¹⁹𝓓𝑒𝑎𝑟 𝑑𝑖𝑎𝑟𝑦. . .

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✍︎︎

Oggi Marcel è venuto con me a provare a farla uscire.
Anche se faceva male, sapevo che ancora lo amava.

Lui potrebbe riuscire a farle aprire il suo cuore, sarebbe riuscito a tirarla fuori da quell'aspirale di buio e dolore in cui era sprofondata.

Stavolta non ha risposto nessuno, e dopo cinque minuti mi sono stancato.
Ho buttato giù la porta, venendo portato nel buio più totale.

L'unica luce accesa era quella del bagno, così siamo andati a controllare.

Lei era sdraiata a terra, con gli occhi aperti e la bocca semichiusa.
Profonde occhiaie scure le accerchiavano gli occhi, che erano ancora bagnati di lacrime.

Lei era morta.

Calde lacrime caddero sulla carta, bagnando l'inchiostro, che inevitabilmente si rovinò, ramificandosi come i rami di un'albero.

Porco stava seduto sulla sua scrivania, avvolto dal buio della notte. Con le tapparelle chiuse, l'unica fonte di luce era la piccola lampada che illuminava il suo diario segreto, che gli permetteva di scrivere.

Si strinse i capelli in una presa disperata, tirando i ciuffi biondi, strappandoli dalla sua acconciatura perfetta. Il suo corpo era scosso da violenti singhiozzi, che gli rendevano difficile respirare.
Si sentiva distrutto, come se gli avessero preso le viscere e le avessero strette fino a spappolarle.
Gli doleva il petto, il cuore era l'organo che gli faceva più male al momento.

Voleva sparire in silenzio da questo mondo, come lo aveva fatto lei.

Era arrabbiato, infuriato, con se stesso per non aver capito prima il casino che lei aveva in testa.
Era triste, perché sapeva che non si era fidata abbastanza per confidarsi con nessuno.
Poi c'era solo un grande e puro dolore.
Quel dolore straziante da portare alla pazzia, quello che si prova quando si perde qualcuno che si ama.

Non voleva sentire quel dolore lancinante, non voleva accettare il fatto che lei se n'era andata per sempre, lasciandolo da solo a raccogliere i pezzi restanti di se stesso.

Aveva passato così tanto tempo a far finta di odiarla, a essere invidioso del rapporto che aveva con suo fratello, che non si era goduto abbastanza la sua presenza. Faceva fatica a ricordare il suo profumo, faceva fatica a ricordare la sua risata, faceva fatica a ricordare il suo tocco, faceva perfino fatica a ricordare la sua voce.
Non l'aveva nemmeno mai baciata.

E ora si ritrovava completamente spezzato, fatto a pezzi, gettato a terra come uno straccio.
Si era sentito incredibilmente abbandonato.

Solo.

La sensazione di vuoto e inutilità non lasciava il suo petto, gli contorceva lo stomaco e gli faceva tremare le gambe.

Se non fosse seduto sarebbe sicuramente crollato a terra.

Non riusciva a dimenticare il suo viso, così trascurato e segnato dal dolore, vuoto e privo di emozioni.
Il suo corpo, sdraiato in una pozza di sangue che gli aveva fatto salire la colazione, era freddo e immobile.

L'aveva scossa parecchio, mentre suo fratello chiamava l'ambulanza, ma lei rimaneva impassibile.
Il pianto che aveva fatto sul suo corpo freddo non l'avrebbe mai dimenticato.

Con la mano tremante riprese in mano la penna.

✍︎︎

Mi manca, mi manca tantissimo, e la vita senza di lei è appena iniziata.

La rivoglio indietro, qui accanto a me.

Voglio vederla sdraiata nel mio letto, dormire con quella felpa che mi aveva rubato.

Voglio stringerla di nuovo, sentire il suo calore.

Non riesco a smettere di piangere, il mio corpo si rifiuta.
Mi serve qualcosa che mi aiuti, qualsiasi cosa.

Mi sento chiuso in qualcosa che non riesco a capire, voglio solo piangere tutte le lacrime che ho in corpo.

Perché non l'ho capito? Proprio io che mi vantavo di essere tanto intelligente.

Se ogni giorno sarà così, piuttosto non voglio vivere.

Io la amo.

𝓢𝓮𝓬𝓻𝓮𝓽 𝓓𝓲𝓪𝓻𝔂 | 𝑃𝑜𝑟𝑐𝑜 𝐺𝑎𝑙𝑙𝑖𝑎𝑟𝑑Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora