9. ᴅɪ ᴄᴏsᴀ ᴀᴠᴇssɪ ʙɪsᴏɢɴᴏ

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Anitri's pov

Il mio piano aveva funzionato! 

Beh, c'erano state delle complicanze: non pensavo che la Tsahik dei Metkayna fosse così... stronza. Ma non mi faceva paura. Forse avevo avuto più paura per quello che avrebbe potuto dirmi Jake, onestamente.

E aveva ragione, su ogni cosa che aveva detto. Me ne rendevo conto ed ero davvero dispiaciuta per il disagio che avevo creato a loro e a questo popolo. 

Dopo che abbiamo parlato, dopo che mi hanno reso ufficialmente una Sully, Jake e Neytiri sono usciti e probabilmente sono andati a parlare con Tonowari e Ronal, così penso di aver capito che si chiamino. Miss "Ti giudico perché posso e tu no" e il suo cagnolino addomesticato. Mi piaceva vedere come una donna riuscisse ad avere più potere di un uomo, ma lei era davvero una vipera.

Lo'ak, Kiri e Tuk mi avevano abbracciato altre numerose volte e Lo'ak si era persino messo a piangere!

<<Sbaglio o sono lacrime quelle che vedo nei tuoi occhi, fratellino?>> gli avevo detto con un sorriso sulle labbra, afferrandogli il viso con le mani per scrutarlo meglio.

<<Assolutamente no!>> si era divincolato con forza dalla mia presa e si era girato dall'altra parte, prendendo un bel respiro per non far percepire quanto in realtà stesse tremando la sua voce <<Probabilmente mi è entrata della sabbia nell'occhio...>> affermò sfregandosi le palpebre e tirando su col naso <<Sono solo felice di vederti...>> riuscì ad ammettere alla fine.

<<Aww, Lo'ak...>> l'avevo ripreso tra le mie braccia, stringendolo a me <<Sono molto felice anch'io, fratellino.>>

Quella parola mi era suonata così strana eppure così giusta. Io avevo sempre visto Lo'ak come un fratello, qualcuno di cui dovevo occuparmi, prendere cura, tenere al sicuro.

Ma al tempo stesso, qualcuno con cui scherzare, con cui divertirsi, con cui fare la scema senza che si creassero situazioni imbarazzanti tra di noi.

Era sempre stato il mio migliore amico, c'era un rapporto meraviglioso e unico tra di noi, ma di certo non mi ero mai ritrovata a pensare a Lo'ak come l'uomo della mia vita.

Il solo pensiero sembrava inopportuno, come se biologicamente non potesse succedere. Era una legge.

Lo stesso valeva per Kiri. Non avevo mai avuto un'amicizia con una ragazza più onesta e vera di quella che avevo con lei.

Non c'era invidia, non c'erano giudizi, non c'era competizione, il rapporto era semplice, onesto e puro.

Con lei potevo parlare di ogni cosa, potevo confidarle i miei segreti più intimi e convivere con la consapevolezza che non li avrebbe rilevati ad anima viva, neanche sotto tortura.

Loro erano il mio fratellino e la mia sorellina e li avrei protetti ad ogni costo. Ora più che mai.

Quando era riuscita a liberarmi dalla loro dose d'affetto infinita, avevo detto loro che volevo del tempo per stare un po' da sola. Per metabolizzare il tutto. Perché la mia decisione era stata talmente impegnativa quanto improvvisa. Dovevo riprendere fiato dopo quella giornata piena di emozioni.

Così mi ero messa a fare una passeggiata per il villaggio, ad ammirare la gente di quel popolo condurre le loro quotidiane attività di pesca, addestramento e raccolto.

Alcuni bambini mi erano passati a fianco rincorrendosi e ridacchiai alla loro vista. Mi ricordarono immediatamente me, Lo'ak e Kiri, come ci divertivamo da piccoli tutti insieme, quando tutto era ancora normale.

Un sorriso nostalgico comparve sulle mie labbra, ricordando quei momenti spensierati della mia infanzia che ora non potevo più permettermi di vivere. Quella felicità innocente che ci era stata strappata dalla guerra, dal sangue, dalla violenza. E quella stessa me bambina, innocente e felice, era stata plasmata per la guerra, per il sangue, per la violenza. Ero diventata una guerriera, un'assassina, una cacciatrice. Quella spensieratezza non la ricordavo neanche più.

𝐼 𝑠𝑒𝑒 𝑦𝑜𝑢, 𝑠𝑘𝑥𝑎𝑤𝑛𝑔 [𝐍𝐞𝐭𝐞𝐲𝐚𝐦 𝐒𝐮𝐥𝐥𝐲]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora