Un'altra lezione: il seno

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La settimana successiva, mentre ero immersa nelle mie solite lezioni, mi ritrovai di nuovo con lui. La tensione nell'aria era palpabile, un sottile brivido di anticipazione mi percorreva la pelle. Quella prima ora passò tranquillamente, come se nulla fosse, mentre affrontavamo il nostro solito compito. Mi corresse, come sempre, con quel tono autorevole che mi faceva fremere leggermente dentro.

Ma poi arrivò la successiva, e tutto cambiò.

Quando si avvicinò a me, il cuore mi martellava nel petto come un tamburo impazzito. La sua presenza era come un fuoco che ardeva dentro di me, bruciante e irresistibile. Poi sentii la seta della benda avvolgermi gli occhi, privandomi della vista. La mia respirazione si fece più profonda, anticipando ciò che sapevo sarebbe successo.

Lo sentii avvicinarsi ancora di più, il suo respiro caldo sulla mia pelle, e pensai che mi volesse mettere di nuovo il suo cazzo in bocca e farmi apprezzare la sua crema al solo pensiero un brivido di piacere mi attraversava l'anima. Era una sorpresa, una dolce e provocante sorpresa che mi faceva desiderare di più.

Le sue labbra calde e affamate esploravano il mio collo con una passione incontenibile, facendomi fremere di desiderio. Lentamente, con una maestria che mi lasciava senza fiato, le sue mani si insinuarono sotto la mia maglietta, sollevandola con una mossa fluida. Il tessuto scivolò via, rivelando la mia pelle ansiosa sotto di esso.

Con destrezza, liberò il mio seno dal suo confinamento, lasciando che l'aria fresca lo accarezzasse. I suoi baci caldi e umidi bruciavano sulla mia pelle, facendomi gemere di piacere. Non riuscivo a distinguere il tempo che passava, perso nell'estasi del suo tocco esperto. Le sue mani, forti e sicure, esploravano ogni curva, mentre la sua bocca esplorava i miei capezzoli con una lussuria irresistibile.

Un brivido di piacere e dolore si intrecciava in un vortice avvolgente, lasciandomi senza fiato. Tentai di afferrarlo, di toccarlo, ma la sua mano fermò il mio gesto.

Poi, con un movimento fluido e deciso, sentii i suoi pantaloni cedere sotto la sua mano decisa. Il suo cazzo, rigido e pulsante, si liberò, invitante e potente. La sua mano si sovrappose alla mia, guidandola lungo l'asta rigida con una lenta e tormentata carezza. Mi lasciò senza fiato, senza controllo, mentre la mia mano lo seguiva con una lussuria indomabile.

Ogni movimento era un'esplosione di desiderio.

Il silenzio intorno a noi era assordante, rotto solo dal ritmico respiro accelerato che riempiva l'aria carica di tensione. Ogni movimento, ogni sussulto era un grido silenzioso di desiderio, un'ardente danza di passione e lussuria.

Mi guidò con maestria, facendomi scivolare lungo il suo membro con una dolcezza tortuosa. Ogni movimento, ogni carezza era una promessa di piacere infinito, un viaggio senza ritorno nell'abisso del desiderio.

Le mie mani, ormai esperte nel loro compito, lo seguivano con una lenta e sensuale carezza, mentre le sue palpitanti palle giacevano nella mia mano, una promessa di piacere ancora da esplorare.

Le sue mani, forti e decise, si aggrappavano al mio seno con una fermezza possessiva, mentre il suo tocco provocante mi faceva gemere di piacere. Ogni strizzata, ogni tirata dei miei capezzoli era un'esplosione di sensazioni, un turbine di desiderio che mi lasciava senza fiato.

E mentre il piacere mi inondava, sentivo il mio corpo rispondere con una lussuria incontenibile. Ero bagnata, desiderosa di più, pronta ad abbandonarmi completamente a lui. E in quel momento, nell'oscurità del desiderio, sapevo di essere pronta a cedere, pronta a lasciarmi andare e ad immergermi completamente nel fuoco della passione.

Il suo tocco deciso mi trattenne, interrompendo il ritmo frenetico della mia mano lungo il suo cazzo pulsante. La sua presa era ferma, sicura, mentre con l'altra mano continuavo la lenta carezza sulle sue palle tese.

E poi, come un'esplosione di desiderio represso, un gemito si sollevò nel silenzio intenso, preludio al suo rilascio. Sentii il calore dei suoi fiotti di piacere sprigionarsi sul mio petto, un segno tangibile della sua passione incontenibile. Ogni goccia era un'offerta, un dono di desiderio che mi avvolgeva, lasciandomi senza fiato.

Senza parole, senza bisogno di istruzioni, mi chinai senza esitazione, la mia bocca ansiosa di assaporare ogni traccia del suo piacere. La sborra ora era diventata una dolce tentazione che desideravo ardentemente. Con cura e devozione, ripulii ogni traccia del suo godimento, assaporando ogni goccia con una lussuria insaziabile.

E mentre il suo cazzo perdeva lentamente la sua turgidità, la mia lingua continuava il suo gioco, accendendo nuovamente la fiamma della sua passione. Ogni colpo di lingua era un invito al piacere, una promessa di estasi senza fine.

Nel silenzio che seguì, potevo percepire la fresca traccia dello sperma che scivolava lungo il mio petto, trasformando il caldo nettare in una sensazione fresca e rivitalizzante. Carlo si allontanò lentamente, ritirando il suo cazzo dalla mia bocca, mentre io rimanevo seduta, il seno scoperto e bagnato dal suo dono di piacere, nel cuore della stanza e ancora bendata.

Sentii le sue mani avvolgermi con delicatezza, sollevandomi e guidandomi in un viaggio senza meta. Ogni passo era un'incognita, fino a quando finalmente mi fermò e mi tolse la benda dagli occhi. Guardai in uno specchio, e lì, riflessa, vidi la mia immagine. Il mio seno, un mosaico di piacere e desiderio, era completamente ricoperto della sua essenza, una mescolanza di bianco e traslucido che ne esaltava la bellezza.

Contai almeno tre schizzi, ognuno una testimonianza del suo godimento. Le tracce scivolavano lungo il mio corpo, creando un percorso sinuoso e invitante. Una parte scivolava tra i miei seni, un'altra preferì un viaggio più lungo, seguendo la linea dell'areola fino al capezzolo.

Carlo, dietro di me, osservava il riflesso di noi stessi nello specchio, la sua essenza ancora brillante sul mio petto. Con gentilezza, prese il mio dito e lo condusse alla goccia sospesa sul capezzolo, raccogliendola con cura e portandomela alla bocca. Ripeté questo gesto con una devozione quasi reverenziale, finché il mio petto non fu pulito dalla sua sborra.

Tornammo nella stanza che solitamente ospitava le nostre lezioni, e per la prima volta da quando tutto era cominciato, Carlo si compose e mi rivolse una domanda diretta: cosa ne pensavo di quelle lezioni? La sua voce, carica di una nuova intonazione, mi fece rabbrividire di anticipazione. Era il momento della verità, l'occasione di esprimere i miei desideri più profondi.

Era una domanda semplice, ma carica di significato. La risposta avrebbe determinato il corso delle nostre interazioni, avrebbe delineato il confine tra l'innocenza e il desiderio bruciante che ardeva dentro di me. E in quel momento, con il cuore che batteva furiosamente nel petto, lo guardai dritto negli occhi e risposi con fermezza: volevo continuare.

Non era solo una risposta alla sua domanda, ma un'espressione del desiderio che bruciava dentro di me. Volevo scopare, volevo che fosse lui, solo lui, a farmi perdere la verginità. Il mio corpo fremeva di anticipazione, desideroso di abbandonarsi completamente al fuoco della passione.


Le lezioni proibite del professore di latinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora