Preoccupazione

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Erano passate un paio d'ore, Cristina non era ancora tornata a casa.

La madre stava preparando la cena, sta sera avevano ospiti, era da molto non accadeva, non andava mai nessuno a trovarli, ma quelle poche volte succedeva lei si divertiva a cucinare tantissime pietanze diverse.

La tavola era apparecchiata, la cucina pulita, quando suonò il campanello.

<<Buonasera cara, da quanto tempo!!>>

Si diedero un abbraccio

<<Buonasera Sofia, accomodati, come stai?>>

<<Tutto bene cara, a te? Sono anni non ci sentivamo>>

Nel mentre sono arrivate in cucina, Sofia alla vista di quel tavolo così pieno rimase sorpresa

<<Quante cose!! Sicura non le hai ordinate ad un ristorante???>>

<<No no ahah, quando mi sposai ho imparato a cucinare, sono anni ormai, dai sediamoci ed iniziamo a mangiare>>

Si sedettero ed iniziarono a mangiare.

<<Hai detto ti sei sposata, dov'è tuo marito?>>

Alla domanda rabbrividì <<Ci siamo divorziati diversi anni fa, tu invece? Sei riuscita a trovare un uomo o continui a cambiarlo ogni settimana?>>

Risero.

<<No no, ho rinunciato a cercarlo, sto meglio da sola>>

Continuarono a parlare per il resto della sera finché non si fece tarda notte.

<<Cara sono l'una di notte, devo tornare a casa>>

<<Di già? Non me ne ero proprio accorta>>

<<Il tempo è proprio volato, ora vado, magari prossima volta vieni tu a casa mia>>

<<Va benissimo Sofia, alla prossima>>

Appena Sofia se ne andò, andò in camera di Cristina a controllare se per caso fosse tornata, ma ancora nulla.

Senza darci troppo penso andò a dormire.

La mattina appena sveglia, la prima cosa fece fu andare a controllare se c'era Cristina in camera, ma appena aprì la porta, la stanza era vuota, non era ancora tornata.

La situazione la turbava, ma voleva pensare che sua figlia avesse finalmente fatto amicizia ed era solo andata a dormire a casa di un'amica.

Svolse le sue commissioni, preparò il pranzo, anche per Cristina, ma non si presentò.

Finì un altro giorno e non era ancora rientrata.

Erano ormai passati due giorni e Cristina non era ancora tornata a casa, la madre era sotto tensione, aveva il timore che alla sua unica figlia fosse successo qualcosa.

Da quella sera non è riuscita a dormire, né tantomeno a lavorare, voleva rivedere sua figlia.

Quella mattina decise di farsi forza, e di andare a denunciare la scomparsa alle autorità, così si lavò il volto, si vestì ed uscì;

<<Buongiorno, vorrei denunciare una scomparsa>>

I due poliziotti si guardarono, uno sussurrò <<Un'altra scomparsa, è il terzo solo in questo mese e delle persone scomparse non ci sono tracce>>

<<Signora, chi è sparito? Ci serve il nome ed una descrizione della persona, se possibile preferiremmo una foto, ed il vostro nome>>

<<Il mio nome è Geltrude..>> scoppiò a piangere e continuò la frase singhiozzando

<<Mia figlia... Cristina... due giorni fa dopo una discussione è scappata di casa e non è più tornata....>>

<<Perché avete aspettato tutto questo tempo per denunciare la sua scomparsa? Ci può fornire informazioni sul suo aspetto?>>

Nel mentre l'altro poliziotto appuntava tutto ciò la signora diceva sul suo computer.

<<Certo.. ha lunghi capelli neri, occhi verdi ed una corporatura minuta..>>

<<In questi ultimi mesi stiamo ricevendo diverse denunce, ma non riusciamo a trovare il colpevole, le persone rapite hanno tutte due cose che le accomunano... il sesso e l'età>>

<<Signora ma sua figlia quanti anni ha?>>

<<Ha 17 anni..>>

I due poliziotti si guardarono per un secondo<<Proprio come gli altri, le persone scomparse sono tutte donne e l'età varia dai 15 ai 20 anni>>

Geltrude aveva smesso di piangere e si era leggermente calmata, ma aveva paura non avrebbe rivisto mai più sua figlia.

<<Posso aiutare in qualche modo con le indagini?>>

Rimasero sconvolti nel sentire questa frase, nessuno fin ora aveva mai chiesto una cosa del genere.

<<Signora ma ne è sicura? È pericoloso, rischia di essere la prossima vittima>>

<<Ne sono sicura, voglio rivedere la mia Cristina, cosa posso fare?>>

<<Va bene signora, se ne è proprio sicura....>>

Aprì il cassetto ed iniziò a frugarci fin quando non trovò un walkie talkie

<<Ecco signora, questo walkie talkie è collegato ad i nostri, se troverà indizi o persone sospette, non esiti ad usarlo>>

Geltrude lo prese, salutò i poliziotti ed uscì dalla caserma.

Iniziò a vagare per la città senza meta, non capiva come fosse possibile, come poteva esserle successo qualcosa, iniziò a porsi mille quesiti, possibile sia stata rapita? La colpa dell'accaduto è mia? E se fosse morta? Non sapeva nulla.

Nel mentre si fece sera, torno a casa ed appena rientrò corse in camera di Cristina, era ancora vuota, scoppiò a piangere, ancora non si capacitava della scomparsa.

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⏰ Last updated: Nov 04, 2024 ⏰

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