Mi fecero sdraiare sullo stesso lettino di sempre, tenendomi per mano, cercando di usare delle parole per rassicurarmi nel frattempo che i miei polmoni si rifiutavano ancora di respirare e il mio cuore di amare, nonostante fosse l'unica cosa per cui credeva che il buon Dio lo avesse creato.
Gli occhi si rifiutavano di vedere e sommersi dall’oceano delle mie lacrime si chiusero in poco tempo in un sonno profondo presi dalla stanchezza.
Non stavo morendo, era semplicemente diventata la normalità, d’altronde senza il mio Fred non potevo più pensare di esistere, non riuscivo a credermi viva, ogni mio pensiero era ancora rivolto a lui, alle sue carezze dolci come le spade che mi trafiggeva nel cuore ogni volta che mi alzava le mani contro, ogni volta che finivo per terra a dover pulire lo stesso sangue in cui mi specchiavo, ogni volta che mi faceva sentire sua e solo sua, protetta tra le stesse braccia che un momento prima mi coccolavano dolcemente e quello dopo m’ammazavano.
Da quando lui se n’era andato la mia vita non aveva più un senso, io non lo avevo, a questo punto la morte che da sempre avevo temuto, mi attraeva quasi come mi attraeva Frederick.
Quando mi svegliai l’orologio posto su una delle pareti spoglie segnava le 18:00, mi sentii uno zombie e nel mentre che il mio corpo prese a tremare, accanto a me c’erano mamma e papà seduti su delle sedie vicine al mio letto, quanti anni erano passati da quando li avevo visti l’ultima volta? Credetti di essere in un sogno, non era vero, non poteva esserlo, ma le lacrime dei miei genitori erano così reali che nemmeno 300 pizzicotti sarebbero riusciti a risvegliarmi da quell’incubo.
-G-Ginevra?.. Come ti senti cara?- chiese mia madre, mentre mio padre faceva fatica a fermare le lacrime, io invece a fermare il tremore.
-Va bene, è ancora difficile per te…lo so, ma intanto starai qui per un po’...devi solo fare una firma nei vari fogli…magari per ora te li lascio sul comodino e quando sarai più lucida li leggerai va bene?..- annuii confusa, forse capii mezza parola in quel momento, ma nell’istante successivo riuscii subito a rielaborare.
-Ci hanno detto che qui sei una cliente abituale…se così si può dire haha…tutte le infermiere e i dottori ci hanno parlato bene di te…hanno detto che sei una giovane donna bellissima, dolce, buona, gentile, educata…e che li dispiace molto che tu debba prendere farmaci su farmaci e abbia tentato il suicidio più volte…- i suoi occhi si fecero più lucidi, mio padre non riuscii più a contenersi dalla disperazione.
-Io te l'avevo detto fin da subito! Quel Frederick non mi è mai piaciuto e guarda come ti ha ridotta! Tra un tossicodipendente e te non ci sono differenze, siete uguali!-
-Non rimproverarla ora! Adesso ha solo bisogno di tempo, è stato il suo primo amore…è normale non sapere come comportarsi e poi tutti commettiamo degli sbagli, ricorda cosa disse il buon Gesù:” chi è senza peccati scagli la prima pietra”!- lo riprese mia madre.
Sbuffai.
-Smettetela di parlare di lui, voi non lo conoscevate bene, come lo facevo io, aveva molti lati buoni, ma voi vi volete soffermare solo su quelli negativi!- i miei occhi ripresero a lacrimare, io ad ansimare.
-Oh davvero?! E sentiamo quali! Forse che era bello? Bah neanche troppo! Ah si, il suo più grande pregio era il suo capitale! Oltre a quello nient’altro! Che poi io mi farei anche qualche domanda sul come mai avesse tutti quei soldi, dubito li abbia fatti legalmente!-
-Ora basta così!- mia madre fermò me e mio padre dalla discussione e ci guardò entrambi in modo severo - Nel bene e nel male Frederick se n’è andato, quel che è passato è passato e non si può più tornare indietro. Ora quel che dobbiamo tutti fare è concentrarci sul presente e sulla tua salute mentale- mi accarezzò il viso dolcemente come era solita fare un tempo.
Mio padre si calmò, io tuttavia rimasi con l’amaro in bocca mentre mi guardai intorno.
-Come avete saputo del…del…insomma di quello che stavo cercando di fare?-
Mia madre sospirò
-Alessandra.-
-Alessandra?!- impallidii, come poteva lei, ma proprio lei, tra tutte le persone al mondo aver fatto una cosa del genere?!
-Ti ha salvato all’ultimo, tu avevi già perso coscienza e ha chiamato sia l’ambulanza che noi…era qui anche lei fino a poco fa, non ha chiuso occhio stanotte per assicurarsi che stessi bene.-
-Ma…ma…perchè?! Dopo tutto quel che è successo…Non siamo neppure più amiche- mia madre mi interruppe.
-Perché lei nonostante tutto ti vuole bene e sono certa che dentro al suo cuore, in fondo, in fondo, in fondo tu sia ancora la sua migliore amica…D’altronde vi conoscete fin da quando avete memoria…-
-Sai che è…- la mia voce si incupì.
-Lesbica? Si purtroppo lo so, è una così bella ragazza…ma…ai sentimenti non si comanda e se Dio l’ha fatta così un motivo ci sarà-
-Andiamo mamma, finirà come minimo tra i sodomiti! Lei pecca semplicemente esistendo! Poi è strana, sono certa che se voi non foste stati con me mentre dormivo lei se ne sarebbe approfittata! -
-Ginevra! Basta così, va bene, non finirà in paradiso per quello che è, ma se lei finirà tra i sodomiti, tu sarai tra i lussuriosi e i violenti contro se stessi, sai mi ricordi tanto Didone in questo momento- le scappò una risatina - che senza il suo Enea finì per impiccarsi!-
-Mamma!-
-Perchè? Sbaglio?- alzò un sopracciglio
-E comunque Ginevra, Alessandra sarà anche, ehm come si dice? Fru fru? No quello si utilizza per i maschi…ehm…-
-Caro, il termine è lesbica- mia madre rise
-Ecco si lesbica!- esclamò mio padre. -Ti ricordo che Alessandra sarà ecco…beh un po’ uno spreco per quanto è carina… ma lei almeno non ti ha mai tradita! A differenza delle altre tue amiche normali!-
Me ne stetti zitta a riflettere, mio padre aveva ragione, Alessandra era sempre stata al mio fianco in tutto fino a quando non l’avevo cacciata io stessa dalla mia vita ancora anni prima…
-Cara?- mia madre spezzò il silenzio -Ecco io e tuo padre…nonostante ti siamo stati lontani per tutto questo tempo…ti stiamo vicini- mi posò la mano sulla guancia - su di noi puoi contare, lo sai, ma sappiamo anche che la tua è una faccenda molto delicata e forse parlarne con noi non è proprio il massimo per te visto che non ci siamo sentiti per anni…ti andrebbe di provare a parlare con un esperto?.. Un Terapeuta.-
Ero così stanca, così delusa e triste dalla vita in quel momento, non sentivo proprio nulla se non dolore che mi faceva soffocare il cuore e lo pugnalava ogni momento sempre di più, perchè mai avrei dovuto accettare di parlare con qualcuno? Dopo quello che avevo fatto d’altronde forse nemmeno Dio mi avrebbe più perdonata.
Non risposi e tornai nel mio letargo in quel maledettissimo lettino d’ospedale a sognare ancora una volta me stessa distruggere la mia vita con le mie stesse mani.
Caddi tra le braccia di Morfeo.
...
-Mav
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falls down
RomanceGinevra è ricoverata in ospedale, fermata ancora una volta dal suo tentato suicidio, è disperata, sente di essere già morta dentro, oppressa da se stessa e dalla vita a causa della scomparsa di suo marito Frederick. Grazie alla sua migliore amica d'...