Capitolo 2

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Anna ha sempre sognato di essere una principessa, fin da quando era una bambina. Trascorreva ore immersa nei suoi sogni, immaginando di indossare abiti eleganti e di vivere in un castello incantato. Tuttavia, la realtà in cui viveva era ben diversa. Suo patrigno, un uomo duro e autoritario, non avrebbe mai permesso che quei sogni si avverassero.

Ma un giorno, mentre Anna puliva le scale di casa, sentì un bussare deciso alla porta. Le scale, di legno scuro e lucido, scricchiolavano leggermente sotto i suoi passi mentre si affrettava a scendere. Il cuore le batteva forte, chiedendosi chi potesse essere. Con un movimento rapido, aprì la porta e vide un messaggero in piedi sulla soglia.

Il messaggero, un uomo dall'aspetto austero, indossava una divisa elegante e teneva in mano una lettera sigillata con ceralacca rossa. I suoi occhi penetranti incontrarono quelli di Anna, e per un attimo sembrò che il tempo si fermasse. La luce del sole che filtrava dalla porta aperta illuminava il volto del messaggero, rendendo la scena quasi surreale.

"Buongiorno," disse il messaggero con una voce profonda e formale. "Ho una lettera per voi."
Anna, ancora sorpresa, prese la lettera con mani leggermente tremanti. Il sigillo era adornato con un emblema regale, e la carta era di una qualità che non aveva mai visto prima. Mentre teneva la lettera tra le dita, sentì un'ondata di emozione e curiosità travolgerla.

"Grazie," riuscì a dire con un filo di voce, mentre il messaggero si congedava con un cenno del capo e si allontanava.

Richiusa la porta, Anna rimase per un momento immobile, osservando la lettera come se fosse un oggetto magico. La cucina modesta e le pareti spoglie sembravano scomparire, mentre lei si perdeva nei suoi pensieri. Si sedette su una sedia vicino al tavolo, la mente in tumulto.

Con un respiro profondo, spezzò il sigillo e aprì la lettera. Le parole scritte con una calligrafia elegante la lasciarono senza fiato. Era un invito a un ballo regale, un'occasione che mai avrebbe immaginato di poter vivere. Mentre leggeva e rileggeva le righe, il suo cuore si riempiva di una gioia incontenibile.

Anna alzò lo sguardo, gli occhi scintillanti di speranza. Forse, finalmente, il suo sogno di diventare una principessa stava iniziando a prendere forma.

"Chi era?" chiese il suo patrigno, corrugando la fronte mentre si avvicinava. Anna si voltò a guardarlo, ancora tenendo la lettera aperta tra le mani. Il patrigno, un uomo robusto con un volto segnato dalle rughe della severità e degli anni, la fissava con sospetto. I suoi occhi freddi e scrutatori si posarono sulla carta che Anna stringeva, pieni di curiosità e diffidenza.

"Era un messaggero," rispose Anna, cercando di mantenere la calma nonostante il cuore le battesse forte. "Ha portato una lettera."

"Una lettera?" ripeté il patrigno, avvicinandosi di più. La luce fioca della stanza illuminava i dettagli del suo volto, accentuando l'ombra di diffidenza nei suoi occhi. "Di che si tratta?"
Anna esitò per un momento, poi sollevò lo sguardo e decise di essere sincera. "È un invito a un ballo regale."

Il patrigno strinse gli occhi, la sua espressione si indurì ancora di più. "Un ballo regale? E cosa c'entra una come te con un ballo regale?" chiese con tono tagliente, come se l'idea stessa fosse ridicola.

Anna sentì un'ondata di determinazione crescere dentro di sé. "Non lo so," ammise con calma, "ma è scritto qui. Sono stata invitata."

Il patrigno afferrò la lettera dalle mani di Anna, esaminandola con cura. Mentre leggeva, la sua espressione passava dalla sorpresa all'incredulità. Restituì la lettera ad Anna con un gesto brusco. "Non pensare che questo cambi qualcosa," disse con voce dura. "Sei e rimarrai sempre una contadina."

Anna guardò il patrigno negli occhi, la sua determinazione non vacillò. "Forse," rispose con una calma inaspettata, "ma voglio almeno vedere cosa può succedere. È solo per una notte."Il patrigno la fissò per un lungo momento, poi, con un grugnito di disapprovazione, si allontanò. Anna rimase lì, con la lettera tra le mani, il cuore ancora in tumulto ma con una scintilla di speranza che brillava nei suoi occhi. Sapeva che quella notte avrebbe potuto cambiare tutto.

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