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Sono giorni che io e Filippo ci incontriamo per studiare. Devo dire che, al contrario di quanto pensassi, da amici funzioniamo abbastanza bene.
Nicole non ci avrebbe scommesso un euro, ma così mi trovo molto bene con Filippo. Gli sono anche infinitamente grata di aver capito.

Poi lui è un cervellone, è un grande supporto per studiare.
Andiamo in biblioteca, oppure rimaniamo a casa mia.

Questa mattina, invece di andare a scuola siamo rimasti a casa a studiare. Ho un compito importante, quindi vorrei essere preparata al 100%.

Riccardo, dalla partita, non l'ho più sentito.
Vibra il mio telefono, e so già di chi si tratta, neanche a farlo apposta.

"Che fai?"

"A quest'ora non dovresti allenarti?"

"Appena finito."

"Sto studiando."

"Che secchiona." Alzo gli occhi al cielo, e metto il telefono con lo schermo rivolto verso il tavolo.

Cerco di ignorare il telefono, ma continua a riempirmi di messaggi.

"Dai mi annoio, fammi compagnia."

"Chi è?" Mi domanda Filippo ma scuoto la testa.
"Nessuno, lascia stare."
"Beh questo nessuno ti sta intasando di messaggi." Mi dice come se non me ne fossi accorta di mio.

A quel punto decido di mettere direttamente il telefono in silenzioso.
Dopo un paio d'ore, Filippo se ne torna a casa ed io rimango da sola.

Decido allora di riprendere il telefono.

"Sei cattiva comunque :'("
"Cioè adesso studiare è più importante di me?"
"Del tuo ormai migliore amico?"

Migliore amico è un parolone. Io e Riccardo non lo siamo. In parte non penso neanche che io e lui siamo amici.
Non facciamo nulla di ciò che fanno due amici: uscire, andare al cinema.
Riccardo si diverte solo a darmi fastidio a casa, per divertimento suo personale.

"Cala, non hai niente di meglio da fare che importunarmi?"

"Mi piace quando mi chiami Cala."

Il mio cuore prende a battere un po' più velocemente. Sento però che tutto questo è così sbagliato. Sto rispondendo ad un ragazzo fidanzato. E la cosa peggiore è che è lui che continua a cercarmi.

Decido di non rispondergli più. Devo smetterla di tirare la corda e mi devo dare un contegno.
Con tutti gli uomini al mondo, proprio a Calafiori devo pensare? Tra tutti gli uomini single, proprio quello fidanzato?

Subito dopo pranzo, vado a casa di Nicole, per svagarmi.
"Dovevi venire a scuola, non sai che è successo." Dice ridendo.
"Sono rimasta a studiare con Filippo."
"Devi smetterla di vederlo." Alza gli occhi al cielo e sbuffa.

"Oddio siamo solo amici, smettila."
"Fidati, quello sta aspettando il momento giusto per riprovarci."
"Vabbè se sei convinta."

Continuano ad arrivarmi dei messaggi da Riccardo, ma Nicole mi sfila il telefono e li legge prima di me.

"Mi piace quando mi chiami Cala? Amica mia, ancora non hai chiamato l'ambulanza? Sarei collassata sul posto!"
"Oddio quanto sei esagerata." Sbuffo. "Comunque se non ci hai fatto caso, nemmeno gli ho risposto."

"Beh dovresti."
"Tu sei una pessima influenza." La guardo male. "Adesso pensa se il tuo fidanzato scrivesse ad una ragazza, e questa gli risponde, come la prenderesti?"
"Ovviamente male."
"Quindi perché devo stare io nel torto?"
"Okay forse hai un po' di ragione."

"Basta non gli devo risponde più."
"Ops."
"Nicole?"

Le prendo il telefono dalle mani e leggo il messaggio che gli ha scritto.

"Allora Cala, ti continuerò a chiamare così."

Cancello subito il messaggio sperando non gli sia proprio arrivato, ma ormai è troppo tardi.

"Scusami, è stata Nicole."

Gli scrivo non appena noto che comunque era online, e il messaggio anche se cancellato, aveva fatto in tempo a vederlo.

"Ahahaha ci stavo quasi credendo che lo avessi scritto tu."

"Ci stavi credendo o sperando?"

"Più la seconda."

Odio Riccardo perché mi manda in tilt e non capisco più niente.
Dopo poco mi scrive qualcos'altro.

"Che fai stasera?"

"Niente, sto a casa come al solito."

"Allora ti porto in un posto."

"Che ti ha scritto?" Domanda Nicole emozionata, forse più di me.
"Che mi vuole portare in un posto stasera."
Esulta lei al posto mio e mi metto a ridere.
"Gli scrivo che non posso."
"Sei matta? Vacci, cos'è che ti frena?"
"Nicole, la solidarietà femminile. Okay che Benedetta mi sta sul cazzo, ma nessuna si merita una cosa del genere."

"In parte hai ragione, ma per una volta fai l'egoista!"

-

Riccardo, non mi ha scritto più niente, quindi forse ha cambiato idea. Meglio così.
Dopocena mi metto sul divano a guardare qualcosa, e a finirmi a cucchiaiate una vaschetta di gelato alla menta. Il mio preferito.

Suona il campanello e subito capisco che è lui.
"Bell'outfit." Dice non appena mi vede e lo guardo male.
Sì sono in pigiama, con i capelli legati nel modo più disordinato possibile.

"Non pensavo saresti venuto davvero, così mi sono messa comoda."
Mi risiedo sul divano, tra la mia copertina e lui si siede accanto a me.

"Stavi vedendo un Diavolo veste Prada?" Domanda ridacchiando.
"Sì, questo film è la mia ossessione."
"Non l'ho mai visto."
"E allora adesso lo vedrai." Rimetto il film da capo.

"Vuoi?" Gli allungo il gelato e un cucchiaio.
"Amo il gelato alla menta." Dice lui ed io sorrido.
"Allora ce l'hai qualche aspetto positivo."
"Scema." Mi tira una gomitata e mi metto a ridere.

Per la stanchezza, verso metà film mi addormento.
"Bea?"
"Mh?" Non riesco neanche ad aprire gli occhi dal sonno.
"Così stai messa male, ti porto in camera."

Riccardo mi prende in braccio, ed io per reggermi metto le braccia intorno al suo collo.
Sentire il ritmo del suo cuore, mi fa ancora di più addormentare.

"Buonanotte Bea." Mi poggia sul letto ed io per un istante cerco di tenere gli occhi aperti.
"Notte Cala." Dico girandomi sul fianco, dal lato opposto.

Mi lascia un bacio sulla fronte e sento la porta della camera di chiudersi.

CUPIDODove le storie prendono vita. Scoprilo ora