𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗲 𝗹𝗮𝗰𝗿𝗶𝗺𝗼𝗴𝗲𝗻𝗶

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!!! cuori qua c'è una scena di sesso non consensuale, non è al 200% non consensuale perché come sapete negli ambiti di relazioni abusive si arriva ad un consenso coercitivo che alle volte la vittima percepisce come reale ma da esterna è chiaro che non sia un consenso reale; la descrizione è molto lata, ho cercato anche per coerenza con la storia di non essere esplicita, ma certi dettagli ci sono; parliamo anche di elementi relativi all'inizio della relazione fra i personaggi quindi a suga giovane giovane con questo stronzo cretino bastardo figlio di puttana di merda con cui sta quindi BE AWARE !!!

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Tengo gli occhi chiusi.

Stringo la mandibola.

La guancia si sposta piano contro il lenzuolo, il rumore è eloquente, netto, potessi tapparmi le orecchie, lo farei. Spalle nude sul materasso, il petto schiacciato sul letto, tieni inarcata la schiena, Suga, mi è sempre piaciuto il modo in cui lo fai.

Respiri, gemiti, mugugni, un po' è lui, un po' è quel che tocca a me tirar fuori per necessità.

Non è sempre stato così.

Lo è diventato.

Daichi l'ha reso peggiore.

Non so se mi sia mai davvero piaciuto.

Quando avevo quattordici, quindici, sedici anni, ero convinto che se il mio corpo fosse stato bene, allora avrebbe significato che ne ero soddisfatto. Ero convinto che qualsiasi cosa stesse succedendo, se facendo questo, se in questa stessa situazione io avessi raggiunto l'apice, allora nei fatti sarebbe stato piacevole e bello e... consensuale.

Ci sono arrivato dopo.

C'è voluto un po'.

Ho dovuto confrontarmi col fatto che poi, una volta finito, nonostante il mio corpo fosse immerso in un piacevole ronzio rilassato e i miei muscoli fossero molli e morbidi contro le ossa, la mia testa voleva strapparselo via, quel corpo, staccare dall'osso ognuno di quei muscoli sciolti. Mi era piaciuto, no? Ho fatto sesso, sono venuto, mi è piaciuto. È il mio fidanzato, mi piace per forza, mi è piaciuto, io ho fatto sesso e mi è piaciuto perché a me piace e giuro che mi piace ma voglio togliermi via qualcosa e cos'è che voglio togliermi, il sudore, le lacrime, la stessa pelle? Voglio lavarmi ma cos'è che voglio lavare via? Quel che rimane del rapporto, i capelli appiccicati attorno alla faccia, ogni singolo centimetro di carne che è stato toccato? Marcio, marcio, morto, sporco, sbagliato, io lo volevo ma perché mi sento così, forse è perché avevo detto no ma poi lui mi ha detto che non si può dire no fra fidanzati e allora mi ha convinto o forse non mi ha convinto e non capisco cosa stia succedendo so solo che qualcuno mi deve togliere di dosso questo corpo, mi deve togliere di dosso questa pelle e questa carne e questo strato di me che fa schifo e che mi divora e che mi uccide e che...

Non mi piace più, farlo.

Ma devo.

Quindi tengo la faccia sul materasso, sfoco la vista, stringo la mandibola, lascio il mio corpo dov'è a fare il suo, e chiudo la testa dove non c'è nient'altro che silenzio, è solo un'anomalia, Suga, se il tuo corpo prova piacere vuol dire che è consensuale, la tua testa... forse non regge il passo. Mettila via. Non ti serve a nulla, usarla in situazioni come questa.

Giù, in quello spazio ridicolmente piccolo di te che ti è rimasto, là nella fortezza dei tuoi pensieri dove tieni due o tre cose, giusto l'amore per uno sport che non puoi più fare, un amico che hai allontanato ma che più della tua stessa vita vorresti almeno poter rivedere, un collega che fa casino, le mani di tua madre fra i capelli da piccolo, di recente ingresso anche un poliziotto che piange nel vicolo buio dietro ad un locale che conosci, emozioni per te, che credevi di non provarne più.

i cerchi degli alberi || daisugaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora