Non ti devi preoccupare,
mi prenderò cura io di te.Il vagone era deserto e c'eravamo solo noi due.
Hange mi aveva convinta a non tornare a casa da sola e lui si era proposto per accompagnarmi dicendo che non viveva lontano da dove vivevo io.
Io non volevo tornare a casa e per questo che quella mattina ero andata lo stesso a scuola. In casa ero da sola perché mia zia era sempre occupata con il lavoro e dormiva spesso da una sua amica vicino allo studio.Mi sentivo, di nuovo, osservata, ma quando mi girai guardava i posti vuoti davanti a noi.
-perché mi osservi?-
Tappai immediatamente la bocca pregando che non mi avesse sentita, ma lui incrocio il mio sguardo. Eccome se mi aveva sentita.
-mi piace osservare le persone per capire cosa pensano e tu sei molto interessante. Ma se ti dà fastidio smetto-
-in che senso, mi trovi interessante?-
I suoi occhi guizzarono veloci sul mio viso mentre pensava a come rispondere.
-sembri sempre raggiante, ma c'è qualcosa di strano dietro. Sei una persona intelligente e non saresti venuta a scuola stamattina, ma qualcosa ti ha spinto a farlo-
Torno sui miei occhi e io rimasi muta. L' ho aveva capito che c'era qualcosa che non andava. La solitudine era il motivo per cui quella mattina mi ero sforzata di andare a scuola. La mia non era una vera zia. Mi aveva preso in affidamento da quando ero piccolissima e l' unica cosa che ricordavo erano gli occhi di mia madre, verdi e luminosi che associavo al rumore del vento tra le foglie...i miei occhi erano così.
Nessuno mi aveva obbligato a chiamare mamma la mia nuova tutrice così io la vedevo come mia zia, la mia dolce zia che cercava di aiutarmi in ogni modo.Distolsi lo sguardo da lui, non volevo che capisse il mio stato d'animo, non volevo capisse i miei pensieri.
Sentì qualcosa di caldo scendere sulla guancia. Perché stavo piangendo?
Mi asciugai velocemente con la manica e guardai fuori disorientata.
La sua mano mi sfioro la spalla, ma io la ignori. Non volevo piangere in quel momento, dovevo resistere fino a casa.Sentivo il suo sguardo, ma cercai di resistere.
Appena ci fermammo, mi alzai di scatto e mi diressi verso la porta scorrevole di quel maledetto treno.
"Non fare troppi movimenti veloci, ti ricordi che non sei ancora guarita"
Che idiota, eppure Hange me lo aveva detto. Mi poggiai contro un muretto guardando per terra.
Non volevo vederlo, in quel momento stavo odiando il suo sguardo.-hange ha detto.....-
-ha detto che non devo muovermi troppo! Lo so-
Chi sa se si era arrabbiato. Alzai lo sguardo, lui era lì ad aspettarmi, con gli occhi grigi a guardare i miei.
-scusa-
Non rispose e si limitò a porgermi la mano.
Come faceva ad essere così tranquillo?
Sentì la rabbia sfiorarmi la pelle con violenza.-lasciami in pace-
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Che Colore Sei?
FanfictionIo associo i suoni ai colori, ma non sono mai riuscita a capire che colore è il ticchettio, freddo, della pioggia finché non ho incontrato le sue iridi. Levi Ackermann x yn Liz Loren è la rappresentante femminile delle seconde superiori della scuol...