1

673 48 17
                                    

"Lasciami, oh lasciami immergere l'anima nei colori; lasciami ingoiare il tramonto e bere l'arcobaleno

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

"Lasciami, oh lasciami immergere l'anima nei colori; lasciami ingoiare il tramonto e bere l'arcobaleno."
(Khalil Gibran)

☾ ⋆*・゚:⋆*・゚:⠀ *⋆.*:・゚ .: ⋆*・゚: .⋆

Violet

Guardavo alla vita come si guarda alla superficie del mare in tumulto: in silenzio, con incertezza.
Nessuno avrebbe potuto prevedere dove si sarebbe scagliata la prossima onda o quale scoglio sarebbe stato baciato da quella carezza violenta e bagnata.

Credevo che la nostra intera esistenza fosse un flusso continuo di eventi imprevedibili e inarrestabili, un incastro imperfetto di tasselli dai bordi frastagliati che però avrebbero finito per legarsi l'uno all'altro nell'armonia di un disegno perfetto.
Credevo nella forza di un fato inarrestabile, in quel piccolo granello di incertezza la cui potenza avrebbe finito per mettere a soqquadro ogni cosa, sconvolgendo perfino lo scorrere del tempo.

''Violet devo parlarti di una cosa.''

Mi paralizzai con il dito sospeso a mezz'aria, in procinto di sfogliare un'altra pagina del romanzo che ero impegnata a leggere: i protagonisti, che si erano giurati odio eterno, stavano giusto per saltarsi addosso quando mio fratello, Trent Wells, aveva deciso di interrompere quel mio piccolo momento di beatitudine.

Ero certa che frasi come quella non presagissero nulla di buono e avvertii il panico arrampicarsi lungo i miei arti come un rampicante velenoso.

Chiusi il libro con un tonfo e rivolsi tutta l'attenzione a mio fratello che era intento a trangugiare con avidità una lattina di birra.

Anche questo non era un buon segno.

Trent non beveva quasi mai, si lasciava cullare dal tossico richiamo dell'alcol solo quando era nervoso e il fatto che lo stesse facendo proprio adesso, in uno spento lunedì mattina, intensificò la morsa dell'ansia che sentivo importunarmi la pelle di sinistri brividi.

Rimirai il suo viso con attenzione, alla ricerca di un segnale che potesse in qualche modo anticiparmi ciò che aveva intenzione di dirmi.
Ritrovai i suoi bei lineamenti turbati da un alone di preoccupazione, aggrovigliati in una tensione che sentii tutta sulle spalle, come un peso che dal suo corpo era destinato a posarsi sul mio petto.

Trent Wells era stato baciato da una genuina bellezza, quella tipica del ragazzo della porta accanto: dolci occhi castani, una chioma di ricci dalle calde sfumature caramello, piene labbra curvate in un perpetuo sorriso che trasudava bontà e generosità.

Il suo volto straripava di una bellezza che a me mancava e, nonostante ci somigliassimo molto, quel perenne cipiglio severo che pareva scolpito sul mio viso mi accendeva di una luce del tutto opposta alla sua, più fioca e meno abbagliante.

Era più grande di me di soli tre anni eppure emanava una maturità che sapevo non sarebbe mai appartenuta a una come me che vivevo di colori, di sogni appesi a un filo, ingabbiati come granelli di sabbia in una clessidra che scandiva lo scorrere incessante di un tempo che sentivo tutto sulle spalle.

𝗦𝗛𝗔𝗗𝗘𝗦 𝗢𝗙 𝗬𝗢𝗨- I colori del tuo cieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora