La pioggia dei cappelli

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Tormando a casa vidi il Signore dal cappello buffo e gli corse incontro sapevo che non era allucinazione o almeno volevo esserne sicura.
volevo solo dimostrare a me stessa che non ero pazza, come altri mi avrebbe giudicato se gli avrei detto cosa era successo. Volevo solo sapere quale fosse il suo vero nome. Non riusciamo a prenderlo ma volevo comunque sapere chi era quindi cerca su internet; non ebbi riscontro al mio identikit.
Cerca i sui social ma niente era come se non esistesse.
Tornai nella via dove l'avevo visto prima ed era la stessa in cui aveva perso il cappello, mi accostai lì per vedere se sarebbe tornato.
Lo fece ma andò nella direzione opposta, io comincio a inseguirlo ma lo vidi troppo tardi.
Fortunatamente presi una strada che portava da una sola parte cioè un insieme di casine .
Cominciare a correre girare l'angolo e non c'era ma decisi di proseguire su quella strada.
Ad un certo punto non sai un bivio che non avevo mai visto, era molto strano.
Un bivio saliva e da lì proveniva la luce accecante mentre l'altro invece scendeva e da lì proveniva un forte odore di bruciato.
Mi sentivo un po' un aninima che doveva scegliere tra l'inferno o il paradiso volevo solo sapere dove era andato. Decisi di andare al Paradiso in fondo se il mio paragone era giusto ci si doveva stare bene .
Li trovai solo delle case, case bianche per l'esattezza. Decisi di andare fino in fondo e guardando i cognomi della gente, ma nessuna mi sembrava adatto per il nostro amico del cappello.
Mi ricordai tu Signore passando aveva in mano una busta forse dovevo solo cercare di sforzarmi di ricordare cosa ci fosse scritto.
Ecco 《 Marino Fontanelli》.
Negozio molto di lusso, speravo con tutto il cuore che fosse un cliente abituale, ma ormai non ci speravo più .
Arrivare a metà della strada quando rinunciare e desiderai di tornare al bivio.
Ormai mi aveva incuriosito tanto quel bivio e volevo scoprire cosa c'è sotto.
Andando sotto della lava scendere che mi preoccupa è molto che non sapevo ci fossero vulcani nella mia città.
Arrivata in fondo c'è un cancello, un cancello rosso .
Il vicino è sempre di più e da lontano è piccolino era sempre più imponente.
Quel posto era tutto recintato e sembrava un vecchio castello abbandonato di quello che c'erano i film di paura oppure nei giochi horror.
Suonare al campanello è preso in mano il mio blochettino.
Avevo deciso di voler vedere cosa c'era dentro.
Suonai il campanello e dissi che dovevo intervistare il padrone del castello .
Entrando visi una targhetta c'era scritto 《Castello Funebre 》.
Mi raggelo il sangue ; inizia a tremare e per mantenera la calma deglutí.
Dissi : " Mi scusi è per caso lei il padrone del castello vorrei fargli una piccola intervista "mi rispose con voce tranquilla e funebre " No, io sono solo una delle tante cameriere del signor Wolfmor ".
Arrivo in un ufficio, un ufficio molto grande, non vedo l'ora di conoscerlo ma d'un tratto vedo il cappello che aveva perso.
Feci un passo in dietro, era insanguinato , sangue fresco. Nel ufficio non c'era nessuno.....
ERA PIENA DI CAPPELLI INSANGUINATI.

il cappello perdutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora