Capitolo 2: La divinità dei sogni

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Arrivata a casa il sole era ormai alto in cielo, poso quello che avevo appena comperato e preparo una tazza di tè. Dalla valigia tiro fuori il portatile e nuovamente mi siedo su quel tavolino, fiduciosa che finalmente qualcosa sarebbe uscito dalla mia mente.

Passati però 10 minuti era chiaro che la situazione non era per niente cambiata, e quando, per la frustrazione, stavo per spegnere il pc e rinunciarci,  una notifica cattura la mia attenzione.

"Appena puoi chiamami" il messaggio proveniva dalla mail di Keiichiro Azusawa, un mio caro amico e compagno di scuola all'accademia delle belle arti di Londra, nonché colui che mi aveva consigliato questo viaggio.

Vedendo il messaggio esito a prendere il telefono e chiamarlo, dopotutto sapevo quanto fosse da tempo preoccupato della mia situazione, e che l'insistenza con cui mi ha convinta a partire era solamente per aiutarmi a sgomberare la mente e a ritrovare quella creatività che avevo ormai perso.

Ancora non riuscivo a parlargli, il mio orgoglio mi impediva di prendere e dirgli che nonostante il viaggio e l'atmosfera ancora non riuscivo a tirare giù nemmeno una bozza. Per evitare ripensamenti decido di uscire nuovamente e, data l'ora, cercare un locale dove pranzare tranquillamente.

A differenza di quando ero andata al mercato però, le strade del paese cominciavano a riempirsi di rumori e parole. Gli abitanti cominciavano a uscire dalle loro abitazioni e a dare vita a quelle strade che fino a qualche momento prima erano deserte.

Seguo la strada fino ad arrivare ad un piccolo chiosco, mi siedo e ordino da mangiare. Nell'attesa si accomoda accanto a me una donna anziana che comincia a parlare al mercante in un dialetto quasi del tutto incomprensibile per me.

"M-mi scusi" mi rivolgo al mercante, "potrei sapere che tipo di dialetto state parlando? ho studiato qualche anno a Tokyo, e conosco il dialetto di Kyoto grazie a un amico, ma il vostro mi è davvero incomprensibile"

Sentendomi l'anziana accenna un sorriso mentre il mercante inizia a spiegarmi come qui ad Harukaze solamente con le ultime generazioni si è cominciato a parlare un giapponese più classico, e che le vecchie generazioni, come quella della signora, parlano praticamente solo il dialetto del posto.

Ascoltando questo discorso mi viene un dubbio, il ricordo di quell'anziano signore che stamani avevo visto alle bancarelle, era abbastanza nitido, e ricordavo come parlasse perfettamente in giapponese. 

Rimango qualche secondo a pensarci tra me e me, fino a quando non decido di chiedere spiegazioni al mercante.

"Non ho mai visto nessuno che si avvicini al signore che ha descritto signorina" queste parole per tre secondi buoni mi gelarono il sangue.

Continuo a pensare a come sia possibile tutto ciò, io effettivamente l'avevo visto, ci avevo parlato, eppure, per loro, quella persona non esisteva, o comunque, non l'avevano mai visto.

Può mai essere che siano loro a sbagliarsi? In un villaggio così piccolo è davvero possibile non conoscere una persona? Mi pare tutto molto surreale, ma non li do troppo peso, concludendo che la stanchezza della mattina possa avermi in qualche modo sviata.

Finito di pranzare chiedo qualche altra informazione sul villaggio al signore, che mi consiglia di visitare la biblioteca del posto. All'interno della biblioteca afferma ci siano molti libri con scritta la storia della fondazione del villaggio, e i vari miti e storie su religioni, divinità e quant'altro.

La cosa mi incuriosisce molto e una volta pagato il pranzo mi dirigo a questa fantomatica biblioteca in cerca di qualche storia interessante che possa in qualche modo darmi ispirazione e farmi uscire da questo limbo in cui sono attualmente.

Entrando la prima cosa che noto la vasta selezione di libri, e l'assenza totale di polvere e altri fattori che ti fanno presagire quanto vecchio questo posto deve essere. Mentre rovisto tra i libri in cerca di qualche scritto sul villaggio, una voce calda ed entusiasta mi chiama da dietro.

"Signorina? Signorinaaa....quella non è la sezione che sta cercando" mi dice quasi divertita.

Capendo ce l'avesse con me mi giro per non darle le spalle e davanti a me mi trovo una giovane ragazza che avrà intorno ai diciassette anni, raggianti capelli biondi e un sorriso energico ed entusiasta. Sulla sua giacca è presente una spilla a forma di burattino a me molto familiare, ma non riesco a realizzare dove possa averla già vista.

"Ah" replico, "Mi scusi, stavo cercando dei libri storici sul villaggio e il suo credo, sa dirmi dove posso trovarli?"

La ragazza scoppia improvvisamente a ridere, come se le mie parole l'abbiano in qualche modo divertita.

"M-mi scusi, non ho resistito" dice, "è la prima volta che mi danno del lei, non me l'aspettavo"

Rimango abbastanza confusa dalle sue parole, ma evito altri imbarazzi, non voglio farmi notare ulteriormente.

"Capisco, allora facciamo così" le porgo la mano, "Sono Lily, Lily Heinsenberg, piacere di conoscerti"

"Lily hai detto?..." riflette per un istante e poi mi stringe la mano, "Io sono Amane Kurogawa, piacere mio!"

Passo un po' il tempo a parlare con la giovane Amane, scoprendo che i libri che stavo cercando erano stati tempo addietro bruciati dagli anziani del luogo. A quanto ho capito sembra che nel passato di questo villaggio di sia qualcosa che spaventi molto gli anziani, ma non sono riuscita a capire cosa.

Chiedo ad Amane anche qualche piccola informazione sulla religione del posto. Seguendo quanto detto da lei, qui ad Harukaze venerano un certo Yumetama, una divinità dalla forma mutevole che si manifesta nei sogni degli abitanti e che per secoli in cambio di sacrifici umani ha protetto il villaggio.

Sembra anche che questa entità abbia il potere di realizzare il sogno più recondito di ogni essere umano, ma pare non si sappia più nulla di lui da oltre 300 anni.

Nonostante le numerose informazioni non mi sentivo ancora ispirata. Prima di uscire la giovane mi accenna un piccolo tempio che si trova per il sentiero che porta alle montagne, poco fuori dal villaggio.

Non avendo niente di meglio da fare decido di esplorare finché mi è possibile questo villaggio, partendo proprio da questo tempio tanto nascosto quanto affascinante.

Quello che non avevo realizzato però era elementare: perché un villaggio che ha numerosi templi in paese ha bisogno di un tempio così nascosto? Cosa si nasconde veramente lì? Non mi ero domandata tutto ciò, e ignorante del pericolo, ho fatto quel che ho fatto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 15 ⏰

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