2. L'iniziazione

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Spesso le persone danno alle cose nomi così lontani dal loro reale significato.
L'illusione è una forma di controllo dall'effetto placebo che non capirò mai del tutto. Dà sicurezza a chi la usa e conforto a chi ci crede; come ha fatto mia madre portandomi qui, con la sola differenza che io non ci credo abbastanza.

È per questo motivo che la signorina Wilson, la Preside dalla Blackthorn, ha chiamato questo posto Università. Lo ha fatto in buona fede, anche se nella speranza vana di illuderci che la cosa avrebbe fatto sentire meglio noi "studenti". Non conosco ancora nessuno, ma è impossibile pensare che nessun altro qui dentro non abbia colto il suo intento.

Siamo un centro di recupero travestito da campus universitario, ed è più che evidente. Lo si vede, lo si sente. Tra di noi lo capiamo, impossibile non percepirci a vicenda.
Me lo ha detto anche lei, senza troppi giri di parole, il primo giorno che sono arrivata, al nostro primo colloquio: "Qui troverai lo slancio per riprendere la tua strada. Riuscirai a finire gli studi e se ci permetterai di aiutarti fino in fondo, vorrai proseguire." Gliel'ho lasciato credere, con un cenno inequivocabile del capo; per lei, un "ci proverò, grazie", per me, un contentino dovuto.

I primi due giorni di lezione sono trascorsi tranquilli. Sto ancora sulle mie, non mi va molto di socializzare. Avverto un senso di nausea e stordimento, l'effetto del mix tra i farmaci che prendo e il cambiamento che mi ha investita in pieno.
La mia compagna di stanza è una a posto, o almeno così sembra. Si chiama Sarah, per lei è già il secondo semestre, qui. Durante il cambio lezioni mi segue come un'ombra, non perché abbia bisogno del mio supporto, credo piuttosto si senta in dovere di darmene. Ancora non mi conosce, ma è gentile e lo apprezzo.

Nel corridoio principale dell'ala ovest c'è sempre una gran confusione, almeno fino all'ultima lezione del pomeriggio. Il soffitto alto, dalle volte a botte, amplifica il vociferare anche se vorrebbe essere sommesso.
Apro l'armadietto che mi è stato assegnato. Mi ci vuole un attimo, nessuno degli scomparti è chiuso da un lucchetto, non è permesso. Nemmeno le porte delle nostre stanze hanno la chiave.
Sostituisco il libro di storia con quello di letteratura. Nel farlo, un pezzo di carta che non ricordavo di aver inserito tra le copertine, mi cade tra le mani.
È una pagina di quaderno strappata malamente e ripiegata su sé stessa con noncuranza.

"È arrivata..." commenta Sarah notando il biglietto che tengo nella sinistra.
La guardo, di colpo è impallidita. Mi fissa come se qualcuno alle spalle mi stesse puntando una lama alla gola.
Rimango apatica, anche se forse, dentro, da qualche parte, un pezzetto di me si sente scosso.
Apro il foglio. Una calligrafia arrotondata, decisamente femminile, mi informa:
Questa notte, alle 23:30, nel bosco, sotto al prugnolo.
Torno a guardare Sarah, senza comprendere la sua reazione.
"L'iniziazione" mi spiega, "tocca a tutte le matricole, qualche giorno dopo che sono arrivate..."
"Di che parli?"
"Non è sempre la stessa cosa... Tutti ricevono un invito però. Puoi seguire quello che dice il biglietto o restare ad aspettare. Ma... in un modo o nell'altro vengono a prenderti."
"Chi?"
"Quelli del secondo anno, le ex matricole. Si vendicano sui nuovi per quello che è toccano loro l'anno prima."
"E a te? Che hanno fatto?"
"Non ho accettato l'invito sul biglietto e... si sono vendicati."
Dal mio sguardo capisce che voglio saperne di più.
"Hanno tappezzato i corridoi di volantini con una mia foto mentre mangiavo un panino in mensa... e la scritta Sarah senza fondo."
So della bulimia di Sara, me lo ha detto lei quando mi si è presentata. Uno "scherzo" del genere può solo aver incrinato il già fragile equilibrio che si porta dentro.
"Sarei dovuta andare sotto quel dannato pruno..."
Lo dice fissando il pavimento, con un senso di colpa così tangibile da lasciarmi incredula.

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Sono quasi le 23:30. Sarah, nel letto accanto al mio, ha il sonno pesante.
Io non ho ancora chiuso occhio, soffro di insonnia da parecchio e il testo di quel biglietto continua a girarmi per la testa. 

Blackthorn - Kat -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora