3. Non sei solo

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Il peso di quelle parole gli piombó addosso tutto all'improvviso.
Manuel è in discoteca con un ragazzo, si sono baciati.
Manuel si era baciato con qualcuno, e Simone non sentiva niente a parte fastidio e gelosia.

Gelosia, sì. Un sentimento che lo stava lentamente risucchiando, che gli stava accartocciando le viscere e riempiendo i polmoni di respiri colmi di fastidio.
E non poteva dire neanche niente, perché Simone era ben consapevole di essere stato uno stronzo nei suoi confronti.

Lui quel bacio lo voleva. Aveva vinto la paura, peró.

Manuel si stava baciando con qualcuno. Quel qualcuno non era lui, e a Simone rodeva terribilmente.
Combatteva fra l'impulso di raggiungerlo e quello di restare lì a casa sotto le coperte. D'altronde a lui cosa interessava di ció che faceva Manuel? L'aveva respinto ed era fuggito come un codardo, presentarglisi davanti in una situazione simile avrebbe solo alimentato il rancore che il maggiore provava nei suoi confronti. Che avrebbe fatto se fosse finito per incrinare maggiormente quel briciolo del rapporto che gli era rimasto?

Eppure Simone non poteva fare a meno di pensare a quel bacio.
Non riusciva a non pensare a quelle labbra morbide che tanto desiderava sfiorassero le proprie.
Non riusciva ad ignorare il pensiero di quella persona a lui sconosciuta, per cui probabilmente quel bacio non significava niente, mentre per Simone era stata la causa scatenante di quella rivoluzione dentro di sè.
Non era capace di dimenticare quel poco che c'era stato fra lui e Manuel. Avrebbe voluto, ma non ne era capace.

Doveva ascoltare i suoi amici o fare di testa sua?
Si alzó dal letto senza curarsi minimamente di ció che aveva addosso e uscì di corsa di casa.
Manuel, Manuel, Manuel.

***

La sala lo inghiottì in quel turbinio di gente, musica e alcol. Non ricordava quando fosse entrato l'ultima volta in discoteca, ma doveva ammettere che quell'esperienza non era stata talmente d'impatto da desiderare di rifarla.
Si guardó intorno con fare ansioso, cercando con gli occhi una testa di capelli ricci. Manuel, Manuel, Manuel. Camminó a passo svelto verso il centro della sala, anche se farsi spazio in quel groviglio di gente tutta ammucchiata in pista non era affatto facile.
Sentì all'improvviso un rumore di bicchiere rotto, la musica si affievolì un po' e la folla sembró aprirsi: Manuel era lì in piedi ad osservare i cocci di vetro sparsi sul pavimento. Un ragazzo alto e dai capelli chiari si stava allontanando nervosamente da lui, ma il maggiore era talmente frastornato da non farci neanche molto caso.
Simone si avvicinó a lui con passo rapido, raggiungendolo tra la folla che si era appena uniformata nuovamente. Gli tremavano un po' le mani a fronteggiarsi con lui, l'ansia cresceva dentro il suo stomaco e non poteva fare niente per calmarsi.
Doveva parlargli.

"Manuel, sei ubriaco cotto, ti prego andiamocene da qui." Lo prese per il polso come per tirarlo via con sè, ma il maggiore lo strattonó guardandolo con occhi iniettati d'odio.

"N'te vojo vedè Simó, va' via." Biascicava un po' le parole, non sembrava particolarmente brillo peró.

"Manuel dobbiamo andarcene, non puoi restare qua."

"T'ho detto che n'te vojo vedè, vattene Simone." Il tono di voce del modello si alzó, accompagnato da una punta di fastidio e tanto rancore. Lo guardava con occhi lucidi, anche se non si capiva se fosse a causa dell'alcol o per qualcos'altro, ma in quel momento sembrava davvero intenzionato a mandare via Simone.
Il cuore del più piccolo si spezzó, più per le condizioni in cui era Manuel che per il suo rifiuto.

"Manuel, ti prego..."

"Me dici che cazzo ce stai a fa' qua? Prima me spingi via quando te bacio, poi me tartassi di messaggi e mo sbuchi qua. Me spieghi che cazzo vuoi da me?"
Una freccia. Una punta acuminata sembró infilarsi nel centro del petto di Simone. Avrebbe voluto riversargli addosso tutto ció che si teneva dentro in quel momento, trascinarlo nuovamente al suo fianco e baciarlo, baciarlo fino allo sfinimento, fino a diventare un'unica entità e un unico cuore, eppure non riuscì a dire una sola parola. Era come di pietra.

Cuori d'argillaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora