1 - 𝘐 𝘥𝘦𝘮𝘰𝘯𝘪 𝘶𝘴𝘢𝘯𝘰 𝘪𝘭 𝘣𝘢𝘴𝘵𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘢 𝘱𝘢𝘴𝘴𝘦𝘨𝘨𝘪𝘰 (Haborym pt. I)

73 5 13
                                    


IL LIBRO DI ARGOROTH

1.

I demoni usano il bastone da passeggio


Quinta Era (Shey)

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Quinta Era (Shey)

Quella notte sarebbe caduta qualche testa.

In particolare quella del monsignore Martius, che si agitava a destra e a manca quasi fino a torcergli i muscoli, in cerca di una via d'uscita da quella ragnatela di sottili gallerie che erano le fogne di Aragopoli.

Eppure, non c'era preghiera che potesse salvarlo, non con un cappio al collo e una triade di fanatici di Xatozl, Signore del Sottomondo, che lo trascinavano fra i liquami marcescenti.

Tra la timida luce luce delle lanterne portate dai cultisti, si accorse delle strie color ruggine lungo le pareti, unica bussola d'orientamento per non perdere la strada del tempio.

Stupidamente, gli passò per la testa che forse era vero ciò che si diceva a proposito dei seguaci della Bestia Nera: avevano l'olfatto simile a quello dei segugi, quando si trattava di intercettare l'odore del sangue.

In fondo al tunnel comparve un disco dorato, poi quel disco si allargò e divenne un'uscita.

Il monsignore Martius venne gettato al centro di una pedana circolare, e l'impatto con la pietra fece vibrare le sue vecchie ossa come forcelle di diapason.

Qualcuno cominciò a cantare. Una voce profonda, baritonale, che metteva insieme parole nell'antica lingua solare di Aragopoli, forse persino antecedente al Concilio di Colbagne e alla fondazione della Chiesa stessa.

Alla voce se ne aggiunse un'altra, e un'altra ancora, finché nel tempio non si diffuse una tetra nenia funebre.

Il monsignore alzò lo sguardo. Gli spalti erano disseminati di ombre nere che dondolavano in trance. Capì che non si trattava di ombre, ma dei cultisti venuti per assistere alla sua esecuzione, tutti con addosso cappucci a punta e cappe nere che arrivavano fino ai piedi. I loro volti erano coperti da maschere bianche a forma di ovale perfetto, con due piccoli fori al posto degli occhi e le labbra a cuore pitturate d'inchiostro.

Al centro della pedana c'era una vasca vuota.

Dalla massa ondeggiante si staccò un'ombra che gli venne incontro senza mai sobbalzare, quasi non toccasse terra con i piedi. Si sfilò il cappuccio e una cascata di capelli rosso cremisi, lisci e pesanti, si srotolò lungo la sua schiena fino a sfiorarle le caviglie.

«Sapete perché siete qui oggi?» chiese una voce di donna dall'altra parte della maschera.

Il monsignore gracchiò: «Ho perso il favore della Curia. Ma è stato tutto un malinteso, e voi, voi...»

Il libro di Argoroth | 𝐅𝐚𝐧𝐭𝐚𝐬𝐲 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐜𝐨 (𝐗𝐕𝐈𝐈 𝐬𝐞𝐜.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora