19 Novembre 1783

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-Oh bene, il nostro eroe si è svegliato. Finalmente!- esplose in modo sarcastico l'aguzzino.
Il ragazzo pensò al motivo per cui si trovava lì,capì e continuò la farsa.
-Ti prego,mio buon compatriota, liberami, ero ubriaco e non volevo disturbarvi.-
L'aguzzino sputò -Compatriota a chi? Una gattina che pensa di essere un leone, ecco la figura che stai facendo, imbecille.-
'Ottimo, arrogante quanto stupido. Ora passiamo al sodo'
-Vi pregò- passò al voi - almeno datemi da bere, ho una gran sete.-
-Va bene, va bene,tieni.- acconsentì il soldato, sputando nel bicchiere e avvicinandosi alla cella.
Fù talmente sfrontato da aprire la cella,e appena entrò,capì di aver fatto un madornale errore.
L'indiano scattò come un lupo, mettendosi dietro al soldato, alzò le catene delle manette e le calò sopra la vittima, iniziando a strozzarlo.
Il catenaccio provocò un gran fracasso che fece allertare le guardie,le quali accorsero subito, trovandosi davanti al loro compagno, viola a causa delle catene che erano avvolte sul suo grosso e basso collo.
Puntando le baionette al carcerato, lo avvertirono.
-Togli le catene, o lo seguirai sotto terra.-
-Voglio solo parlare con il Generale,portatemi da lui.-rispose,stando attento ai movimenti del suo momentaneo ostaggio.
-Come desiderate,caro mio.- rise una voce che l'Assassino riconobbe all'istante -Quanto tempo Connor, non è vero? È passato un paio di mesi, da quando te ne andasti dalla mia tenda, lasciando me e il tuo, presumo, padre a pensare a ciò che avevi detto. Suvvia soldati, ridategli le bisacce e scortatelo da me.- concluse, allontanandosi.

***
Dopo essersi vestito e armato, notò che la lama celata era scomparsa, probabilmente rubata dai soldati che lo avevano perquisito. Non trattenne una bestemmia, pensando a ciò che poteva succedere, se avessero capito il meccanismo e ne avessero fatte delle copie.
Si fece guidare dalle giubbe,che lo scortarono nella camera del Generale.
Notò che non era per niente decorata, e che non presentava nessun oggetto di valore se non....la lama celata.
Nel mezzo della scrivania la sua lama celata era stata riposta,in tutta la sua bellezza.
Dietro di essa, troneggiava George, seduto sulla propria poltrona.
-Prego, siediti.- lo invitò il Generale.
Il ragazzo si sedette e scrutò gli occhi del suo ex alleato, per metà divertiti e per metà intimoriti.
-Bene. Dunque, avete troncato il braccio di un mio soldato, sputato e malmenato altri due e avete ,quasi, strozzato il carceriere, solo per parlare con me. Sono onorato, Connor,ma confido che abbiate qualcosa di importante di cui discutere.-
-Senz'altro è importante, voglio...-
-Desiderate un bicchiere di vino? È veramente ottimo,penso sia Toscano,ma non rammento il nome.- interruppe Washington.
-...voglio delle motivazioni, non vino,Generale.-
-Motivazioni? E di cosa?Non so cosa intendete.-
-Il fuoco che avete appiccato al mio villaggio, provocò numerose vittime, tra cui c'era mia madre.- scandì bene le parole, notando negli occhi di George un velo di disagio.
George si riposizionò sulla poltrona,cercando le parole giuste.
-Avevamo bisogno di terre, terre da vendere e così feci appiccare l'incendio, sono assai addolorato per la vostra perdita.-
-Cosa di cui non mi importa minimamente. Le vostre condoglianze non riporteranno in vita nè mia madre, nè i miei compagni.- sibilò Connor.
-Ma nemmeno la mia morte,Connor. Pensate sia stupido? Vi ho fatto togliere la vostra ,amata, lama, e devo ammettere che è un attrezzo assai stupefacente, anche se non riesco a farla scattare. Provate ad alzarmi le mani addosso e questa volta le braccia le avrete rotte voi, con un sorriso rosso sotto il vostro mento.- minacciò, mostrando con l'indice la propria gola.
Connor esplose di rabbia ,alzandosi furiosamente dalla sedia, ma le guardie spuntarono da dietro e lo presero per le braccia, portandolo fuori dalla taverna. Fortunatamente Connor era riuscito nell'intento di prendersi la lama.
-Mi rammarica molto la vostra morte Connor,ma non posso risparmiarvi.- disse dalla finestra George, aizzando le due guardie corpulente.
Si avvicinarono all'Assassino, con le loro minacciose asce, schernendolo.
L'indiano posò a terra la lama ed estrasse la pistola, mirando ad una guardia,ma lo disarmarono all'istante, così prese il tomawak e sferzò l'aria,per farli allontanare, non ottenendo il risultato sperato partì all'assalto, conficcando il tomawak nella testa di uno di loro e lanciando un coltello sul petto dell'altro,lacerando il polmone.
Udiì i passi frettolosi dei soldati, alla sua ricerca,così raccolse la lama celata e iniziò a correre,scappando per le viuzze della città.

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Ciao a tutti! Ho messo il nick di UnPisano perchè ovviamente abito a Pisa :P
Però voi potete chiamarmi anche Jacopo. Spero che lo storia vi stia piacendo e vi invito a commentare e a votare le varie parti, adesso sono in vacanza ma cercherò di aggiornare ugualmente.
Vi dico subito che ci saranno variazioni rispetto ai fatti accaduti nella realtà durante la Rivoluzione Americana e che queste pagine si distaccheranno un pò dalla saga , sia in termini di stile (parlando delle vicende), sia parlando del personaggio. Connor infatti sarà un pò più impulsivo rispetto all'originale.
Detto questo,come già detto(gioco di parole di alta classe),spero sia tutto di vostro gradimento; perdonatemi in caso di errori ma sono molto frettoloso e non ho molto tempo per rileggere tutto con attenzione, magari commentate con i vostri pareri, e se avete dei consigli scriveteli in privato. ( se possibile consigliate la mia storia ai vostri amici :3)
Ohibò, il mio tempo sta per scadersi, e niente.... ci becchiamo al prossimo capitolo!! ^^
Alla prossima pagina!^^

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 22, 2015 ⏰

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