capitolo 3

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Kurō's pov.

《Dovete mettervi per forza a scopare in bagno?》domando, ingoiando il groppo alla gola che era salito quando ho spalancato la porta. Sentirli era un conto, ma vederli...è questo quindi che ha provato Y/N, quando aveva spalancato la porta del bagno in discoteca quella sera. Dio, se fa male.

《Se ti da fastidio, puoi anche tornartene in camera tua.》risponde lei con il fiatone.

《Faresti meglio a levarti, Kurō.》si intromette Iwaizumi. 《Stava giusto per venire, gradirei concludere quello che ho iniziato.》
Serro la mascella e sbatto la porta, tornando in camera di Kenma. Lo vedo lanciarmi qualche sguardo, alternandolo tra me e lo schermo della TV sulla quale sta finendo una partita a Mario Kart.
Non dice niente. Non lo fa mai, aspetta sempre che sia io a voler parlare. D'altronde è sempre stato così tra me e lui: io sono quello che parla (a volte anche troppo), mentre lui è quello che ascolta e di tanto in tanto interviene.

《Stavano facendo sesso in bagno.》

《Ew, lo uso anch'io, dannazione.》ribatte senza pensarci. Non è di certo la risposta che mi aspettavo da parte sua.

《Grazie, tu si che sai proprio come consolarmi.》sbotto, sedendomi sul letto accanto a lui.《Non ce la faccio a vederla con un altro. Sono egoista lo so, ma non riesco.》

《Non saprei come aiutarti su questo, Kuro. È la mia compagna di stanza, obbligarla a non far entrare Iwaizumi in camera sua non rientra tra le cose in mio potere, soprattutto perché non ho proprio nulla contro di lui.》risponde. Non so perché la sua risposta mi fa arrabbiare. So che è la pura verità, lui non può chiederle di non far entrare Iwaizumi, dato che non lo disturba, e soprattutto non è nel letto di Kenma che dorme.

《Vado a fare due passi.》dico alzandomi e uscendo senza aspettare una sua risposta.

Stare lì, sapendo cosa stanno facendo, non mi fa mantenere la calma. Finirei per spalancare la porta e prendere a pugni Hajime. Con tutte le persone che poteva farsi nel campus, perché proprio lei?
Cammino lungo il corridoio a passo spedito verso la camera di Bokuto. So che questa sera è solo, perché Akāshi voleva studiare. Probabilmente non è l'opzione migliore andare a lamentarmi di ciò che fa Y/N proprio con suo fratello. Anzi, andare da Bokuto per questo genere di cose è a priori una pessima idea, ma non ho molta altra scelta.

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Y/N's pov.

È mattina, ed io ho delle occhiaie oscene. Il sonno non mi ha accolto questa notte, e l'ho passata a fissare il soffitto fino a quando la sveglia non ha suonato.
Iwaizumi ha dormito come un sasso tutto il tempo, ed è bello arzillo al contrario mio. Una volta sveglio è corso in camera sua per cambiarsi, mentre io sono uscita.
Dirigermi in caffetteria per fare colazione è stata una vera e propria impresa. Di solito non bevo caffè, ma questa volta il mio corpo necessita di caffeina per riuscire ad affrontare la giornata e riuscire a seguire le lezioni.
Tuttavia, di una cosa ero certa: il mio cervello non era ancora pronto a sopportare quel meraviglioso rompiscatole che è il mio migliore amico, visto lo stato in cui mi trovavo. Purtroppo per me, Atsumu è entrato in caffetteria più grintoso del solito. Alquanto strano, visto che di solito dorme molto più di quanto faccia io.

《Migliore amica, buongiorno! Hai dormito bene?》chiede, prendendo posto di fronte a me. Mi squadra per pochi secondi prima di ricominciare a parlare.《Domanda del cazzo, palese che non hai dormito. Che diamine hai combinato, ci hai dato dentro con Iwaizumi tutta notte?》

《Non dire cazzate, semplicemente non sono riuscita a chiudere occhio. Kurō ci ha beccati mentre facevamo sesso in bagno.》rispondo, stravaccandomi sul tavolo.

Atsumu fa un'espressione drammatica.《Ahia, brutta storia. L'ha preso a pugni, per caso?》

《No, ma sei rincoglionito?!》esclamo strabuzzando gli occhi. Che domanda del cavolo.

《Beh...bello schifo.》

Alzo gli occhi al cielo. Non ci voleva sicuramente lui a dirmelo. Forse sono cattiva, ma una parte di me è contenta che sia stato lui ad aprire la porta. Forse ora sa cos'ho provato quella sera, e perché non riesco proprio a dargli una seconda possibilità. Ha fatto male, tanto. Soprattutto perché io mi sono fidata come una stupida. Mi fidavo di lui, e ingenuamente gli avevo detto di non preoccuparsi e andare in discoteca con i suoi amici, dato che io non avevo voglia quella sera. Mi sono fidata, convinta che non sarebbe successo nulla, che mi amasse abbastanza da non fare certe cazzate, ma la realtà dei fatti è che se non ci fosse stato Atsumu con lui quella sera, non sono sicura che lo avrei saputo. Forse sì. Ma mi piace pensare di più che non me lo avrebbe mai detto, dato che la fiducia che avevo in lui si trova quaranta metri sotto terra ora.

《Sai, a volte mi sento in colpa per avertelo detto.》 ammette Atsumu improvvisamente, come se riuscisse a leggermi la mente. 

《Perché dovresti sentirti in colpa? Sei il mio migliore amico, è ovvio che sei sempre sincero con me, come io lo sono con te.》 dico, non riuscendo a cogliere il senso della sua frase. 

Sospira pesantemente, continuando a fissare il suo té nella tazza. 《Sono sicuro che Kurō ti ama ancora. Ho dato la spinta definitiva per rovinare la vostra relazione, e-》

《Frena un attimo.》 lo interrompo corrucciata. 《Tu non hai dato nessuna spinta, la nostra relazione era rovinata dal momento in cui si è portato quella rossa in bagno.》

Non lo vedo del tutto convinto, ma so che continuerà a sentirsi in colpa. Cerco di sorridergli per rassicurarlo, e lui ne abbozza uno piccolo allungando la mano verso di me per accarezzarmi i capelli. Chiudo gli occhi per qualche secondo, beandomi delle sue attenzioni, prima di guardare l'ora sul mio telefono appoggiato sopra il tavolo. È ora di andare, la lezione di chimica sarebbe iniziata a breve.
Atsumu deve averlo intuito, perché prende il suo zaino sulla sedia, e mi fa cenno di alzarmi. Lo seguo senza proferire parola. Frequentare la stessa università di Atsumu è stata una delle migliori cose che potessero capitarmi, nonostante sia arrivato l'anno dopo di me. 

《Tu non hai lezione, 'Tsumu?》 chiedo. 

《Tra un'ora.》 dice continuando a camminare. 《Ti accompagno.》

Alzo gli occhi al cielo. 《Lo stai facendo perché non vuoi stare in camera con Tobio.》

Sento una risatina provenire da lui. 《Mi hai beccato. Ma secondo te è possibile, che tra tutte le persone che potevano capitarmi in stanza, proprio lui?!》 

Scoppio a ridere.
Ricordavo la loro partita alle superiori. Proprio non riusciva a sopportarlo. Povero Tobio. 

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