Sei molto attraente, Il tuo modo di camminare provoca in me strani turbamenti. Ti pedino come fossi uno di quegli investigatori privati che si vedevano nei vecchi film di una volta, ma non ho un cappello e un impermeabile addosso né tanto meno un lente d'ingrandimento in tasca, mi muovo nell'ombra della notte seguendo il rumore dei tuoi tacchi che risuonano tra i portici deserti di una chiesa. Percorri poche centinaia di metri ed entri in un locale, uno di quei pub con la musica alta e pieno di gente alla moda. Probabilmente il tuo sesto senso ti dice che sono dietro di te e una deserta strada notturna non è un luogo sicuro per una ragazza sola come te. Ti siedi ad un tavolo, sei solitaria e taciturna. Le persone intorno a te ballano e ridono, ma tu nemmeno le guardi. Fissi il bicchiere del cocktail alla frutta che ti sei presa, ma non lo bevi. Sembra quasi che tu abbia un mondo tutto tuo dove vivere, composto solo dai tuoi pensieri. Già chissà a cosa pensi? Questo tuo stato di alienazione scalfisce le mie sicurezze, non mi sento ancora pronto per avvicinarti e parlarti. Mi siedo al bancone e ordino un whisky scozzese: mi aiuterà a pensare a qualcosa di intelligente da dirti per apparire interessante ai tuoi occhi. Il bicchiere si svuota rapidamente. Ne prendo un altro. Bevo con gusto anche il secondo poi finalmente mi decido, mi alzo dallo sgabello e mi dirigo verso di te, ma faccio solo pochi passi perché incredibilmente anche tu ti alzi: Allora ti sei accorta che ti sto seguendo! Penso che tu voglia scappare di nuovo ma a sorpresa vieni verso di me.
Ecco ora siamo faccia a faccia e ci guardiamo negli occhi.
Ho paura di una tua reazione e che mi tiri un ceffone o ti metta ad urlare pensando che ti voglia fare del male. Mi presento. Sorridi, ma non dici il tuo nome. Mi prendi una mano e fai cenno di seguirti.
Sono confuso.
Mi conduci ad una porta del locale che dal retro da su un vicolo buio e maleodorante. C'è puzza di spazzatura e di piscio di qualche barbone ubriaco. Insomma non è proprio il posto ideale per una ragazza.
Mi spingi contro il muro e inizi a baciarmi. Sono sempre più confuso. Ma in fondo non è così male anzi mi piace proprio questo colpo di scena che mi hai riservato. Chiudo gli occhi per godere meglio del piacere dei tuoi baci... Sento le tue labbra umide accarezzare la mia pelle, è una sensazione provata mille volte ma tu, con la tua grazia e raffinatezza, lo rendi unico. Tocco il tuo corpo. Sei fredda nonostante quel bruciare di passione. Con una mano accarezzo il tuo seno sopra i vestiti. E' morbido. L'altra invece scende più in basso, sfiora le tue calze di nylon e si infila malandrina appena sotto la gonna. Mi fai eccitare e vorrei osare di più, ma ho paura che qualcuno ci veda.
Anche le tue mani si muovono e scendono lungo la mia schiena, finché qualcosa di ancora più freddo del tuo corpo mi afferra il braccio destro... Che succede?E' una mano: ma non è la tua perché anche tu hai solo due mani come tutti gli esseri umani. Ma allora di chi è quella terza mano così gelata?
Apro gli occhi ma è troppo tardi, altre mani fredde mi afferrano e mi spingono a terra, nel buio riesco solo a scorgere qualche sagoma, sono così inquietanti da sembrare uscite fuori dal peggiore anfratto dell'Inferno: l'ultima cosa che ricordo è un dolore al collo simile ad una puntura di un ago quando si fa l'analisi del sangue...
Poi per me ci fu solo l'oscurità.
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TRA PENNA E REALTÀ
Short StoryUno scrittore egocentrico e megalomane è impegnato in una lettura dei suoi testi in una libreria piena di gente quando la sua attenzione viene attirata da una giovane ragazza solitaria che sembra fregarsene di lui...E'solo l'inizio di una serie di i...