•Capitolo 1•

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When you've been fighting for it all your life
You've been struggling to make things right
That's how a superhero learns to fly
Every day, every hour
Turn the pain into power
-Superheroes- The Script

Faceva freddo, molto freddo per essere solo novembre. Le dita ghiacciate ormai diventate insensibili scorrevano sullo schermo del suo cellulare rispondendo ai continui messaggi della sua migliore amica.
Era in pullman e con le cuffiette nelle orecchie si abbandonò sul sedile scomodo, doveva aspettare ancora 10 minuti prima che arrivasse la sua fermata, odiava quelle giornate piovose, le mettevano tanta tristezza.
Quando prenotò la sua fermata si alzò in piedi mettendosi lo zaino in spalle e abbassando leggermente il volume della musica.
Quando il pullman si fermò scese velocemente cercando la macchina di sua madre dalla parte opposta della fermata, quando la notò attraverso velocemente la strada non vedendo l'ora di entrare non piccolo e riscaldato abitacolo della vettura.
Aprì lo sportello e si infilò velocemente dentro; si girò a guardare la madre che la stava osservando con il solito sorriso che lei ricambiò prontamente.
-com'è andata a scuola tesoro?-
-abbastanza bene, per fortuna non mi hanno interrogata, ieri sera ero troppo stanca per ripetere- si sistemò per bene sul sedile mettendosi la cartella sulle gambe. -cosa c'è per pranzo?- chiese la ragazza.
-pasta- rispose semplicemente la madre. Non chiese altro è in macchina calo un silenzio fastidioso fin quando non arrivarono a casa.
In un attimo scesero dalla macchina e si fiondarono all'interno per non infreddolirsi troppo.
Infilando le calde pantofole entrò in cucina vedendo la sorella che aveva ormai già finito di pranzare, sul tavolo c'era solo il suo piatto di pasta che la aspettava, un buon odorino si propagava in tutto il piano terra.
Si sedette e iniziò subito a mangiare, cercando di placare la sua fame insaziabile. Quando finì si alzò e tolse il piatto dal tavolo caricando la lavastoviglie.
Corse su per le scale fiondandosi in camera sua chiudendosi a chiave, aprendo la finestra prese una sigaretta e l'accese chiedendosi quanti compiti avrebbe dovuto fare per il giorno dopo.
Spegnando la sigaretta chiuse la finestra infreddolita e accese i termosifoni per riscaldarsi un po'.
Decise di iniziare a studiare e prese il quaderno di latino che trovo nel suo zaino. Odiava il latino ma in fin dei conti non era poi così tanto difficile bastava capire le basi e studiare volta per volta in modo che tutto filasse liscio.
Finendo la versione decise di prendersi una pausa, così andò su un sito di chat random e scrisse come al solito il suo "F16". Trovò qualche stupido deciso a farsi prendere in giro, girando su un altro "straniero" iniziò a scrivere, ma lui la precedette.
"M22"
"F16"
"Nome?"
"Lux tu?"
"Lance"
Bel nome pensò lei.
"Di dove sei?"scrisse velocemente
"Londra, tu?"
"Liverpool"
Più di tre ore di distanza.
"Hobby?"
"Cantare e leggere, tu?"
"Mi piace stare a casa e uscire con gli amici, fare festa fino a tardi"
Ecco, il classico bad boy.
"Hai kik?" Chiese infine lui
"Si, certo"
"Nome?"
"Sovraccarico di te"

Lost in your empty heartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora