39. Lola's POV

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A casa

Il giorno è arrivato e non mi sento agitata per nulla.
Voglio rivedere Ellie e confrontarla raccontandole il prima possibile la verità, faccia a faccia.

Mentre penso al discorso che devo farle mi trovo davanti allo specchio e mi guardo con le mani appoggiate sul lavandino.
Ho la solita molletta che mi tiene il ciuffo ormai lunghino; mi ricordo di quando in quel momento di gran pace Ellie mi disse che mi sarebbe stata bene la frangia.

Rifletto e poi prendo le prime forbici che mi capitano, non è un pensiero impulsivo all’una di notte, ma un messaggio che ho tenuto dentro di me e che ora voglio mettere in pratica.

Con la massima attenzione inizio a tagliare.
I capelli cadono nel lavandino, e li guardo: contenevano ricordi molto brutti ed era il caso di lasciarli andare.

Entra mia madre senza preavviso e rimane scioccata nel vedermi tagliare i capelli che definiva sempre meravigliosi.

Ci guardiamo e lei non dice nulla, mi da solo un caldo abbraccio e io la stringo fortissimo.
Quel singolo abbraccio credo che mi aiuterà a superare la giornata.

Finisco di prepararmi e prendo le cose necessarie, poi esco e i miei genitori mi guardano, sembrano fieri, anzi lo sono.

“Lola, che tu vinca o perda noi saremo sempre fieri di te.”
Dice mio padre dandomi un abbraccio.
“Beh se vincessi sarebbe meglio ma-”
“Amor sssh.” Dice mia madre per zittirlo.
“Dicevamo che saremo sempre fieri di te, per le tue vincite e perdite, anche per chiunque deciderai di frequentare.”

“Cosa…”
“Io e tuo padre abbiamo riflettuto molto su questo, crediamo che sia giusto lasciarti vivere la tua vita come tu desideri, a meno che non metta in gioco la tua salute.”

Sento la gola che mi trema e li guardo cercando di non piangere.
“Grazie.” E l’unica parola che mi esce dalla bocca anche se un po’ tremolante.

Finalmente esco e arrivo in tempo, vedo un sacco di gente fuori e mi inizio ad agitare perchè non ho mai amato le folle o una marea di persone tutte ammucchiate.
Credo di vedere anche varie telecamere e ciò mi fa salire ancora più ansia, ma devo passare comunque.
Nell’andare verso le scale inizio ad essere assalita da domande.

Perez! Come hai fatto a sopportare una tale molestia per così tanto tempo?”
“Dicci, come ci si sente a combattere una sfida dopo il tuo passato?”
“Sei stata così coraggiosa!”
“Credi di riuscire a battere la tua avversaria con facilità?”

Mi tappo le orecchie e salgo la scalinata il più velocemente possibile per evitare tutti.
Non riuscivo neanche a sentire i miei pensieri.

Entro per la porta principale e delle persone mi portano nella sala della sfida, realizzo solo ora che tra qualche secondo potrò rivedere Ellie.

Mi fanno entrare ed eccola lì che posa gli occhi su di me.
È meravigliosa come sempre con i suoi ricci e le sue lentiggini non coperte da strati di fondotinta.

Sono la prima ad avvicinarsi e lei mi guarda dritta negli occhi dopo un mese, cerco di non non distrarmi dai suoi meravigliosi occhi azzurri perchè ho cose importanti da dirle.

“Ciao.”
“Ciao.” Mi risponde.
E il momento giusto, devo spiegarle tutto; apro la bocca per iniziare a parlare ma vengo subito interrotta.

Dannazione.

Ci sediamo una di fronte all’altra e davanti a noi due tele bianche che ci separano, io abbasso la testa per cercare ispirazione ma la mia mente non collabora, sta solo pensando al discorso che devo fare ad Ellie e non posso pensare ad altro, ma non posso neanche perdere tempo.

Appena ci danno il via rimango per qualche secondo immobile e vado un po’ nel panico e mi inclito per vedere che fa Ellie; con mia grande sorpresa ha fatto le mie stesse mosse e ora siamo lì immobili che ci guardiamo, nessuna delle due distoglie lo sguardo dall’altra e io sento che mi sta dicendo qualcosa anche se non a parole.

