Sentiva un brusio continuo di persone. Non c'erano più le urla di disperazione, i suoni acuti della gente che gridava e strepitava con la speranza che qualcuno venisse in loro soccorso. Non c'erano più spari. Nessuna esplosione, nessuna voce dentro la sua testa che sommergeva i suoi pensieri con insicurezze e incertezze. Era tutto crollato in una stasi che lo aveva reso piacevolmente sospeso in aria.
Un lungo acufene lo stava inducendo a svegliarsi, tuttavia.
I suoi arti non volevano muoversi, eppure percepiva di essere disteso su qualcosa di comodo che non aveva nulla a che vedere con l'asfalto. Non ricordava nemmeno come diavolo ci fosse finito in quelle condizioni. Si stavano sommando voci, in quell'ambiente ovattato che stava a mano a mano facendosi più nitido, che riguardavano un attacco terroristico.
I civili erano stati portati tutti in salvo, dicevano. I nemici erano tutti morti, continuavano ad esclamare. I medici dovevano disperdersi nella zona, idem le truppe della SWAT che avevano avuto il via libera di intervenire. Intervenire quando? Non c'era stata una bomba sul ponte che lui avrebbe dovuto disinnescare? Era stato di nuovo ferito da non esserne stato in grado?
Il nero delle palpebre venne colpito da qualcosa di luminoso. Le strinse, causando una reazione all'ambiente circostante.«Si sta riprendendo.» sentì, un po' ovattato, ma distinguibile.
Una voce familiare, calda e apprensiva. Sempre apprensiva per tutti coloro che lo circondavano. Arrivò una risposta un po' più distante, ma non la captò. C'era troppa confusione. E la testa? La testa faceva un male cane che soltanto provare a muovere la nuca gli era costato una fitta lancinante che gli fece schiudere le labbra per riprendere fiato. Sollevò le palpebre; un paio di occhi marroni furono obbligati a richiudersi quando il sole oltre le nuvole decise di accoglierlo nel mondo.
Risvegliò le braccia, riuscendo a muoverne uno per quantomeno ripararsi da quell'abbaglio a cui doveva tentare di abituarsi. Nel farlo, toccò qualcosa che era stato posto sulla sua tempia; a giudicare dal tatto, pareva essere una medicazione. Ondeggiò il capo, confuso, notando una figura arrivare a fargli ombra per dargli il tempo e la necessità di rinsavirsi. Anche se in controluce, riconobbe il fisico e la fisionomia da rilassarsi e sospirare, svuotando il petto con la tensione che stava cominciando ad immagazzinarsi nei suoi polmoni.
«Capitano Reed...?» chiamò, volendosi assicurare di non avere le allucinazioni; la vista faticava ad aggiustarsi e quelle fitte continue alla tempia non lo aiutavano per niente.
Tuttavia chi lo stava guardando annuì, abbozzando un sorriso che lo allietò. Non era propriamente in controluce, era lui che non stava ancora abituandosi all'ambiente da avere fatica a riconoscere le figure. Ma cercò di ancorarsi a quella barella dove era stato disteso per sollevare il busto e sedersi.
«Non ti sforzare, Gavin. Devi riposare.» le mani di Gregory si posarono sulle sue spalle per trattenerlo.
Gavin posò le sue al di sopra di esse, scuotendo la testa. «S-Sto bene. Mi sento solo un po'...»
«Spaesato? – concluse il secondo in comando al posto suo con dolcezza. Lui annuì, riuscendo nel frattempo a sedersi ai bordi di quella che si rivelò essere davvero una barella di un pronto soccorso. – È normale. Sei stato colpito alla testa.»
Gavin si morse l'interno della guancia, incupendosi.
Dentro la sua testa aveva delle immagini disorientanti che faticava a ricostruire per bene; nitide erano state le parole che si era scambiato con chi era presente insieme a lui per sgomberare la zona; evidenti e cristallini erano i pensieri che la sua testa aveva partorito da non fargli continuare al meglio l'operazione con la freddezza e lo stoicismo di un soldato; assordanti erano i dolori che stava patendo alle ossa e alla testa per la botta che aveva ricevuto. Eppure dentro di lui sentiva una strana sensazione a cui non riusciva a dare una spiegazione. Non era il senso di fallimento né l'impotenza che lo stava divorando dall'interno.
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MIND OF GLASS: OPERATION Y [REVISIONATO]
Mystery / ThrillerDave Morrison, Capitano del Navy SEAL, è un uomo determinato, autorevole, ma sconsiderato e fiscale. Noah Finley, hacker impeccabile, è un ragazzo distaccato, stoico, ma anche molto ribelle e testardo. Due personalità opposte, non si sopportano e t...