3. Allucinazioni

9 1 0
                                    

Titubai i primi secondi, avevamo preso a suonare ma nessuno ci stava davvero ascoltando, sembravano tutti troppo concentrati o forse troppo fatti perché si girassero verso il palco anche solo per un secondo.

Non so cosa mi aspettassi, ma di solito i nostri pezzi suscitavano un qualche tipo di reazione nelle persone, che fossero occhiatine bigotte o urletti esaltati.

In una attimo avevo l'autostima sotto terra, forse non eravamo abbastanza bravi, forse non suonavamo pezzi abbastanza belli, sentii l'agitazione salire, quel bisogno di sprofondare inghiottiti da una voragine senza fine.

Feci un bel respiro mentre le dita continuavano a scorrere sui tasti indisturbate: ero una ragazza di diciassette anni sulla carta, a volte però mi sembrava di avere l'emotività di una bambina di cinque.

Per fortuna non ci volle poi molto prima che realizzassi quanto precipitosa fossi stata, mi ero agitata ad una velocità imbarazzante pensando subito al peggio.

Invece, quando la voce di Cade oltrepassò i fumi dell'alcol e l'inibizione degli stupefacenti, la folla cominciò piano ad incuriosirsi.
Poco a poco cominciarono a muoversi a tempo con i colpi di Red e poi sempre più veloce sotto ai bassi di Reav.

Più attenzioni riuscivamo a catturare più persone si interessavano, come uno strano domino.

Qualcosa era finalmente scattato nel pubblico e prima che potessimo accorgercene erano tutti rivolti verso di noi, euforici.
Al secondo ritornello sembrava la sapessero già a memoria mentre urlavano quelle poche battute che avevano imparato con facilità.

Chiusi gli occhi mentre mi facevo trasportare dal caos. Avevo dimenticato la sensazione inebriante che ti invade dall'alto del palco sopra la folla, il fermento di un locale strapieno. Avevo dimenticato cosa si provava a sentire la propria musica cantata a squarciagola da decine di sconosciuti. Il senso di estrema soddisfazione, quasi potere.

Mi ritrovai a sorridere tra me e me mentre da dietro la mia tastiera continuavo a godermi la scena dei miei amici gasati e felici da impazzire che si scatenavano e incitavano la folla.

Red era una vera e propria furia, una tempesta di fuoco, era così che si presentava da fuori in quel turbinio di capelli rossi e vaporosi, con i tacchi chilometrici che in ogni caso non sarebbero bastati a farla sembrare alta e la gonnellina di pelle che la stringeva in tutti i punti giusti.

I suoi non l'avevano mai capito, avevano sperato fino all'ultimo che si rivelasse il fiorellino delicato che aveva ispirato il suo nome: Rose.
A Rose sarebbe dovuta piacere la danza classica, gli eventi di alta società e il color rosa pastello.
Per un po' aveva funzionato, la loro Rose era prima della classe, capo delle cheerleader, sempre impeccabile, mai nemmeno l'ombra della ricrescita rossa sotto a tutto quel calvario di piastra e acqua ossigenata.
Poi all'inizio dell'anno aveva conosciuto Raev, Raev il bassista con più inchiostro che sangue sottopelle e quel giubbotto borchiato dall'aria rock-punk, allora lei più che decorata di petali si era ricoperta di spine.

Così era nata Red che ora si stava scatenando in uno di quegli assoli magici che faceva con la batteria.

Il brano si concluse tra le urla esaltate del locale, perfino quella donna di gelido basalto sembrava avere l'ombra di un sorriso mentre ci guardava da dietro il bancone.
Fece un cenno con la testa, come di approvazione, poi si voltò seguita da una figura estremamente alta e inquietante.
Doveva essere un ragazzo come noi, il portamento elegante ricordava un po' la donna ma la camicia nera leggermente sbottonata e i ricci scuri scompigliati gli davano un'aria vagamente ribelle.

Mi accorsi di averlo fissato troppo quando si girò, squadrandomi a sua volta, gelido e superbo come una di quelle imperturbabili statue vittoriane.

Fù solo un istante prima che sparisse nel retro con la donna; quegli occhi però mi erano già fin troppo famigliari:
era lui ne ero sicura, era lo sconosciuto che ci stava fissando al bancone.

Limite e Delirio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora