Un raggio di sole accarezza dolcemente il viso di Manuel.
Si stiracchia tra le lenzuola come un gatto, criogiolandosi nel tepore che lo abbraccia.
Ora aprirà gli occhi, si troverà in camera sua con Simone che dorme nel letto poco distante dal suo, e gli racconterà che ha immaginato una cosa davvero buffissima.
Esita solo un momento, ma è sicuro di non essere pazzo, perciò si decide a abituare lo sguardo alla luce.
No, non è possibile.
La foto sul comodino è ancora lì, ma non è quella la parte che lo preoccupa di più.
Non deve nemmeno girarsi per riconoscere il suono del respiro regolare di Simone, che sta dormendo beato a pochi centimetri da lui.
È necessario che chiami Dante quanto prima per informarlo che suo figlio ha perso completamente il lume della ragione.
Simone deve percepire la sua irrequietezza perché inizia a muoversi tra le coperte fino a svegliarsi - seppur controvoglia.
"Manu? Va tutto bene?"
Manuel è sul punto di gridargli in faccia che si è stufato di questa folle messa in scena, ma viene pietrificato da una realizzazione.
Simone è sincero.
Lo conosce troppo bene per sbagliarsi, è certo che gli vedrebbe attraverso, a questo punto.
Eppure quella rughetta che spicca tra le sopracciglia di Simone lui la trova inconfondibile e sa per certo che gli spunta solo quando Simone è profondamente preoccupato, ma cerca di non darlo a vedere.
Gliel'ha fatta venire lui stesso un centinaio di volte, perché non c'è nessuno al mondo per cui Simone si impensierisca di più, e Manuel non può fare a meno di pensare che rimane un'unica opzione.
"Simò."
"Dimmi, amore," risponde quello, sforzandosi di mostrarsi vigile e pronto ad ascoltare.
"Credo d'esse morto."
Simone schizza a sedere sul letto e inizia a tastarlo ovunque.
"Ti senti male? Devo chiamare qualcuno?" chiede, completamente in preda al panico.
"No- no, cioè. Forse so' impazzito," dice Manuel a sé stesso, sentendo la gola serrarsi talmente tanto da convincerlo che smetterà di respirare.
"Manu, vieni qua," sussurra Simone, tirandoselo al petto fino a farlo rannicchiare li sopra mentre lo stringe a sé.
Ha un modo tutto suo, Simone, di prendere in mano la situazione.
È sempre così incredibilmente dolce, ma Manuel capisce dalla fermezza dei suoi gesti che non intende cedere il controllo.
Ed è proprio quello di cui ha bisogno per tornare a sentire l'ossigeno nei polmoni.
Ed è ancora più frustrante perché non ci sono dubbi: questo è Simone, il suo Simone.
Quello vero.
"Mi dici che ti sta succedendo in questi giorni?" azzarda il minore dopo un po', le labbra che sfiorano appena la fronte di Manuel mentre gli lascia qualche carezza tra i ricci.
E lui non ci pensa proprio a opporre resistenza, che senza quel contatto pensa che il cuore avrebbe già smesso di battere.
Che stupidi pensieri, devono essere frutto di questo universo parallelo.
Manuel si irrigidisce, come congelato nel giro di un secondo.
"Ci pensi mai agli universi paralleli?"
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in another life 💭
FanfictionManuel fa un incidente in macchina e quando si risveglia scopre di essere sposato con Simone, e che insieme hanno due figli. Già, ma come cazzo è possibile? grazie mille @/pezzodilatta per questo prompt meraviglioso