Alla fine distogliamo lo sguardo l'una verso l'altra e mettiamo i colori sulla tavolozza: la tensione mi ricorda quasi quando parlammo direttamente la prima volta, dovevo farle un ritratto ed era ancora la stronza di turno mentre ora è sempre arrabbiata ma più morbida.

Voglio ricreare questo momento ma sapendo che lei non è più come era tempo fa.

***

Passa un’ora…e poi due…e in due ore e mezza riusciamo a finire entrambe; io non so minimamente cosa possa aver fatto la mia "avversaria" e ciò mi spaventa, lei è seria ma con un che di malinconico.

“Norris e Perez, avete terminato e vi ringraziamo per la partecipazione. Ora vi chiedo di farvi portare al balcone esterno nella stanza accanto e aspettare i risultati.”

Annuiamo entrambe e due persone ci scortano fuori: il momento è molto imbarazzante e freddo, Ellie guarda il paesaggio e non so se rompere il ghiaccio.
Rimango a fissarla al lungo.

“Quindi…”
Cerco di iniziare un discorso e lei gira la testa verso di me e in quel momento mi dimentico tutto il discorso che mi ero preparata prima.

“Ecco….io…sei ancora arrabbiata con me?”
Che cosa idiota!

“Che domanda è? Perchè non dovrei esserlo?”
Fa un sospiro.
“Mi sono sentita pugnalata alle spalle da qualcuno di cui mi fidavo.”

“Sei tu che non hai voluto sentire spiegazioni, sei andata via come un-”

“Non ne avevo bisogno.”

“Non interrompermi!”

Dalla sua faccia percepisco molta sorpresa.

“Se tu fossi rimasta per anche solo un minuto avresti capito che mi stava manipolando da un mese! Mi diceva che se avessi parlato mi avrebbe squalificata ed ero così spaventata che non avevo il coraggio di parlarne nè con te nè con i miei genitori. Ho vissuto così tanto tempo vicino a persone di questo tipo e ancora non riesco a fare nulla.”

Ero arrabbiata per non averle detto tutto ciò prima, non lo ero con lei, anche se poteva evitare di andare via subito, e mi sento ancora di perdonarla.

Riprendo un attimo fiato e deglutisco perché non ho sputato tutta la verità.

“Ti avrei detto a breve che ti amo…”

Ellie aveva un'aria provata mentre le parlavo ma ora la vedo spalancare gli occhi mantenendo sempre le sopracciglia aggrottate e porta lungo il corpo le braccia che teneva incrociate.

“Ho aspettato così tanto e mi dispiace dirlo proprio ora ma io proprio non-”

Non ho mai la sensazione che il tempo si fermasse ma in questo momento il mondo ha smesso di girare, il sole ha smesso di sorgere, il vento ha finito di soffiare, le persone hanno smesso di crescere e io ho smesso di pensare perché Ellie era lì: sulle mie labbra con le sue.

È stato tutto così veloce che non ho avuto il tempo di capire cosa magari stesse provando lei in quel momento, ma posso assicurare che la sola azione di baciarmi a lungo è stata più efficace di discorsi su discorsi che potevano contenere incomprensioni.

Attorciglio le braccia attorno al collo e mi ricordo di quella volta che lo feci per evitare di farla scappare sia da me che dai suoi sentimenti.

“Ti prego dimmelo.” Dice Ellie staccandosi ma mantenendo una minuscola distanza, ha pure un po’ di fiatone dall'intensità del bacio.

“Come?”

“Quello che volevi dirmi…ti prego.”

“Ti amo.”

Mi sento sollevata dal terreno ed è così perchè Ellie mi solleva con un enorme abbraccio.
Ha la faccia affondata nell'incavo del mio collo e sento già il suo odore su di me.

“Ti ho amato per molto tempo e pensavo che fosse tutto finito. Ma non credo di essermi mai liberata del mio amore per te.”
Mi mette giù e mi prende per mano baciandomi la parte posteriore.

“Ti amo anche io, da morire.”

Angolo autrice.
Ciao a tutti, vi chiedo scusa se sono stata assente per un mese ma non sono stata bene e prometto di tornare anche se non con un capitolo al giorno. Spero che possiate perdonarmi e buon continuo🫶


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