Capitolo 1

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Pov: Amy

Mi ricordo ancora il giorno in cui tutto cambiò, era 15 aprile 2026, il giorno in cui il mondo come lo conoscevamo cambiò per sempre.
Ero solo una bambina allora, che viveva nella città di Paradise, l'unico luogo dove la speranza ancora esisteva in un mondo impazzito. I miei genitori, io e mio fratello eravamo la famiglia più importante di tutta la città , i Miller, eravamo la famiglia che tutti volevano essere e avere, una famiglia unita, ma la realtà era molto diversa, quella famiglia era solo apparenza.

I miei genitori mi avevano sempre parlato degli "altri", quelli che vivevano nella povertà e nella disperazione fuori dalle mura della città, e dei vari regolamenti che dovevo rispettare per vivere la mia vita al sicuro.

Man mano che crescevo, divenni sempre più insoddisfatta, iniziando a interrogarmi sui rigidi regolamenti e protocolli che governavano la nostra vita all'interno di Paradise. I miei genitori erano nobili e rispettati, mio fratello Alexander era il ragazzo perfetto che tutti volevano, era intelligente ma allo stesso tempo freddo e cinico, mentre io... bhe, ero diversa, ero molto testarda, risoluta e ribelle, e queste mie varie caratteristiche ai miei genitori non piacevano, infatti continuavano a voler farmi diventare una copia di mio fratello "la perfezione" solo per non far cadere la loro perfetta immagine che si sono creati, e che io gli e la stavo distruggendo.

Ma non sapevano nulla del mio piano. Un piano per fuggire, per vedere cosa ci fosse oltre le mura della nostra città perfetta, non che la mia prigione.

Era una notte oscura e tranquilla a Paradise, era il momento perfetto per attuare il piano che da settimane avevo pianificato dove avevo studiato i movimenti delle guardie, le loro rotte e evidenziando i punti più deboli della loro vigilanza.

Mi alzai silenziosamente dal mio letto, lasciando mio fratello addormentato e cercando di vestirmi il più veloce possibile. Mi feci strada attraverso le ombre del quartiere più umile della città. Non mi feci sentire, non mi feci vedere. Ero stata addestrata a ciò fin da bambina, nel segreto.

Camminai velocemente e furtivamente, superando case e cortili, con gli occhi fissi sulla soglia delle mura della città. Erano alte e imponenti, ma sapevo che erano anche vulnerabili in alcuni punti. Da bambina avevo visto i costruttori delle mura costruirle, avevo notato i diversi difetti di quelle mura.

Finalmente arrivai alla zona dove avevo deciso di tentare l'evasione. Era noto che le guardie erano più numerose in quel punto, ma anche più distratte. La luna era alta nel cielo e i suoi raggi illuminavano la strada, mi feci strada tra le ombre, trovando un luogo dove il muro sembrava essere più debole.

Il cuore mi batteva forte mentre mi avvicinavo al muro. Era alto circa tre metri e mezzo, ma anche per questo avevo preparato un piano. Feci un respiro profondo e cominciai a scalare.

La pietra era grezza e ruvida sotto le mie dita, ma mi aggrappai con tutte le mie forze. Il rumore delle mie scarpe che scalavano il muro era coperto dal rumore della città notturna. La tensione aumentava a ogni metro che superavo, ma non mi arresi.

Finalmente arrivata in cima mi affacciai sulla sommità del muro. Il vento mi fece vacillare, facendomi così agrappare ancora più forte. Guardai giù verso la città deserta e vide la libertà che tanto desideravo

"Non è ancora il mio destino" pensai con un sorriso ironico.

Feci una piccola caduta silenziosa sul lato opposto del muro e proseguì a piedi lungo la strada buia e deserta.

Fino a quando non mi imbattei con un gruppo....

The day after tomorrow Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora