6. put your mask on

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Clarisse

Voltaire una volta disse: "Non sono d'accordo con quello che dici ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo".

Non ho nulla contro Voltaire; anzi, il suo pensiero è abbastanza in linea con il mio, ma esistono casi e casi a cui poter applicare questa fantastica citazione.

Il primo caso è quello in cui le sue parole sopracitate valgono perché la persona che hai davanti rientra nella categoria di persone del genere umano sopportabili o per cui provi una certa pena; il secondo caso è quello in cui davanti ti ritrovi una principessa viziata e con la puzza sotto al naso e a cui quelle parole le schiafferesti in faccia con la tua costosa manicure.

Voglio bene a William dal primo giorno in cui ho messo piede ad Oxford, motivo per cui quando mi ha chiesto di occuparmi di Victoria Grace Armand non ho saputo dirgli di no, ma adesso mi chiedo... il cazzo di William e il suo "affetto" valgono davvero così tanto la pena?

«Avevo chiesto due zollette di zucchero».

Ho il dubbio che la risposta potrebbe essere "no".

Accavallo le gambe continuando a guardare la principessa dare aria a quella bocca che, per quanto mi riguarda, potrebbe perfettamente chiudere, e piego le labbra in un sorriso che non la smuove nemmeno un po'.

Sono andata a prenderla nella sua camera come mi ha chiesto Will e l'ho portata al cafè del Merton per fare colazione prima delle lezioni, ma questa qui è capace di rendere fastidioso persino un momento etereo come quello della colazione.

Sono giorni che ormai questa è la nostra routine, e in questi giorni lei non ha sorriso nemmeno mezza volta. Non se non con quei sorrisi di circostanza falsi che spero lei non reputi, appunto, sorrisi.

Ne sono esperta anch'io, ma se dobbiamo diventare "amiche" vorrei non avere davanti un robot.

«Alzati e va' a prendere l'altra», le dico semplicemente, ormai stanca dei suoi modi di fare.

Pochi giorni e sono già al limite.

«Non sono qui per farti da cameriera. Sei solo il loro nuovo giocattolino e vogliono che io ti spieghi come funzionano le cose adesso che appartieni al club, così da farti entrare nel nostro mondo e godere di tutto ciò che può offrirti».

Per quanto ne so, da quello che mi ha raccontato Seb, non hanno scopato, ma si sono divertiti un bel po' un paio di notti fa e questo basta. La vogliono, chissà perché.

Sì, è la sorella di Henry, e allora?

Seb non può davvero...

Henry era mille volte più simpatico di lei.

L'unica cosa in comune che sembrano avere è la bellezza.

Il viso dolce e aggraziato la rende all'apparenza una vera principessa dal portamento raffinato e lo sguardo dolce, ma non appena parla si riesce a percepire perfettamente quanto sia una persona falsa e... un manichino. Fredda e calcolatrice: ecco come mi sembra realmente.

La bellezza non è niente se la persona che la porta in giro è un gambo di rosa pieno di spine velenose. E lei, la principessina che ho qui davanti e che non ha emesso un sorriso nemmeno per sbaglio sin da stamattina, lo è.

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