7. immortals

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Victoria

«Quindi conoscevi Henry?»

Mi sistemo l'abito guardandomi allo specchio del bagno in cui ci siamo rifugiati e con la coda dell'occhio seguo la figura di Kendrick mettere in ordine anche la sua giacca.

La camicia bianca si è leggermente macchiata con il mio rossetto, ma non so se se ne sia accorto.

«Chi non lo conosceva?»

La mia domanda fa scattare i suoi occhi scuri verso i miei.

«Chi era?»

«A quanto pare tu...», sorride pigramente.

«Ne ho soltanto sentito parlare, ma no, non lo conoscevo», mento.

«Certo che ne hai sentito parlare...»

«Perché dici così?», chiedo subito.

Mi volto del tutto nella sua direzione e lui si avvicina a passo lento.

Le sue dita passano sulla mia maschera, e il battito del mio cuore aumenta ogni volta che i suoi polpastrelli scendono verso il basso. Come se volesse alzarla.

«Tu cosa hai sentito?»

«In realtà... non molto. So soltanto che faceva parte del club e che era un principe. Il principe che è scomparso. Eravate amici?»

E comunque è la verità: su Henry, dai ragazzi del club, non ho sentito molto.

E tutto ciò che ho sentito è confuso.

«Amici...», a Kendrick sfugge una risata leggera, genuina. «Erano tutti amici di Henry. Se c'era una cosa in cui Henry eccelleva nella vita era questa: farsi amare».

Lo so.

«E adesso? Questo Henry dov'è?»

Kendrick punta i suoi occhi nei miei, fermando le sue dita sulla mia maschera.

Non la alza.

«Quanto era bravo a farsi amare, è sempre stato altrettanto bravo a farsi odiare», sussurra poi.

Che significa?

«Qualcuno lo odiava?», la domanda mi esce fuori di getto.

«Voi ricchi non togliete mai la maschera perché sapete che, una volta tolta, tutti vi vedranno per quello che siete. Ogni persona che vi ha mai conosciuto mentre eravate circondati da quella santa aura di perfezione saprà quanto siete danneggiati. Quanto siete spezzati. Quanto siete corrotti. Quanto siete viscidi. Quanto siete cattivi. Quanto la vostra nobiltà, in realtà, non sia altro che un futile velo di carta pesta».

Mi allarmo, facendo un passo indietro.

Se mi vedesse in faccia potrebbe riconoscermi.

Kendrick ritorna a sorridere, probabilmente capendo il motivo per cui mi sono allontanata dalla sua mano.

«La società vi vede come un esempio di grandezza, ma il problema nasce quando la maschera cade. Basta solo uno spiraglio del vostro viso perfetto ed immacolato, e il sangue nero che si mescola con il vostro amato azzurro nobile viene alla luce».

«Che cosa c'entra questo con Henry?»

Kendrick mi attira a sé afferrandomi per un polso. Il suo corpo sovrasta il mio.

«Non si sa che fine abbia fatto Henry, ma deduco che un principe con un nero di Brixton, praticamente il bronx londinese, non faccia una bella figura, non credi? Ho scoperto chi era davvero ancor prima che sparisse. Proprio quella notte. E sorpresa, sorpresa, anche suo padre ha scoperto chi era davvero Henry».

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