38. Ellie's POV

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Finalmente il fatidico giorno è arrivato.
Ammetto che sono meno sicura di quello che sto facendo rispetto a un mese fa, ma questo determinerà la mia vendetta.
È ovvio che Lola è sempre stata nella mia testa senza mai lasciarmi andare ma ho cercato di non distrarmi troppo.

Mi vesto con dei semplici pantaloni in cotone e una camicia bianca, poi mi trucco con un make-up naturale e mi spruzzo il profumo addosso.

Prendo la piastra riscaldata precedentemente e divido i capelli in ciocche, ma appena l'avvicino mi rendo conto che forse non è la cosa giusta: sento la sua voce in testa, mi sta dicendo che adore mi ricci e che sembra sembro più me stessa.
Non voglio ascoltarla ma è troppo potente, così potente da farmi posare la piastra, staccare la presa e prendere vari prodotti per prepararmi i capelli proprio come piacciono a lei.

Sono ancora infuriata. Ho passato giorni e giorni su internet per cercare di avere informazioni su Lola, ma ho solo visto persone che la stanno amando e gente che lanciava merda su di me.
Sinceramente non m'importa perché ho imparato ad ignorare queste persone, ma poi Lola ha rilasciato quel post che sentivo rivolto verso di me.

Finisco di vestirmi e vado da mia zia.
“Tesoro mio…” Dice prendendomi il viso e stampando un bacio sulla mia fronte.
“Sei sicura di non voler essere accompagnata?"

“Non ce n'è bisogno zia, vado, vinco e torno.”

Lei mi guarda con un'aria compassionevole, secondo me le faccio quasi pena.
“Buona fortuna tesoro.”

Salgo sulla metro e mentre sono seduta vedo alcuni ragazzi che mi guardano e poi si guardano tra di loro e parlano sottovoce mostrando il telefono.
Ho gli occhi addosso e non mi piace per niente, non sento più in modo vivido la voglia di vittoria, lo sto facendo per vendetta.

Per distrarmi metto la musica sul telefono e mettendo la riproduzione casuale mi parte la canzone Matilda, quella che dicevo di odiare anche se è finita nella mia playlist. Mi ricorda di quella volta in cui ci siamo baciate proprio sulla metro.
Sospiro e cerco di non pensare a nulla.

Appena arrivata scendo dalla metro e mi incammino: davanti al new museum si trovano un sacco di persone e sento il terrore di attraversare quella strada e salire quelle scale, ma più di tutti rivedere lei dopo un mese.
Nell'attraversare vedo persone che mi lanciano occhiatacce e sento una forte ansia che mi sale in corpo.

Dov'è finita la me delle superiori che non aspettava altro di essere guardata così dalla gente mentre passava per i corridoi?

Salgo la scalinata ed entro per il portone principale: lì trovo persone che mi portano nella sala dove si svolgerà il tutto.

La stanza è piena di gente e guardo in basso per evitare di incrociare lo sguardo con qualcuno.
Hanno tutti un'aria seria e professionale e ciò mi mette in soggezione.

“Elizabeth Norris?” Mi chiede un signore.
“Sì signore.”
“Aspettiamo la signorina Perez e poi possiamo procedere.”

Rimango in attesa, ma non per molto.
Sento dei passi e vedo arrivare la ragazza più bella che abbia mai visto.
Lola è là davanti a me dopo un mese passato ad evitarla.

La guardo negli occhi e il mio sguardo ricade sulla sua fronte coperta dai suoi capelli mori: si è tagliata la frangia e mi ricordo di quella volta in cui eravamo stese sul mio letto e le dissi che le sarebbe stata bene.

Non so se lo ha fatto per me ma comunque sia, inizio a sentire un grande senso di rimpianto.

Non voglio più tutto questo; ho fatto sacrifici lo so, ma capisco che le emozioni negative mi hanno trasportato in qualcosa che non volevo fare, ma non posso certo tirarmi indietro adesso.

Sono ancora furiosa per quello che mi ha fatto ma allo stesso tempo mi sento la gola bloccata e cerco in tutti i modi di non piangere.

Si sta avvicinando e cerco di non scoppiare in lacrime davanti a lei.
Mi guarda con i suoi occhi neri e giocherella con un braccialetto che porta al polso.

“Ciao” mi dice.
“Ciao”
La guardo e mi piange il cuore.
Apre la bocca per dire qualcosa ma viene subito interrotta.

“Bene, possiamo iniziare. Prendete posto ragazze.”
Le lancio un altro sguardo prima di sedermi davanti alla tela: è bianca e pulita, sta aspettando solo per essere imbrattata. Ci passo il dito sopra per prenderci confidenza.
Mi inclino sulla sedia per sbirciare dall'altra parte e Lola sta guardando in basso, forse è in cerca di ispirazione.

“Che la sfida abbia inizio, cominciate ragazze.”

All’annuncio dell’inizio il mio cervello va in palla, mi ero preparata già in testa qualcosa da dipingere ma improvvisamente sento di dover cambiare strada.

Mi inclino di nuovo e anche Lola è ferma, poi alza lo sguardo e ci incrociamo con lo sguardo.
Non sono stata io a cercare l’ispirazione ma è essa che è venuta a me: metto i colori sulla tavolozza e inizio dando una “sbirciatina” verso Lola ogni tanto…



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