𝗱𝗶𝗺𝗺𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗺𝗼𝗿𝗶𝗿𝗲𝗺𝗼 𝗺𝗮𝗶

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!!! smut alert !!! (perché in questa storia si piange MA si calano anche le braghe) (mind the fact che sono NOVEMILA parole quindi godetevi queste quaranta pagine in word sisi)

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Lo guardo mentre saliamo le scale.

La sua schiena si espande e comprime col suo respiro affannoso, le cosce si piegano, la mano destra si aggrappa al corrimano, esala piccoli respiri veloci, la sua pelle scintilla di sudore, la spina dorsale s'intravede sotto la carnagione lattiginosa, ciocche d'argento che si muovono coi suoi movimenti.

Le mie mani sui suoi fianchi.

Le sue cosce attorno alla mia vita.

Ginocchia aperte sul lenzuolo, testa gettata indietro, la glottide che si alza e si abbassa, labbra sulla sua gola, sulle sue spalle, sulla forma longilinea del suo collo.

Mani fra i capelli.

Occhi lucidi.

Respiri che tremano, voce che forma parole senza senso, angoli della bocca che scintillano di saliva, ciglia che sfarfallano sullo sguardo perso, petto che si alza e abbassa forsennatamente.

Le sue dita su di me.

Unghie sulla carne, denti sulla pelle, presa che stringe le braccia, le spalle, pelle contro la pelle, guardare da vicino il suo viso.

Esondazione nella mia testa.

Guardo Kōshi da dietro che sale le scale e gli argini si riducono a briciole di legno che galleggiano nell'acqua, la mia testa si allaga, sommergendo anche il rimasuglio del mio senso di colpa.

L'arco della sua schiena, la forma morbida delle sue cosce, i nei che gli scompaiono sotto ai vestiti, scoperti, sotto la luce, dentro i miei occhi.

Mani che si aggrappano alle lenzuola, pupille che rotolano indietro, la mia testa fra le sue gambe, le mie mani fra le sue gambe, me, fra le sue gambe.

Lui che dice il mio nome, lui che lo ansima, che lo geme.

Distese di pelle bianca tinte dal segno delle mie mani.

Il suo corpo che trema.

Lui sopra di me.

Chiudo gli occhi e cerco di respirare, ma l'aria nutre i pensieri, e i pensieri richiamano la fantasia.

Giorni, settimane e mesi a chiudere dietro una porta blindata ogni reazione, ogni immaginazione, ogni idea, non posso guardarlo così, non devo, devo proteggerlo, devo curarlo, devo essere delicato. Non mi posso concedere di lasciarmi andare perché è già stato alla mercé di chi crede di poter fare quel che vuole, io devo dimostrargli che il mondo è diverso, che in questa vita per cui ha lottato può avere tutto quel che desidera.

Non riesco.

Non ce la faccio.

Non pensarci è impossibile.

Ci penso.

Mi ballano le ginocchia.

Kōshi arriva al pianerottolo, s'infila una mano nella tasca sul retro dei pantaloni, litiga con la serratura per qualche secondo, apre. Passo dietro di lui, mi chiude la porta alle spalle, con un gesto rapido accendo la luce dell'ingresso, ci sfiliamo le scarpe in un attimo, ci guardiamo negli occhi.

Il tuo "no" lo ascolterei senza ombra di dubbio, timori o meno, non sono ancora uno schifo come lui, come mio padre, sono ancora un essere umano, possiedo ancora la mia razionalità senziente da persona in grado di vivere in una società equa.

i cerchi degli alberi || daisugaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora