Simone si sveglia bruscamente quando un raggio di luce gli colpisce il viso in maniera poco delicata.
"Buongiorno principe!"
Sente il rumore delle tende che vengono spalancate di colpo.
"Cazzo," borbotta, mettendosi il cuscino in faccia per ripararsi come può.
"Manuel ma che cazzo fai, è sabato," si lamenta mentre si tira le coperte fin sopra la testa.
"Simò, davvero fai?"
"Cosa?" mugugna trascinando all'infinito quell'ultima a in una lamentela che risuona ovattata grazie al piumone che gli copre la bocca.
Come se non bastasse, viene spogliato anche di quel piccolo scudo quando Manuel pensa bene di strapparglielo di dosso.
"Oddio, te lo sei scordato sul serio," ridacchia Manuel.
"Ma mi dici di cosa stai p- ah, è vero."
Ha davvero il cervello talmente fritto da essersi dimenticato del suo stesso compleanno?
"Guarda 'n po' là," gli dice Manuel con le mani sui fianchi facendo cenno al comodino.
C'è un vassoio di legno con sopra una ciotola di tiramisù - il dolce preferito di Simone - dentro cui è piantata in maniera piuttosto precaria una candelina accesa.
Simone riesce a vedere anche una tazza di caffè e latte, ma la cosa che più lo sorprende è un mazzolino di margherite legate insieme con un nastrino.
Già sente le guance più calde, ma è certo di andare a fuoco quando Manuel gli scompiglia i ricci e gli dà un bacio sulla fronte.
"Dai su, spegni sta candelina che sennò te magni tiramisù al gusto cera, tipo 'e caramelle de Silente."
"Tanti auguri, Bambi," aggiunge poi tutto soddisfatto, e c'è una sfumatura dolce nella sua voce che ha preso per un istante il posto del solito tono scherzoso e un po' distaccato.
"Dai, Manu..." dice Simone con un tenero broncio.
Ci prova davvero a fingere che quel soprannome lo infastidisca, ma la verità è che gli fa sciogliere il cuore, altro che cera.
Vorrebbe poter fotografare con la mente l'intimità di questo momento.
Momento che, naturalmente, viene interrotto da Jacopo che salta sul letto di Simone e lo schiaccia sotto il proprio peso.
"Buon compleanno fratellino," gli urla in un orecchio, giusto perché sa che - soprattutto quando è appena sveglio - Simone di secondo nome fa irritabile.
"Ma fratellino cosa, che abbiamo mezzo minuto di differenza."
"Il mezzo minuto più rilassante d'a vita mia, pulce," gli dice Jacopo, schioccandogli un bacio sulla guancia per poi rialzarsi.
"Seh, vaffanculo va'," farfuglia Simone.
"Sisì, t'adoro pure io. Vuoi annà insieme stasera o t'arrangi?"
"Andare dove?"
Jacopo rivolge uno sguardo incredulo a Manuel come dire ma è scemo?
Quello scuote la testa e alza le mani per poi lasciarle ricadere lungo i fianchi.
"Lascia sta', te dico solo che quanno l'ho svegliato manco se ricordava che è il compleanno vostro."
"Mamma mia Simo, me dovrebbero pagà pe' statte appresso a te," lo punzecchia Jacopo.
"E infatti non ti obbliga nessuno," gli risponde sfregandosi col dorso della mano gli occhi ancora mezzi chiusi.
Manuel e Jacopo si scambiano un sorrisetto complice perché riescono a leggere Simone come fosse un libro aperto.
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fuck it if I can't have him🫀
Fanfictionvaffanculo a tutto quanto se non posso avere te, e vaffanculo a te perché non posso avere noi.