Izar pov
Silen: Dai, Izar, non stare male. Non potevamo mai sapere che sarebbe successo.
Sento Silen che mi abbraccia mentre guardiamo la tomba dei miei genitori. Ho capito che la razza umana fa schifo: mentre tornavano a casa, un ubriaco guidava contromano ed hanno fatto un incidente. Lui è sopravvissuto, mentre i miei genitori sono morti sul colpo. Stringo forte Ixar a me. È la prima volta che lo vedo piangere, nemmeno da bambini succedeva. Dopo un paio d'ore torniamo a casa, e c'è un silenzio che invece di mettermi tranquillità mi porta solo più dolore. Ma insieme a noi, a casa, sono venuti pure Tiffany e Kojo per assicurarsi che stavamo bene. Mi siedo sul divano e guardo il soffitto in silenzio, sto ancora metabolizzando tutto quello che è successo.
Kojo: Dai bro, non ci pensare. Dopo ci stai solo più male.
Kojo si siede affianco a me e mi mette una mano sulla spalla per consolarmi. Penso che abbia capito che non aiuta, e poi la leva.
Kojo: So come può essere difficile, ti capisco. Pure io e Shoku stavamo così alla morte di mamma, ma dai, su con la vita.
Mi fa uno dei suoi classici sorrisi mentre Tiffany ci guarda in silenzio mentre sta vicino a Ixar. Do un pugno sulla faccia a Kojo e mi alzo uscendo di casa. Odio chiunque in questo momento, non voglio vedere nessuno. Ma lo sento che mi rincorre per prendermi, ma poi Silen lo ferma. Finalmente quella troia fa qualcosa di giusto. Entro nel bosco, ma mi scende solo una lacrima ricordandomi come da piccolo mamma veniva a cercarci o ci diceva di non andarci perché c'era la famosa creatura. Da quando sono venuto a vivere qua per aiutare mia zia, da 10 anni circa, io non ho mai visto nessuna creatura. Ricordo solo del cacciatore che mi ha salvato dal fiume, ma sono passati anni e di lui non ne abbiamo saputo più nulla. Mamma ha chiesto in villaggio se qualcuno lo conoscesse per invitarlo a casa e ringraziarlo, ma nessuno ne sapeva nulla, come se non fosse mai esistito. Eppure, se non fosse per Silen e Ixar, mi avrebbero portato in psicoterapia pensando che mi stavo solo inventando le cose. Mi rendo conto di essermi addentrato fin dentro il bosco, e inizio a guardarmi intorno. Non ricordo più da dove sono arrivato, ma inizio a sentirmi una strana sensazione, mi sento osservato, sento una presenza ma non c'è nessuno, e questo inizia a mettermi abbastanza paura. Mi giro e improvvisamente mi trovo un uomo enorme con una maschera che mi osserva, e d'istinto prendo il mio kunai.
Izar: MA CHI SEI?
L'uomo continua a guardarmi in silenzio e poi inclina la testa e mi guarda incuriosito.
Izar: HEY, STO PARLANDO CON TE, RISPONDIMI!
Con facilità prende il mio kunai e inizia a guardarlo. Provando a riprenderlo, mi mette una mano sul viso e, vedendo che non mi arrendo, mi alza tenendomi dalla testa.
Izar: MA CHE! HEY LASCIAMI, STO PARLANDO CON TE, SEI SORDO?
Si gira di scatto e mi guarda. Mi sono zittito subito. Lui non è una persona normale, non mi sembra nemmeno di star a contatto con un uomo ma con un essere animale. Dopo un po' mi riposa a terra e mi ridà il kunai.
Izar: Dopo avermi preso per la faccia e avermi alzato, mi dici chi sei?
Ken: Tu stare a casa, no qui.
Izar: Eh?
Mi guarda e poi si rigira e inizia a camminare.
Izar: HEY, MI RISPONDI ALLE DOMANDE CHE TI FACCIO!
Ken: Tu tornare a casa.
Izar: E come ci torno se non so nemmeno dov'è?
Si gira e mi guarda. Sento di nuovo quella sensazione strana.
Izar: Sei un cacciatore, no? Vuoi davvero lasciare un quattordicenne da solo qui nel bosco?
Il signore sembra pensarci su e poi abbassa la testa come se sospirasse.
Ken: Vieni.
Rinizia a camminare ed io lo seguo. Non dovrei fidarmi degli sconosciuti, ma ormai o mi ammazza la creatura o lui. Restiamo in silenzio e dopo un po' arriviamo vicino al fiume.
Ken: Perché tu qui in bosco?
Izar: Eh?
Ken: Perché tu qui?
Mi viene da sospirare. Avrei voluto evitare la domanda, ma ovviamente chiunque si farebbe due domande a vedere un ragazzino in un bosco da solo.
Izar: I miei genitori sono morti e non sono voluto stare a casa, così sono venuto nel bosco ma mi sono allontanato troppo ed eccomi qui.
Mi guarda e poi si rigira e si butta in acqua... SI BUTTA IN ACQUA! Non ho nemmeno realizzato quello che ha fatto che se ne è uscito con un pesce in bocca e la maschera un po' spostata. Sputa il pesce e poi torna di nuovo in acqua.
Izar: Ehm, l'acqua non è fredda? Sai, siamo quasi a dicembre.
Mi guarda e poi torna a rifare quello che stava facendo.
Izar: Mi potresti degnare almeno di una risposta?
Vedendo che vengo completamente ignorato, mi risiedo a terra e inizio a guardare il cielo. Mi inizia a salire un po' di ansia... Già si sta facendo notte.
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Il Diverso Non Fa Paura
RomanceDue ragazzi, uno cresciuto nel bosco e l'altro in un villaggio, molto diversi tra loro, vanno parecchio d'accordo, nonostante le loro diversità. Si ritrovano a incontrarsi un po' troppo spesso e a creare un bel rapporto, ma non c'è mai felicità nemm...