Si guardò intorno,era in una camera di una taverna,probabilmente stabilita nel bel mezzo della frontiera,l'odore pungente dell'idromele e del maiale gli causò una grande fame,ma i soldi doveva tenerseli per ben altre cose.
La sua vita non prevedeva certe prelibatezze.
Dopo essersi ripreso,raccolse i suoi abiti e il suo armamento e l'indossò. Con un cenno salutò il proprietario e uscì dalla taverna.
Slegò il cavallo e partì a caccia di carne fresca,se voleva avere qualcosa tra i denti,senz'altro doveva andare nella zona che si trovava a Sud-Ovest della frontiera,ricche di selvaggina come conigli e cervi.
Dopo aver percorso il sentiero,smontò da cavallo e si addentrò nella foresta, perso nella natura.
Si accovacciò, prese in mano l'arco e una freccia dalla faretra, mise per terra,vicino a un cespuglio di bacche, l'esca e aspettò pazientemente che un cervo si avvicinasse,non appena lo vide, mise la freccia, trattenne il respiro, e con freddezza scoccò, colpendo il collo dell'animale. Dopo essersi accertato della morte della povera bestia, prese il coltellaccio e iniziò a scuoiare.
***
Dopo aver finito di mangiare, ripensò al sogno, e a colui che aveva fatto tutto ciò, colui che aveva dato fuoco al villaggio, colui che gli aveva portato via sua madre......George Washington. Doveva trovarlo ma soprattutto doveva parlargli. Doveva sapere.