Erano le tre del mattino quando finalmente riuscimmo a lasciare il locale con i nostri più che meritati 50 dollari.
Ci reggevamo a malapena in piedi, Cade aveva la voce gracchiante e Raev si era caricato Red sulla spalla dopo che quest'ultima si era appisolata su uno degli sgabelli del bancone.
Phil era forse quello più andato, dopo aver cercato di saltarmi sulla schiena per dieci minuti buoni si era arreso, strascicando ogni passo appeso alle spalle di Cade.
Non era la prima volta che ci riducevamo in quelle condizioni e avevamo buone probabilità di tornare a casa, o almeno così speravo.
A distanziarci dalla nostra 'residenza' erano tre stradine sufficentemente illuminate, sei fermate della metro, 4 angoli inquietanti e un lungo vicolo estremamente buio.
Fù proprio in quest'ultimo che le nostre probabilità di arrivare alla fine del percorso sani e salvi calarono drasticamente.Avevamo quasi superato il valico quando mi voltai come di riflesso senza un motivo apparente, avevo solo una strana sensazione, uno sguardo bruciante sulla pelle.
Niente, solo tanto buio.
I ragazzi continuavano a parlottare tra loro, ma io non riuscivo a seguire il discorso, la mente mi riportava costantemente a quella sensazione: come rivoli di vetro liquido lungo la spina dorsale.
Smettila Nirya, nessuno vi sta 'ossevando nell'ombra'.
Forse però avrei dovuto dare ascolto al mio istinto almeno quella volta.
"Tutto bene Ry?"
Sussultai, era solo Raev che si era staccato dal gruppo per avvicinarsi apprensivo.
"Si, tranquillo, sono solo un po' sovrappensiero." cercai di suonare convincente ma i miei occhi tornavano a quell'angolo buio in preda alla paranoia.
Lui, a sua volta, cercò una risposta nella direzione del mio sguardo.
"Hai visto qualcosa?"
Quella sua domanda scatenò interesse anche negli altri che, ugualmente apprensivi, tentarono di trovare in tutto quel buio la risposta alla mia preoccupazione.Ora che eravamo tutti fermi e in silenzio l'atmosfera era decisamente più inquietante. Una sensazione un po' ovattata e nauseante ci aveva seguito dal locale e poco a poco ci stavamo rendendo conto di quando in realtà fosse vicina e soffocante.
Un rumore, un brusio costante, frenetico.
"Ragazzi dovremmo andarcene, e in fretta." borbottò Cade.
"Concordo." gli fece eco Red.Nessuno si mosse però.
"Dovremmo correre?" sparò Phil appena tornato da qualche realtà caleidoscopica."Scommetto che è solo un gatto, starà frugando nella spazzatura."
Feci qualche passo verso il baluginio metallico nell'ombra.
Il cuore batteva prepotente, come se da un momento all'altro avrebbe potuto fracassarmi la cassa toracica e saltare fuori.Respira è solo un gattino.
Ancora brusio, poi un colpo più forte degli altri. Silenzio.
Una figura uscì dall'ombra, dirigendosi spedita verso di noi, e prima ancora che iniziassimo a scappare un miagolio acuto fece scoppiare a ridere i quattro ragazzi dietro di me.
Sorrisi guardando sollevata la piccola palla di pelo nera.
Mi abbassai alla sua altezza, il micetto era seduto di fronte a me con le orecchie grandi e il manto lucido, era poco più di un cucciolo ma non si sarebbe detto malnutrito o randagio.Miagolò di nuovo, sempre seduto compostamente di fronte a noi; sembrava quasi guardarti dirtto negli occhi.
Allungai una mano per fargliela annusare ma prima che potessi completare il gesto la creaturina trotterellò tranquilla alle nostre spalle, fuori dalla nostra visuale.
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Limite e Delirio
Romance"È come danzare, su quella corda tesa tra due grattacieli. E queste emozioni ci distruggono perché viviamo ogni momento all'estremo. Tutti sanno che la vita non ci ama, nonostante noi amiamo lei con ogni grammo di agonia, eppure perseveriamo perché...