Cristina

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Cristina, una diciasettenne dai lunghi capelli neri, occhi verdi foglia e dalla corporatura minuta, si era da poco trasferita perché la madre aveva bisogno di lavoro.

Quando ricevette questa notizia ne era entusiasta, non aveva amici nel suo Paese Natale e sperava di farsene di nuovi appena arrivata nella nuova città.

<<Cazzo, sono di nuovo in ritardo per scuola>>

Si infilò velocemente la sua divisa scolastica, scese frettolosa le scale e corse subito a scuola.

Fino a quel giorno non aveva ancora fatto amicizia per il suo carattere timido ed introverso, ma sta volta, le sembrava finalmente la volta buona; era determinata a farsi almeno un amico.

Durante il mese che aveva passato nel nuovo paese, aveva notato diversi ragazzi con cui avrebbe voluto fare amicizia e avrebbe voluto conoscere, ma non aveva avuto il coraggio di andare a parlargli.

Seguì le prime ore di lezione, quando poi arrivò la ricreazione, tutti i suoi compagni uscirono dall'aula per andare a mangiare all'aperto con i loro amici, solitamente restava lì e mangiava sola, ma sta volta decise di uscire, andò nel cortile, tutti stavano in gruppo, ridevano e scherzavano tra di loro, e poi c'era lei, senza nessuno, si sentiva fuori posto, desiderava anche lei avere un qualcuno con cui passare il tempo della ricreazione a scuola e magari anche fuori.

Ritornò in classe e mangiò sola, per poi proseguire le lezioni.

Al termine di esse, corse a casa, sentiva di dover scappare da quel posto, voleva tornare subito a casa, ma allo stesso momento non voleva, non aveva un buon rapporto con sua madre, sembrava quasi che lei la odiasse a tratti.

Suo padre ormai non c'era più, scappò quando lei era ancora una bambina, non aveva molti ricordi di lui, e ne era per parte felice, anche se in fondo gli mancava; era un buon padre sempre presente e disponibile, ma qualche anno prima che scappò aveva iniziato ad abusare di lei e di sua madre lasciandole dei profondi traumi.

Controvoglia arrivò a casa, appena entrò si tolse le scarpe e posò lo zaino, in casa c'era un silenzio tombale, era abbastanza convinta sua madre era arrabbiata con lei, senza un motivo, come spesso accadeva.

Andò in cucina per vedere se era pronto il pranzo, e trovò sua madre già seduta a tavola che la aspettava.

<<Buongiorno mamma>>

Non ricevette nessuna risposta, la madre non si degnò nemmeno di guardarla.

Cristina si sedette a tavola, ed iniziarono a mangiare, dopo un po' che il pranzo proseguiva in silenzio, la madre decise di rivolgerle la parola.

<<Sei riuscita a fare amicizia a scuola?>>

Smisero di mangiare, la guardava con un volto misto tra delusione e rabbia, come se sapesse già quale sarebbe stata la risposta.

Non si aspettava una domanda del genere, non si era mai interessata a ciò.

Abbassò lo sguardo e con una voce bassa e tremolante, come se sarebbe potuta scoppiare a breve in un pianto rispose.

<<No...no ci sono ancora riuscita>>

<<Ecco, lo sapevo, hai 17 anni e non hai mai avuto un'amica, dici sempre che sono gli altri a non essere adatti e che non sono 'sbagliati', ma io credo che qui l'unica sbagliata sei tu>>

Le parole della madre le facevano male, ma fingeva non le importava, per quanto volesse risponderle non lo faceva perché sarebbe scoppiata in un pianto e non voleva farsi vedere debole di fronte a sua madre, non voleva farle sapere come realmente la faceva sentire.

<<Quindi? Smettila di ignorarmi, perché non hai ancora fatto amicizia?>>

<<Le lezioni sono lunghe ed impegnative ed il tempo per la ricreazione è pochissimo >>

Si era inventata una bugia, non voleva sentire sua madre lamentarsi.

<<Certo, e pensi io ti creda? Dopo ogni lezione avete un po' di tempo per prepararvi alla prossima lezione, e la ricreazione dura ben 15 minuti!>>

Cristina si immobilizzò, alzo lo sguardo, la guardò per qualche secondo per poi riprendere a mangiare.

<<Ma io cosa ho sbagliato nel crescerti, non hai amici e di conseguenza non esci mai, sei un asociale, sei sbagliata, ma non capisci, è colpa mia? Forse ho sbagliato io a crescerti, o forse sei tu il problema>>

Mentre la madre parlava, fingeva di non sentirla, prese il suo zaino ed uscì.

Voleva andare il più lontano possibile, voleva stare lontana per un po' da casa sua e da sua madre.

Non conosceva il posto, non sapeva dove andare, ma continuò a camminare, fino a quando non arrivò in un parco giochi.

Aveva camminato molto, si sedette sull'altalena e decise di fermarsi lì per qualche ora.

Il tempo le sembrava non passare, fino a quando le si avvicinò questo ragazzo alto che si sedette di fianco a lei.

Love is StrangeWhere stories live. Discover now