Chapter 5. The truth

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*Jasmine*
Alle 17.00 mi arriva una messaggio dal mio ragazzo: -vieni subito a casa Mia, ho un problema
Ho molti sospetti nei suoi confronting, perciò Porto con me un coltellino svizzero. Così, per precautione.
Arrivata a casa sua la trovo vuota, con le luci spente e le finestre sbarrate. Strano, penso.
Girato l'angolo che divide la cucina dal salotto un fazzoletto avvolge la mia bocca e non capisco più nulla.
Mi risveglio assonnata e con la vista annebbiata; Che ore sono? Le 21.
Sento una voce familiare ma inquietante che parla da dietro di me: "Bene Jasmine, ti sei svegliata finalmente. Dovevi dormire solo un'oretta... Magari ho sbagliato la dose. Vabbè che importa ormai?! "
Lo guardo esterrefatta mentre si avvicina a me: "Hai presente quel deficiente che hai raccolto da New York? Io credo che tu provi qualcosa per lui... QUEL QUALCOSA DEVE SPARIRE SUBITO, OK?! "
Non riesco nemmeno a parlare e lui lo prende per un assenso, perchè si avvicina a me e mi da un pugno Nel bel mezzo dello stomaco, così che io perda il fiato.
Non ce la faccio più, prendo il coltellino e mi libero dal le fascie che mi tengono incollata alla sedia, è un dilettante, altrimenti avrebbe controllato nelle tasche prima di inchiodarmi alla sedia.
Durante la fuga ho Jason alle calcagna, ma, avendo fatto atletica per molti anni, riesco a correre nonostante le sostanze che quello stronzo mi ha dato.
Appena arrivo a casa la prima cosa che faccio è correre in camera Mia, ma sbaglio porta Ed entro in quella di Ezra, che prima mi guarda male, ma poi il suo sguardo diviene SUBITO preoccupato.
Corro tra le sue braccia e, nonostante tra noi non ci sia molta confidence, lui mi abbraccia e mi accarezza i capelli.
Non mi chiede cosa sia successo, perchè sa che non sarei in grado di spiegarglielo in queste conditioni.
Mi addormento tra le sue braccia, stanchissima e debole.

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