N.b non ho corretto e non lo farò per non correre il rischio di far vincere le mie insicurezze cancellando tutto ✌🏻
Simone non è abituato ai primi appuntamenti, o almeno non ai primi appuntamenti in cui si spera poi ce ne sia un secondo, un terzo, un quarto e così via.
È abituato piuttosto ad una uscita, che solitamente non prevede neanche lo sforzo di passare un minimo di tempo da soli, ma un beccarsi direttamente in qualche pub, precedentemente scelto con i suoi amici, e consumare, frettolosamente e senza scrupolo, un rapporto nel bagno dello stesso locale o, nel migliori dei casi, in camporella nella macchina del fortunato.
Con Mimmo invece era stato un altro paio di maniche: consumavano il tempo perso insieme più perché gli capitava e non perché volessero, tra le mure di Villa Balestra, finendo per conoscersi in quelli squarci di quotidianità, consolandosi a vicenda la solitudine che li accomunava e di appuntamenti, persino con lui, c'è n'erano stati ben pochi, e di certo il primo non poteva definirsi neppure tale.
Forse era anche per questo motivo che il suo cuore scalpitava così forte che sembrava volergli uscire dal petto.
E ancora mica l'aveva notato Manuel seduto sul muretto di fronte alla tavola calda dove si erano dati appuntamento il giorno prima.
Al contrario Manuel non gli aveva tolto gli occhi di dosso da quando era apparso alla sua vista, la bocca semiaperta per lo stupore dovuta a cotanta bellezza.
I riccetti in ordine, per Manuel sono già un colpo basso che è sempre stato abituato al disordine, la camicia nera lasciata aperta abbastanza da mettere in risalto il collo aggraziato da una collanina d'oro, i jeans che gli fasciavano le gambe muscolose e infine gli anelli che gli decorano le mani sono il colpo di grazia difatti quasi si ritrova a sbavare nell'osservarlo mentre gli si avvicina sempre di più.
Solo quando ormai è a qualche passo di distanza da lui Simone alza finalmente lo sguardo e lo nota.
Il sorriso che gli si disegna spontaneo sul volto lo illumina e «Ehi» lo saluta con la gote che gli va infiamme.
Manuel scende dal muretto con un balzo, gli si avvicina lentamente guardandolo dritto negli occhi finché non è ad un palmo di distanza, il profumo di muschio bianco colpisce il suo olfatto instantaneamente, e colma il restante spazio sbilanciandosi con il busto quel tanto che basta per potergli scoccare un docile bacio sulla guancia rosea sorprendendo il corvino che institivamente chiude gli occhi come se tanto bastasse per godere meglio di quel breve tocco, l'espressione inebetita che rimane anche quando le labbra del maggiore si staccano dalla sua guancia.
«Ciao» lo saluta Manuel tornando nel proprio spazio personale, se possibile, ancora più lentamente di quando gli si era avvicinato e «andiamo?» chiede, alla fine, indicando l'entrata del locale, inclinando il capo dal lato opposto.
Simone annuisce e «se devo essere onesto sto morendo di fame.»
Gli sembra ancora più bello del giorno prima, con la barba di qualche giorno e i capelli sconvolti dalla mattinata, il bomberino verde a spezzare il total black del suo outfit.
«La pappetta super proteica non ti ha saziato stamattina?» lo prende in giro sorridendo come un ebete Manuel.
«Te l'ho già detto che prima o poi ti farò ricredere» dice, spingendo la porta che tiene aperta per far passare prima Manuel, «mi pregherai per avere la mia ricetta buonissima e chi lo sa se poi mi vendicherò di tutte queste prese in giro».
«Se lallero» si guarda intorno in cerca di un tavolo libero in quel ambiente ambio e colorato di rosso, ne vede uno vicino la grande vetrata e da un piccolo colpo al braccio di Simone per richiamarne l'attenzione «Ce sediamo là?»
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Non guardarmi così | socmed Simuel
FanfictionSimone e Manuel si incontrano per la prima volta sulla linea 492, si piacciono al primo sguardo ma nessuno dei due ha il coraggio di fare il primo passo.