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Manuel è il primo a svegliarsi, benché non siano i raggi del sole ad averlo gentilmente strappato al suo torpore, ma il turbinio dei pensieri che gli vorticano in testa.

Sotto di essa c'è ancora il braccio di Simone - se ne dispiace per un momento, perché è certo che al suo risveglio l'altro avrà la sensazione di aver perso un arto - e il minore gli cinge morbido la vita, tenendolo stretto a sé perfino nell'inconscio.

Ci vuole qualche istante perché gli avvenimenti di qualche ora fa gli tornino alla mente.

Nella penombra del lume fioco offerto in dono dalla luna, Manuel cerca con lo sguardo la foto sul comodino.

È assurdo, pensa, che solo pochi mesi fa si trattenesse dall'aprire gli occhi al mattino, terrorizzato di trovarla ancora lì, mentre adesso il suo stomaco si contorce all'idea di non vederla più.

Si gira piano e lascia un solo bacio sul bicipite di Simone, richiamando a sé tutta la delicatezza del mondo per sforzarsi di non svegliarlo.

Simone mugola soltanto, un adorabile cipiglio compare sulla sua fronte persino nel sonno perché non sente più Manuel tra le sue braccia.

"Mgh" non lasciarmi.

"Shh" resto qui, sono con te.

Manuel ridacchia appena, perché è così tanto da lui lamentarsi ancor prima di aver ripreso coscienza.

Riesce a scorgere i suoi lineamenti distorti in una smorfia di disappunto, e Simone si rigira un po' tra le coperte, che tradotto corrisponde più o meno a fammi dormire tranquillo, stronzo, torna qui.

A lui dispiace un po' disturbare la sua pace, che è così bello quand'è sereno, ma per quanto profondamente rassicurante sia rimanere fra le sue braccia, in questo momento Manuel ha la necessità di vederlo, di studiarlo indisturbato.

Non può certo saperlo, lui, che Simone ha scoperto di essere irrimediabilmente innamorato proprio mentre lo guardava dormire, e che il suo cuore ha continuato a dargli conferme ogni volta che gli occhi si sono posati sui lineamenti rilassati di Manuel.

Dev'essere uno strano scherzo del destino, dunque, che proprio in questo momento, seppur in un corpo un po' più maturo e dentro a una realtà che non gli appartiene, Manuel finalmente capisce.

È nelle lunghe ciglia di Simone che gli sfiorano le guance.

È nella cadenza regolare con cui il suo petto si alza e s'abbassa, donando a Manuel il senso di sicurezza più intenso che abbia mai provato.

È nel suo profumo che si rivela più fondamentale dell'ossigeno stesso, e nel sapore dei suoi baci.

È nella forza perfettamente equilibrata alla cautela con cui lo stringe ed è, più d'ogni cosa, nella sua presenza.

Perché Simone c'è.

E se c'è Simone, allora lui non ha bisogno d'altro.

Per costruire una casa, per avere la forza di lasciare da parte le paure e concedersi un po' di felicità.

C'è qualcosa che ancora lo spaventa, ché forse altro non è che la novità assoluta di un sentimento tanto profondo, tanto radicato nell'anima.

Perché Manuel ha sempre avuto il terrore delle cose belle, poiché sono quelle più dolorose da perdere.

Eppure tutti questi rischi calcolati non gli bastano più, tutto ciò che ha represso dentro una stanza buia ora sta prendendo a calci quella porta, minacciando di buttarla giù con la sola forza dell'amore.

in another life 💭Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora