capitolo 1

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due anni prima...

Giorgio, 50 anni, vedovo, senza figli, giornalista, e aspirante scrittore, amante dell'estate e del mare, testardo, socievole ma riservato, con grande spirito d'ironia, semplice e alla mano, inguaribile romantico e sognatore, particolarmente suscettibile al fascino femminile, mai ipocrita, ma soprattutto un uomo con un grande paura della solitudine.

Ripenso a tutte quelle parole mentre esco dallo studio di Daiana, quarta e ultima psicologa che ho pagato profumatamente per cercare di uscire dalla crisi esistenziale che mi attanaglia oramai da qualche anno, dopo la morte di mia moglie.

Stavolta ho preso una decisione definitiva: risolverò i miei problemi da solo. Andare dallo psicologo, al momento è solo uno spreco di tempo e di denaro. D'altronde il lavoro degli psicoterapeuti è quello di farti riflettere per giungere a una sana conclusione che possa dare una svolta alla tua esistenza, e la mia conclusione l'ho tratta.
Quando ero più giovane credevo che la felicità stesse nella gente che faceva parte della mia vita, per questo avevo l'ossessione di trovare tanti amici con cui poter uscire spesso, allontanandomi dai troppi pensieri invadenti; oppure la ricercavo nelle ragazze, appena finivo una relazione ne volevo subito un'altra, ero dell'idea che "il chiodo schiaccia chiodo" fosse la cosa migliore. Appena incontravo una donna che mi piaceva e mi apprezzava, mi legavo quasi morbosamente, e la mia felicità la rinchiudevo li, in quel rapporto amoroso. Ammetto che fino a un certo momento mi sentivo bene e credevo di essere uscito dal torpore fastidioso, ma dopo poco quando l'amore scemava e la relazione andava a farsi fottere cadevo in una crisi depressiva indescrivibile. Ora che sono già più che maturo, ho capito tante cose. Non ci sono dubbi, ero un emerito coglione. La felicità risiede solo dentro di noi, il resto è solo una circostanza temporanea più o meno durevole, ma resta pur sempre una circostanza. "se non sei felice da solo, non puoi essere nemmeno felice in mezzo altri" solita frase banale, ma mai banale. l'unico problema, come in tutti i casi, è l'attuazione. Tuttavia nel tempo ho raggiunto molti miglioramenti, soprattutto dopo essermi sposato perché sono diventato più coscienzioso. Amavo mia moglie Beatrice, ma purtroppo sono rimasto vedovo, oramai da 2 anni. A partire da quel momento tutto è iniziato a precipitare, da che ero sulla vetta, sono arrivato sul fondo rotolando inesorabilmente. È stato un colpo duro che mi ha fatto cadere in depressione perché Bea era il mio tutto. Sono sempre stato molto solo nella vita. Sono figlio unico e i genitori li ho persi tanti anni fa, a soli 23 anni, sono morti in un tragico incidente stradale. Non ho figli, quindi lei era la mia unica compagna di vita. Bea non era solo una moglie ma anche un'amica, una sorella, un punto di riferimento saldo, di cui mi fidavo ciecamente. Devo precisare che non è mai stata una relazione particolarmente passionale, nemmeno quando eravamo giovani sentivo una grande chimica, nonostante fosse davvero una bella donna.
Aveva degli occhi penetranti di un azzurro cristallino che brillavano come diamanti e potevano fare invidia a qualunque donna. Era in grado di stenderti con un solo sguardo.

ammetto che quelle emozioni forti, ingestibili, che ti fanno perdere la testa, le ho provate solo una volta nella mia vita. Prima di lei ero fidanzato con una ragazza di cui ero follemente innamorato, mi piaceva tantissimo, c'era intesa e anche tanta passione, un grande desiderio carnale. Avevamo 17 anni quando ci siamo fidanzati, ricordo che il nostro primo bacio fu nel bagno della scuola, qualcosa di indimenticabile. Ai 22 anni ci lasciammo, e finì molto male. La trovai a letto con un mio amico ed era l'ultima cosa che mi potessi aspettare da lei, credevo di aver trovato la donna della mia vita. Il rispetto e la stima che provavo si trasformarono in sdegno. Soffrii tanto, ricordo ancora tutti i pianti. L'anno dopo ricevetti la seconda batosta con la morte dei miei genitori. Quando Tiziana lo scoprì mi chiamò preoccupata e si rese disponibile a starmi vicino ma oramai l'avevo cancellata dalla mia vita. Ora me ne pento, mi sarebbe piaciuto rimediare e mantenere un buon rapporto con lei, ma il passato non si cambia. La nostalgia è una brutta bestia, ti fotte e non ti permette di focalizzarti sul presente, per quello cerco sempre di reprimerla.

Una tentazione senza via d'uscitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora