Mamma

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I polmoni mi dolevano, a causa della corsa, la disperazione e la paura continuavano a crescere in me, non sapevo più cosa pensare. Sentii il telefono nella mia mano suonare, nemmeno guardai chi fosse e risposi
-l'ha trovata?
Mi chiese la voce di Jo tra un respiro affannoso ed un altro
-non ancora
Risposi con paura, non trovavo l'unica persona che mi importasse realmente in questa vita
-dov'è lei ?
Mi chiese; mi osservai attorno per capire dove effettivamente mi trovassi, rallentando la mia corsa, scrutai il paesaggio mentre il rosso del paddock mi scorticava le retine dei occhi, gli assottigliai leggermente
-sono davanti ai box della Ferrari
Dissi semplicemente, mentre dall'altra parte del cellulare sentii solo silenzio
-è alla fine del suo lato... ormai... io vado a controllare fuori
Rispose Jo, con speranza, falsa speranza; mi feci forza e risposi con un semplice
-va bene
La conversazione stava per finire in quell'istante, ma sentii una risata provenire dalla tribuna d'onore sopra i box scarlatti, le mi labbra si mossero da sole dicendo alla ragazza dall'altro capo della linea
-aspetta.. ho sentito...
-non mi dica che...
Rispose Jo dall'altro capo del telefono, mentre percepivo la gioia nelle sue parole. Iniziai a correre verso la scala che si trovava al lato dei box affidati ai meccanici e ai ingegneri della Ferrara, dove ancora pochi stavano sistemando le ultime cose. Salii tre scalini alla volta e quando sbucai sulla cima della scala, proprio sopra il paddock della Ferrari sospirai
-l'ho trovata, vai a casa, parleremo successivamente dell'accaduto
Mi ritrovai a dire meccanicamente, mentre la ragazza diceva un semplice
-va bene...
E riagganciai per poi infilare il telefono in tasca.
Non potevo credere alla scena che stavo osservando, la sopra vi erano solo due persone: mia figlia seduta sulle gambe di un uomo, che non vedevo dato che teneva il capo basso verso di lei ed era, al contempo, coperto dal cappellino rosso che portava sulla testa
-davvero tu corri!
Stava dicendo mia figlia ridendo all'uomo che la teneva saldamente sulle sue gambe per non farla cadere a terra visto che saltellava leggermente mentre rideva
-si! E sono anche bravo
Rispose lui con dolcezza e al contempo ridendo con la bambina che teneva tra le braccia, notai subito che si vantava leggermente con lei e non potei fare a meno che sorriderne. Mi spostai di lato, per osservare la scena, ma per mia sfortuna pestai una lattina, causando un rumore che fece voltare la bambina e l'uomo, ma nemmeno lo osservai, mentre vedevo sul volto di mia figlia dipingersi un sorriso immenso e urlare
-mamma!
Con un salto veloce scese dalle gambe dell'uomo che la lasciò andare tranquillamente e corse verso di me, con le sue gambette corte, le mie ginocchia cedettero e toccarono il suolo sentendo il pavimento perfettamente liscio e caldo in contrasto con la pelle. Dopo pochi secondi mi raggiunse e mi saltò al collo stringendomi a sé, mentre io facevo la stessa cosa
-Evergreen... per fortuna stai bene... mi hai fatto preoccupare moltissimo
La bambina mi strinse a sé, mentre il suo odore mi si infilava tra le narici
-scusami mamma....
Mi staccai leggermente e la guardai nei occhi, due pozze verde oliva, come quelli del padre, perforavano i miei
-perché lo hai fatto, Ever?
La bambina mi osservò, per poi abbassare il capo verso le sue scarpe rosa, poi rispose
-è che Jo, mi ha trattato male... io volevo andare vedere le macchine, mentre lei... continuava a dire che dovevo rimanere lì ad aspettarti... mamma... io avevo paura che andassero via... non volevo... e quindi... quindi... sono corsa via... mamma... non volevo farti stare male... scusami...mamma...
Disse la bambina tra le mie braccia mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime, la osservai e le sorrisi stringendola a me, per dire con tono dolce e delicato
-non ti devi preoccupare, Ever, sei perdonata, ma non farlo mai più, va bene?
La bambina scattò in avanti
-davvero mi perdoni ?
La ossevai con dolcezza e disappunto dopotutto ero la madre e dovevo essere autoritaria e dolce allo stesso tempo
-solo se mi prometti che non lo rifarai mai più
La bambina mi osservò per qualche istante, perciò prosegui
-le promesse, Evergreen, sono molto importanti, tutto quello che si promette di fare o di non fare lo si rispetta. Sono parole d'onore, prove che mettiamo in capo a noi stesse, perciò, se vuoi essere una brava persona le devi mantenere, sempre, a costo di tutto. Lo farai?
La bambina mi osservava mentre i suoi capelli biondi, come i miei, che avevo legato un due trecce, dalle quali fuggiva qualche ciocca selvaggia che si muoveva al vento; mi sorrise e disse semplicemente
-si, mamma, lo farò, non ti devi preoccupare! Te lo prometto
Le sorrisi e la ristrinsi a me, fortemente, come se fosse l'aria necessaria per permettermi di sopravvivere, e, nonostante tutto, lo era. Mi puntati sui piedi e mi sollevai lentamente, mentre incontravo due occhi nocciola, così profondi e caldi, che, per un solo istante mi fecero dimenticare come respirare. L'uomo, che indossava una polo rosso Ferrari, con il cappellino dello stesso colore e il logo della stessa, dei jeans neri e delle scarpe bianche da ginnastica. Gli sorrisi e lo vidi ricambiare, era a due passi da me e da mia figlia, mi chiesi quando si fosse avvicinato, dato che non lo avevo nemmeno sentito, perché ero troppo presa da mia figlia. Lo osservai, dritto nei occhi, con gratitudine immensa
-grazie per non essere un pedofilo od un serial killer
L'uomo mi osservò per un istante, senza comprendere le mie parole, mentre stringevo a me mia figlia tra le braccia
-grazie?
Disse lui in risposta, stranito, per poi continuare
-grazie e spero che sia un complimento
-certo che lo è
Gli risposi con un sorriso, per poi continuare
-spero che per lei non sia stato un problema badare ad Ever
Il ragazzo mi guardò e disse con estrema cortesia
-certo che non lo è stato è una bambina deliziosa
Il mio sorriso si ampliò maggiormente
-sono molto contenta che si sia comportata bene con lei
Un sorriso spuntò sul volto del castano, mentre mi allungava la mano destra
-Carlos Sainz e per favore dammi del tu, non sono poi così vecchio!
Esclamò falsamente indignato, spostai mia figlia per sostenerla unicamente con il braccio sinistro
-scusami è un'abitudine che ho da molto tempo, ormai, comunque piacere sono Summer Ice
Mi guardò sconcertato per un secondo, stringendo più forte la mia mano
-aspetta, aspetta... aspetta tu sei Summer Ice?!? Quella Summer Ice!?! La cantante ed attrice?
Lo guardai sorridendo e rispose con un semplice
-sì
-waw io sono un tuo fan, adoro il tuo ultimo film
Il mio sorriso si ampliò
-grazie mille
-adoro ogni tua singola canzone, ma se devo essere sincera la mia preferita è "Hope" un vero e proprio inno a ritrovare se stessi dopo le difficoltà che accadono nella vita
-la mia mamma è molto brava vero!
Lo interruppe la voce di Evergreen, voltandosi nella direzione di Carlos Sainz
-si
Confermò l'uomo, poi la bambina continuò
-sai lei è una tua grande fan!
-Evergreen!
La rimproverai con tono di disappunto nella voce
-ma è vero, poi me lo hai detto tu che non si dicono le bugie
La guardai e poi mi voltai nella direzione di Carlos per dire
-ok, è vero, ma lascia perdere, la verità è che sono una fan della formula uno fin da quando ero piccola
Il ragazzo guardò con occhi curiosi, perciò continuai
-e coi anni la mia passione si è consolidata con un team preferito, che è quello della Ferrari
Il ragazzo annuì sorridendomi
-comprensibile, ma... hai un pilota preferito?
Lo scrutai
-devi sapere che io la formula uno per la progettazione, le linee delle macchine, la bellezza che propagano solo rimanendo ferme, però ovviamente con il tempo e vedendo i piloti ad ogni gara, pregara, e postgara ci si affeziona ad alcuni di loro
Il ragazzo mi scrutava in cerca della mia risposta, come se non attendesse altro che sentire pronunciare il proprio nome, avvolsi il corpo di Evergreen con entrambe le mie mani per soriggerla meglio e la mossi leggermente. Però la bambina si mosse in direzione di Carlos allungando le braccia verso di lui, ne rimasi stranita, non accadeva mai che volesse farsi prendere in braccio da persone diverse da me o da chi l'aveva vista crescere e che quindi conoscesse da sempre. L'uomo le sorrise dolcemente e poi mi osservò come per chiedermi il consenso ed io annuì semplicemente e gliela porsi. Lo vidi prenderla con delicatezza, ma anche con forza, tale da rendere la presa solida e confortevole tra le sue braccia
-mi sembri un pochino in imbarazzo
Commentai con dolcezza, lui mi scrutò per poi dire
-in realtà è la prima bambina che prendo tra le braccia, che non sia qualche mia parente
Lo ossevai con dolcezza percependo tutta la delicatezza delle sue parole e gli sorrisi
-è giusto?
Mi chiese, come se esistesse un manuale preciso per prendere in braccio i bambini. Gli sorrisi dolcemente e gli sistemai le braccia, in modo che potesse sorreggere Evergreen in modo da non farla cadere, lei si stringeva a lui, come se si conoscessero da una vita. Ne sentii il mio cuore scaldarsi nel vederla a suo agio con una persona nuova, poi la bambina mi sorrise
-mamma! Sai cosa mi ha promesso Carlos?
Mi chiese voltandosi verso di me, dato che ero al lato del ragazzo, che mi sovrastatava in altezza
-no, non lo so
La mia bambina mi osservò raggiante con un immenso sorriso stampato sulle labbra
-mi ha detto che mi farà vedere la sua macchina rossa
Sgranai gli occhi e mi voltai verso l'uomo che sorreggeva mia figlia tra le braccia e mi osservò con un sorriso sulle labbra
-se vuoi possiamo andare anche adesso
Rispose semplicemente, mentre Evergreen iniziava a saltellare contenta tra le sue braccia e vidi i suoi muscoli flettersi, per sostenere meglio Ever
-sei sicuro che si possa fare?
Chiesi, sapevo che essendo un pilota aveva degli obblighi nei confronti della macchina che guidava
-certo, basta che non fai foto
Lo scrutai
-lo comprendo, perciò questo ricordo lo porterò sempre nel cuore
Carlos arrossì leggermente, mentre il suo sorriso si ampliò
-cosa ne dici, andiamo?
Mi chiese
-certo
Risposi
-siii
Disse mia figlia stringendo le braccia attorno al collo del castano. Si incamminò verso la sommità delle tribune dove vi erano delle sedie circondate dal nastro rosso, che scavalcò. Appena lo fece si voltò verso di me e mi porse la mano destra rivolta verso l'alto, per aiutarmi e non farmi cadere, gli sorrisi dolcemente e gliela afferrai superando con un passo le transenne. Quando la mia mano entrò in contatto con la pelle calda del ragazzo
-sei fredda
Commentò lui, per poi continuare
-nonostante il caldo sei fredda
-lo sono sempre, non ti preoccupare è solo una cosa che mi caratterizza; mentre tu sei molto caldo
-fredda come la neve... Winter
Commentò, capendo il mio nome d'arte, gli sorrisi debolmente. Successivamente lasciai la sua mano, mentre superammo le poche sedie presenti e scendemmo una scala pulitissima con uno scorrimano in vetro per poi passare nel corridoio rosso scarlatto e ragiungemmo la sala dove lavoravano i meccanici, per sistemare le ultime cose, prima di partire per il prossimo gran premio
-Carlos! Che ci fai ancora qui?
Chiese un uomo, sulla cinquantina, che si avvicinava con passo lento. Lo osservai, indossava la maglia rossa della Ferrari e dei semplici jeans
-ciao Fred! Non è un problema se mostro la macchina a questa bambina? Sai glielo ho promesso
L'uomo lo scrutò
-oh Carlos... sei sempre il solito
Disse lui, solo in quel momento si accorse di me
-salve... lei chi sarebbe?
Chiese scrutandomi
-la madre
Rispose Carlos, lasciandomi sorpresa dal tono aspro con cui aveva pronunciato quelle parole, ma feci finta di non notarlo e allungai la mano nella direzione dell'uomo mentre un sorriso sulle labbra si tingeva sulle mie labbra
-salve, piacere di conoscerla sono Summer Ice
Lui mi scrutò sorridendomi dolcemente
-piacere di conoscerla io sono Frédéric Vasseur, il piacere è tutto mio
Gli sorrisi
-lo so chi è lei, sono una sua grande fan
L'uomo mi scrutò e ne sorrise
-mi fa piacere che una bella ragazza si interessa ai ingegneri, al posto dei piloti!
Sorrisi di quelle parole e risposi
-siete voi che fate la magia di creare delle macchine meravigliose. Mentre i poliloti compiono l'incantesimo di incanntarci ad osservarle
L'uomo mi sorrise dolcemente per poi avvolgere un braccio attorno alle mie spalle
-questa ragazza mi piace!
Disse rivolgendosi a Carlos, poi si voltò verso di me e disse
-Vieni ti mostro il box Ferrari e tua figlia può salire sulla macchina di Carlos, senza problemi
Gli sorrisi
-non si senta obbligato, io ho solo detto ciò che penso
-ma va... ma va...
Rispose agitando il mano con il quale non mi toccava avanti ed i dietro, per poi staccarsi ed inchinarsi leggermente e fammi cenno di prevederlo
-prego Signorina
Inchinai leggermente le spalle e il capo in segno di ringraziamento
-prima il tour e poi la macchina!
Affermò con sicurezza, mentre Evergreen sussurrò
-mamma
Mi voltai verso mia figlia
-cosa c'è?
Cheisi dolcemente mentre mi avvicinavo a lei e al braccio di Carlos che sorregeva la bambina dai occhi verdi
-posso stare tra le tue braccia?
Mi chiese, la osservai e le sorrisi
-certamente
Lei si allungò e io la presi, mentre lei avvolgeva le gambe intorno alla mia vita e le braccia attorno al collo
-scusami, che maleducato che sono stato
Disse Frédéric avvicinandosi a noi
-piacere Frédéric Vasseur
Disse rivolgendosi a mia figlia con un sorriso dolce, la bambina, però, affondò il volto nel mio collo, a causa della timidezza; sorrisi dolcemente all'ingegnere dicendo
-scusala ma è un po' timida
Mi sorrise dolcemente e disse
-non ti preoccupare
E si voltò per precederci, mentre Carlos si affiancava a me e mia figlia, che si voltava nella sua direzione

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