Capitolo 1

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POV'S ILARIA

"Mamma, si tranquilla. Ok... si..si. sono appena arrivata, ora devo andare..ok.....va bene, ciao..ciao". Metto via il telefono e vado a recuperare la mia valigia. Appena scendo dal pullman i primi raggi di sole mi illuminano la faccia, erano circa le 5:40del mattino "eccomi ritornata Bologna".
Ciao, io sono Ilaria. Sono venuta a Bologna per cercare lavoro, vorrei fare la scrittrice. Io sono nata a Bologna, ma poi con l'università sono dovuta andare a Torino per gli studi. Mi piace molto la musica. Sono una ragazza abbastanza timida ma anche molto iperattiva ed estroversa. Spero con tutto il mio cuore di poter realizzare il mio più grande sogno.

Appena arrivata davanti all'autostazione tiro fuori il telefono e scrivo ad Aurora, la mia migliore amica. "Rory, dove sei? Ti ricordi che oggi sarei arrivata vero? Ti aspetto qui davanti all'autostazione". Mentre aspetto mi guardo intorno. Non era cambiato nulla... sempre la solita Bologna, la mia casa. Ad un certo punto sento una notifica dal mio telefono, appena lo prendo vedo che Aurora ha scritto "oddio, scusami, mi sono appena svegliata. Ora mi preparo e corro subito da te" alla fine della frase mise una emoji che rideva. È sempre stata ritardataria
e anche molto spiritosa. Ci conosciamo dall'asilo e abbiamo fatti tutte le scuole assieme, ma per l'università no. Lei ha scelto la strada per diventare una maestra di danza.
Passati circa una trentina di minuti sento qualcuno urlare il mio nome "Yaya, Yaya" era impossibile non riconoscere quella voce. Finalmente era arrivata. Rory, da quando siamo piccole, mi ha sempre chiamata così, e anche se a me non piace molto gli permetto lo stesso di farmi chiamare così. " Scusami davvero. Pensavo arrivassi domani. Certo che sono veramente una rintronata" mi dice con voce ansimante per la corsa che aveva fatto. Rido scherzando "Tranquilla... tanto sapevo già che saresti arrivata in ritardo" ridiamo entrambe. Finita la conversazione mi aiuta a prendere la valigia e saliamo in macchina. "Wow" le dico" è nuova questa macchina?" Era proprio bella, un Opel rossa. "Sì, lo presa meno di un mese fa, me la presa mio padre perché ho finito l'esame della patente". Sentendo quelle parole mi viene un po di imbarazzo, lei ha già finito l'esame e io, che ho 25 anni, non l'ho neanche iniziata. Cercando di non pensarci troppo guardo il panorama che iniziava a diventare molto più luminoso.

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