•Capitolo 5•

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And you, you lay, awake at night and scheme
Of all the things that you would change,
But it was just a dream!
Warriors- Imagine Dragons

Alta, capelli sempre perfettamente lisci e trucco impeccabile, vestiti alla moda e un atteggiamento riprovevole, Dalla, anche chiamata D, si stava atteggiando davanti ad Andrew senza fregarsene delle altre ragazze intorno a loro.
Si toccava i capelli spostandoli dietro le spalle, sorridendo lasciva e accarezzandogli le spalle con le unghia perfettamente laccate. Una vera stronza.
La campanella si fece sentire interrompendo quel momento disgustoso davanti gli occhi di Lux che si alzò prendendo lo zaino che ormai quel giorno si era portata dietro vista l'ora di buco che l'aspettava.
Si ritrovò faccia a faccia con Dalla.
-oh Lux sei ancora qui? Pensavo che fossi ritornata in classe- come se non l'avesse tenuta d'occhio tutto il tempo per vedere se stava osservando il suo attacco al ragazzo.
-oh no, prima ho aspettato che il tuo spettacolino terminasse così sarei potuta tornare alla mia conversazione con Andrew senza che tu ti sentissi indesiderata.-
-non mi sarei mai sentita indesiderata, anzi forse sei tu ad avere questi complessi mentali-
-oh tesoro, i complessi mentali che mi affliggono sono sicuramente migliori delle tue puttanate per metterti in mostra, quindi smetti di camminare come un'oca e mettere in mostra culo e tette perché sei riprovevole-
-oh davvero? E tu?-
-io cosa?-
-guarda quella maglietta- rivolse uno sguardo alla mia scollatura -sembra che stia per scoppiare, il tuo reggiseno è troppo grosso-
-almeno nel mio c'è qualcosa, nel tuo solo aria- girandosi se ne andò alterata, scuotendo la testa.
-aspettami Lux!- girandosi si accorse che Andrew la stava seguendo, così si girò verso Dalla. A bocca aperta e con le braccia lungo i fianchi stava ammutolita.
Un sorrisetto le si stampò sul viso vedendo l'espressione di D. Aspettò Andrew e insieme percorsero il cortile dirigendosi all'entrata esterna della biblioteca fermandosi sui muretti che la precedevano.
-mi dispiace che tu abbia dovuto assistere al siparietto tra me e quella- disse la mora accendendosi un'altra sigaretta.
-non fa niente cucciola-
-cucciola?- chiese stupita del soprannome appena affibbiatole.
-già, mi piace, ti fa sembrare più indifesa di quanto sei- disse lui soprappensiero.
Il silenzio divenne il personaggio principale di quei pochi minuti che passarono.
-devo scappare in classe, ci vediamo all'uscita- alzandosi le rivolse un'occhiolino e a grandi passi si avvicinò all'entrata scomparendo all'interno dell'edificio.
Lux guardò la sigaretta rendendosi conto di averla quasi finita, non si era neanche resa cono di aver fatto qualche tiro; lo scontro con Dalla l'aveva scossa nuovamente. Non si sarebbe mai aspettata che la ragazza avrebbe continuato a fare la stronza nonostante la lavata di testa da parte di Wendy. Probabilmente non l'aveva nemmeno ascoltata, come al solito, offendendola e basta.
Infilò le cuffiette nelle orecchie scegliendo la riproduzione casuale.
Sicuramente non si sarebbe mai aspettata uno scontro diretto, di solito non si erano mai affrontate l'una di fronte all'altra.
L'anno prima erano inseparabili, dove c'era l'una c'era anche l'altra, o almeno Lux ne era sempre stata convinta ma poi la verità venne a galla, portando alla deriva delle notizie che non si aspettava certamente. Quella che doveva essere la sua migliore amica la vedeva come un peso, un'opera di carità, e sicuramente non si sarebbe fatta trattare così da una troietta del genere. Era migliore di lei, in tutti i sensi. A volte però le mancavano le stupidaggini che facevano insieme, i ricordi le inondarono la testa facendola quasi soffocare; non avrebbe voluto rivivere quei momenti, le facevano solo pensare a quanto fosse stata stupida a non accorgersene prima.
Le sue amiche gliel'avevano sempre detto però, che lei non era una vera amica, ma non aveva mai voluto crederle.
Aveva sbagliato.
Si sarebbe dovuta fidare, se l'avesse fatto non sarebbe stata in quella brutta situazione.
Spegnendo la sigaretta per terra si alzò ed entrò in biblioteca pronta ad un'ora di studio intensivo.
Quando la campanella di fine giornata suonò si sentì finalmente libera. Era sabato e finalmente si sarebbe potuta concentrare sul prepararsi mentalmente per la grande serata che l'aspettava.
Si incamminò verso la fermata dell'autobus aspettando di incontrare qualcuno che conosceva.
Appena vide Andrew il volto le si illuminò con un sorriso che si spense appena vide con chi era. Sempre la solita, mai a tenere quei fottuti artigli lontano da chi le interessa.
Prese in mano il cellulare e iniziò a cercare qualche notizia interessante sui diversi social network. Ad un tratto le arrivo un'altro messaggio. Il ragazzo le aveva risposto.
"Come va?"
"Abbastanza bene tu?"
"Bene, come mai abbastanza?"
"C'è una ragazza che mi sta dando sui nervi da oggi a ricreazione"
"Ahahahah e tu ripagala con la stessa moneta"
"Cosa intendi?"
"Dalle pan per focaccia e poi fai il suo stesso gioco"
"Mi stai dicendo di comportarmi come lei vorrebbe?"
"Esatto"
"Non voglio dargliela vinta" forse non ha capito che preferirei essere pestata che darle ragione.
"Fai in modo che pensi che tu le dia ragione e poi battila al suo stesso gioco" é molto furbo, non c'è dubbio, sa come tirarsi fuori dai casini e come cacciarcisi. Mi piace.
"Hai ragione, credo che farò così"
"Brava piccola" il secondo soprannome della giornata lo preferiva sicuramente al primo. Ma non le piaceva ugualmente. La faceva sentire piccola, anche se non lo era e indifesa, bisognosa di qualcuno che la protegga. Sapeva cavarsela da sola e questo non sarebbe cambiato; non voleva alcun soprannome. Lux sarebbe bastato.
"Perché piccola?"
"Perché sei la mia piccola"
"Non sono di nessuno io."
"Oh piccola, tranquilla, sarai presto mia." E con questo la conversazione si chiuse, lasciandole la bocca secca e chiedendosi se quel ragazzo avrebbe avuto ragione.

Lost in your empty heartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora