"Voglio che ti ricordi di me"

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Hesher's pov
Età: 8
Anno: 1942

Guardai il volto della ragazzina intrappolata in quella grande e mortale gabbia.
Le lacrime mi barcollavano sulle guance al pensiero di non vedere più i suoi occhi color castano.
Era la mia unica amica.Era il mio tutto
.
„Se questa è l'ultima volta che ammirerò il suo viso,voglio che si ricordi di me anche se la sua anima sarà già davanti alle scalinate del paradiso„
Pensai con determinazione.
Staccai le mie dita dal recinto e facendo dei passi indietro,rassicurai Eva dicendo
“aspetta qui, arrivo subito!”

A passi svelti iniziai a correre talmente tanto che la polvere si alzò dal terreno.
Svoltai l' angolo per ritrovarmi alla mia destinazione.Un fioraio.
Entrai nel posto come un fulmine e,sganciando i miei pochi centesimi che avevo nella mia tasca destra,ordinai alla donna che era dietro al bancone
“Vorrei delle rose bianche”

La ragazza mi accontentò e in pochi minuti avevo già un bouquet di fiori.
Ringraziai con un sorriso e ritornai da Eva con il respiro affannato.
Lei era seduta sul terreno sporco,a scolpire qualcosa su una pietra.
Alzò lo sguardo verso di me,lasciando uscire un sussulto dalle sue labbra.

“Voglio che ti ricordi di me,Eva.”
Avvertì io, infilando il mazzo di rose nella rete che ci separava.
La ragazzina si prese un momento per annusare il profumo delicato che emanavano i fiori e poi con il suo sorriso dolce mi rivolse un' occhiata di affetto.

“Le porterò con me nel mio viaggio per tornare dal Signore!”
Disse Eva con sicurezza.Poi si chinò leggermente per raccogliere il sasso che prima stava scolpendo.
Me lo porse e io lo presi senza esitazione.
Aveva scolpito su di esso le lettere “E” e “H” sopra e poi aveva fatto un piccolo cuoricino.
I miei occhi iniziarono a lacrimare ancora di più, ripensando ai bei momenti che avevamo passato.
Quando ci eravamo conosciuti ci facevamo le smorfie,ora eravamo passati a baciarci le guance come innamorati..anzi,noi siamo innamorati.

“Ecco,anche io voglio che ti ricordi di me quindi tieni questo sasso.Quando sentirai la mia mancanza basta guardare la pietra e stringerla nel tuo palmo, così penserai che al posto di esso c'è la mia mano”
Mi spiegò con molta attenzione.
Un sasso non può sostituire il calore che ha la sua mano.Non può sostituire i miei sentimenti per lei..

Mi venne subito l' impulso di infilare le mani tra la rete e accogliere il suo viso nel mio tocco, così applicai questo mio pensiero.
Lei sorrise dolcemente e io le baciai la fronte.Il bacio era così leggero che forse non si era neanche accorta che glielo avevo dato.

“mazal tov” sussurrai a Eva.Significava “buona fortuna” in ebraico e forse era l' unica cosa che sapevo in quella lingua e causalmente me lo aveva insegnato lei.

Ci fu un calo di silenzio fino a quando delle voci roche e forti richiamavano la mia e la sua attenzione.

Erano i tedeschi.
Volevano portare via la mia Eva.
La mia migliore amica.
La mia fidanzata.

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