Erano trascorse due settimane da quella festa e le lezioni erano ormai iniziate. In quel momento, Jimin sedeva assorto, trascrivendo con attenzione le parole del professore.
— Sapete, insegno anche alla facoltà di economia. Ho pensato di unirvi per un progetto a cui assegnerò un voto.—
— Se non conosciamo gli studenti di economia, come facciamo? —chiese qualcuno. Il professore sorrise in modo sbilenco, come se avesse previsto quella domanda.
— Ragazzi, entrate —disse, rivolgendosi alla porta. Varcata la soglia, un gruppo di studenti cominciò ad entrare, per lo più maschi. Un fremito percorse l'aula fino all'ultima fila; l'arrivo di alcuni ragazzi aveva generato un'eccitazione palpabile. Jimin vide Sehun e, ricordando quanto accaduto con lui, distolse subito lo sguardo, ignorandolo del tutto.
L'aula, fino a quel momento immersa in un silenzio vibrante di concentrazione, fu scossa da un fremito sottile e inesorabile. Con passo lento e indifferente, attraversò la stanza.
Gli sguardi si alzarono, catturati e imprigionati dalla sua presenza magnetica, mentre un mormorio febbrile iniziò a serpeggiare tra i ragazzi . Gli occhi, freddi e distanti, si posarono sugli occhi del castano. E tutta l'attenziome di Jimin fu sequestrata dal corvino.
Gli occhi di Jimin si spalancarono alla vista di Jungkook. Lo aveva cercato con lo sguardo i giorni a seguire, desiderando scusarsi, ma non era mai riuscito a trovarlo.
Jin però ignorava il legame tra Jimin e Jungkook, il che era strano. Quando Jimin non stava con Jin, era con Taehyung, e nessuno dei due aveva mai menzionato il misterioso corvino tatuato.
Jimin, con un sorriso angelico che sembrava illuminare la stanza, accennò un saluto. Jungkook, invece, ricambiò il gesto con una freddezza glaciale, sfiorando appena i propri capelli con la mano, senza proferire parola.
— Siete amici? — La curiosità di Jin traspariva nella sua domanda, ma il castano aveva la mente altrove. Voltandosi verso l'amico, negò.
— Ci siamo conosciuti, ma non siamo amici. —
— Mmh. — Jin non insistette, intuendo che non fosse il momento giusto per altre domande.
— Sarà un progetto che toccherà sia l'economia che l'amministrazione di una possibile start-up. Scegliete un compagno e consegnatemi entro un mese la vostra idea. Sfruttate quest'ultima ora per decidere. Domani voglio i nomi nel mio ufficio. — Con queste parole, il professore uscì dalla stanza, lasciando gli alunni a discutere.
Molti sguardi erano rivolti verso il gruppo di Jungkook. Yoongi sospirò, buttando la testa all'indietro.
— Mi sento una preda pronta per essere cacciata, — brontolò, osservando Jungkook che, sorprendentemente, non sembrava infastidito. — Hai già in mente chi scegliere? —
Jungkook lo guardò, scrollando le spalle con indifferenza. Jimin osservò le ragazze e i ragazzi che si avvicinavano a Jungkook. Desiderava scusarsi, parlargli, ma la folla impediva ogni possibile contatto. Sehun si alzò, deciso a parlare con Jimin. L'indifferenza di Jimin lo tormentava, causando una sofferenza a cui non era abituato. Non appena Jimin notò le sue intenzioni, fece un passo indietro.
Jungkook, seduto in disparte, non riusciva a staccare gli occhi da Jimin. Ogni movimento, ogni espressione del volto del ragazzo sembrava catturare la sua attenzione in modo magnetico. Lo osservava con un'intensità che sfiorava la contemplazione, perdendosi nella delicatezza dei suoi gesti.
Quando Sehun entrò nella visuale di Jimin, l'atmosfera cambiò. Jimin, che inizialmente aveva un sorriso sulle labbra , si ritrovò a indietreggiare, la sua espressione divenne amareggiata. Quel cambiamento improvviso fece rabbrividire Jungkook, provocandogli un fastidio sottile ma persistente.
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𝐹𝒶𝓁𝓁𝒾𝓃𝑔 𝒾𝓃 𝓁𝑜𝓋𝑒 | 𝒥𝐼𝒦𝒪𝒪𝒦 |
FanfictionPark Jimin osserva Jeon Jungkook, che non reagisce alle parole di un ragazzo e rimane impassibile guardando il cielo. La figura di Jungkook, possente ma fragile, rimane impressa nella mente di Jimin, suscitando una sensazione di vuoto e tristezza. ...