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un nuovo giorno, una nuova noiosa e monotona giornata nella scuola, di cui il nome neanche si sa da quanto è brutta e vecchia.

entro nella scuola superando l'alto arco di legno grezzo, passando nel corridoio tra dozzine di studenti di ogni età e classe, dopo aver passato il corridoio mi dirigo in classe, ci sono già alcuni dei miei compagni ma del prof non c'è traccia, menomale direi..

mi metto al mio banco, togliendo l'astuccio, il diario e i libri dal mio zaino color rosso scuro, quasi nero, con attaccate alcune spille di qualche band punk-rock.

mi siedo bene sulla sedia e accendendo il mio telefono, vado sulla fotocamera e sistemo i miei capelli castani rossicci con la mano per farli sembrare un po decenti.

dopo qualche minuto arrivano in classe altri miei compagni, compreso Federico, Anna, Ettore e Giorgio.

"ciao Nico" mi dice il gatto viola avvicinandosi al mio banco e dandomi un bacino sulla guancia.

io gli rispondo con un cenno con la testa.

"oii, mi ascolti?" mi chiede Federico alzandomi il mento con un dito.

"sisi, sono solo un po' turbato"

"per qualche motivo?"

"per ieri, della botola nella palestra che portava..." neanche a finire la frase che entra il bidello in classe.

"ragazzi, c'è una bruttissima notizia che vi devo comunicare, il vostro prof, Roberto Rossi, è morto, non sappiamo com'è successo, ma l'unica cosa che sappiamo è questa..." dice per poi uscire dalla classe chiudendosi la porta alle spalle.

"oddio, a pensare che non si sa neanche com'è morto..." mi dice Federico rompendo il silenzio tra noi

"mh mh, strano che non si sa come sia morto, dovrebbe essere già sui telegiornali" rispondo, con la faccia sul telefono.

arrivano verso il mio banco anche Anna, Ettore e Giorgio e iniziamo a parlare della questione del prof Rossi, ma ad un certo punto, al più grande del gruppo, nonché Ettore, viene un idea.

"visto che il prof non c'è, in ogni senso della parola, andiamo a vedere la botola della palestra?" chiede a tutti e quattro che lo stanno ascoltando.

"io direi di sì" risponde Federico e in coda anche Anna, Nicola e Giorgio.

quindi, dopo che tutti hanno accettato ci dirigiamo verso la botola della palestra, apriamo la porta ormai arrugginita della struttura, andiamo all'angolo della stanza, apriamo la botola di metallo pesante e uno ad uno scendiamo giu per le scale che portano nel "Sotto Sotto", come lo chiamiamo noi, ovvero, per quello che ora vediamo, una struttura bassa di roccia, con davanti un parkour anch'esso di rocce da percorrere per andare al prossimo "livello".

"è com'era ieri" dice il gatto facendo un giro guardando le pareti formate da sassi grossi con muschio verde acceso.

"grazie al cazzo nessuno viene qui sotto" dice Nicola con tono secco.

"solo noi conosciamo questo posto" continua la frase Giorgio.

"ma quindi saltiamo su ste rocce per andare avanti oppure restiamo qui a vita?" chiede Anna a tutti e 4 i ragazzi che stavano guardando per filo e per segno il quadrato in cui stavano.

"raga...una lettera attaccata a sta roccia..." dice Giorgio con tono basso e  spaventato.

una lettera, del sangue e una roccia📃🩸🪨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora