il silenzio di quella casa che solitamente rimane intoccato per almeno un'altra mezz'ora.
Nonostante ciò, persino una volta uscito dal tepore delle lenzuola, sul volto di Manuel continua a persistere il sorriso dolce che gli si era formato da quel primo messaggio che Simone gli aveva inviato la notte prima, e che poi si era allargato quando il suo cervello, poco lucido per colpa della stanchezza, aveva elaborato quel piano che era a tutti gli effetti al limite della sottaggine e forse pure un filo inquietante se si sofferma a pensarci bene.
Ne è persino consapevole eppure la paura di fare una brutta figura non lo fa desistere dal spruzzarsi una quantità inutile di quell'unico profumo costoso che si sia mai concesso di comprarsi, uscire di casa fischiettando diretto al caffè letterario che sua madre gestisce poco distante dall’appartamento che divide con i suoi migliori amici.
In realtà si potrebbe dire che quel modesto locale sia suo se solo Anita Ferro non fosse la donna più cocciuta di tutta Roma, che non vuole contare sull’aiuto di nessun uomo al di fuori di suo figlio ma soprattutto non sull'aiuto del suo primo amore Nicola Brandi, passato come un tornado a Roma, nella sua vita e in quella di Manuel, scompigliando tutto ciò che era nelle vicinanze per poi andarsene alla stessa velocità con cui era arrivato.
«A’ Manuel che è, sei caduto dal letto stamattina?» non ha neanche il tempo di chiudere la porta alle sue spalle che Ginevra, aiutante e amica di sempre di Anita, già lo sta salutando con la sua solita allegria.
«Buongiorno anche a te, e mamma?»
«L’ha mattina ha l’oro in bocca Manuelì, mamma sta dietro a controllare le ultime paste.»
Fa il giro del bancone e con un sorriso furbo si avvicina a scoccare una bacio alla guancia destra della gracile signora e «La vado a salutare» afferma, piegando il capo.
«Vai vai, vedi come sarà felice di vederti, peste».
Appena apre la porta che dà alla cucina vede sua madre intenta a controllare una teglia di biscotti dal forno aperto e «Buongiorno Ma’» si annuncia così da evitare il rischio di sorprenderla e farla spaventare com'è capitato spesso, mentre si avvicina al banco da lavoro vicino ai forni.
Anita si gira a guardarlo con un sorriso a trentadue denti e lo sguardo gli si accende, come ogni volta, d’orgoglio e amore.
«Buongiorno amore» spinge nuovamente la teglia in forno che chiude con un tonfo e «Che ci fai qua a quest'ora? È successo qualcosa?» chiede con il tono sorpreso.
«Macché te so solo venuto a salutare» si acciglia per quella accusa velata che percepisce, particolarmente permaloso la mattina.
«Alle 6 e mezzo del mattino Manuel? Te che te svegli al massimo dieci minuti prima de uscì de casa?»
«Vabbè ma' oggi c’ho da fa’ ‘na cosa importante.»
La madre lo guarda con sospetto, in attesa di altre spiegazioni che però Manuel non intende darle e allora «Me devo preoccupare Manue’?» rincara la dose Anita.
«No, Ma’ t’o giuro me stai a fa passa’ a’ voglia. Me dai du’ biscotti da porta’ in uni?»
«Ah, ora se spiega tutto.» dice avviandosi in sala per prendere una scatola per le consegne.
«Quelli con le gocce di cioccolato che te piacciono sono ancora in forno, te dò questi che so tiepidi» dice mentre s’affretta a mette una manciata di biscotti in quella stessa confezione e «Statte attento a ‘nte sporca’ che ce sta la crema dentro.»
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Non guardarmi così | socmed Simuel
FanfictionSimone e Manuel si incontrano per la prima volta sulla linea 492, si piacciono al primo sguardo ma nessuno dei due ha il coraggio di fare il primo passo.