𝘀𝗶 𝗮𝗹𝘇𝗮𝗻𝗼 𝗴𝗹𝗶 𝗼𝗰𝗲𝗮𝗻𝗶

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since ho i capitoli pronti qualcuno mi ha chiesto di anticipare ad oggi la pubblicazione e il popolo di instagram ha approvato quindi ecco con un giorno di anticipo eccoci qui sisi

!! TW :: sono presenti contenuti descrittivi di una relazione tossica, mind that bbies !!

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Rimango seduto sul bordo del letto.

Fisso di fronte a me la cassettiera sotto allo specchio in camera nostra, s'intravede qualche ciuffo dei miei capelli sulla superficie riflettente, niente di più. La boccetta rosa che seguo con lo sguardo come se da un momento all'altro potesse tirarsi su in piedi e sparire mi restituisce una minuscola immagine di me stesso, a tratti quasi troppo piccola perché possa vederla, non si distinguono i dettagli, sono felice che sia così.

La porta della stanza si apre.

– Suga, esco per andare a lavoro. Ci vediamo stasera. –

Non distolgo lo sguardo per rispondere.

– Ciao, a stasera. –

– Alzati e vieni a darmi un bacio. –

– Sì, subito. –

Mi stabilizzo sulle gambe, guardo ma non vedo, l'immagine della boccetta impressa a fuoco nelle mie iridi, lo raggiungo, mi tiro su un po' sulle punte dei piedi, stampo le mie labbra sulla sua guancia.

Mi afferra il mento.

Mi gira il capo.

Mi bacia più direttamente.

Non reagisco.

– Comportati bene. – dice.

– Certo. – rispondo.

Si gira e se ne va, i suoi passi uno dopo l'altro sulle piastrelle del corridoio, la porta principale si apre, si chiude, rimango appeso come un manichino all'ingresso di camera nostra, immobile, vuoto, indifferente.

Ricomincio a guardare la boccetta.

Lavoro fino alle cinque, oggi, attacco alle nove.

Otto ore basteranno per evitare che si senta quando tornerò a casa?

Potrei farmi una doccia in negozio, c'è il bagno. Potrei dirgli che mi sono versato qualcosa addosso e che mi sono dovuto fare la doccia. Potrei...

Potrei non metterlo.

A che mi servirebbe, dopotutto, cosa potrebbe cambiare? Cosa credo di fare, eh, io che ho sempre queste idee così enormi che alla fine sono del tutto inutili?

Lucidare l'ottone, questo sarebbe, lucidarlo fino a consumarsi le dita per poi rendersi conto che alla fine l'ottone rimane ottone, e non vale niente.

In un'altra vita.

In un'altra vita magari avrei...

Avrei...

Torno sul letto, mi risiedo con lo sguardo piantato sopra la cassettiera.

Fra venti minuti devo uscire.

Uscirò.

Farò tutto quello che devo fare.

Voglio solo guardare il riflesso di un'altra vita là dentro al vetro colorato di una boccetta che probabilmente teniamo in casa solo per ricordarmi quando corta sia la catena che mi tiene inchiodato qui.

Se solo fossi stato diverso.

Se avessi preso altre strade, se avessi fatto altre scelte, se avessi parlato e avessi allo stesso modo taciuto nei momenti opportuni.

i cerchi degli alberi || daisugaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora