1-Law/Alena/Zoro

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La stanza era buia, il tremore delle candele sfiorava le pareti giocando con le ombre ma nessuna tenebra poteva competere con quella che il chirurgo della morte si portava addosso mentre la fissava nel chiaroscuro della stanza.
Gli occhi inespressivi e lo sguardo serio. E le sue profonde occhiaie a scavargli un fosso di desiderio intorno alle fitte ciglia nere.

"Cosa vuoi, chirurgo?"
Alena parlò, senza interrompere il contatto visivo, vigile e attenta scrutandolo nel riverbero della fiamma incerta che gli sfiorava il profilo e lo rendeva, se possibile, ancora più pericoloso. Sapeva bene che, con un uomo come lui, un attimo di distrazione sarebbe stato fatale.
Ma Trafalgar Law non si era preso il disturbo di andare in quella stanza a quell'ora di notte soltanto per duellare con battute sagaci e sarcasmo sferzante.
Il taglio del sorriso del chirurgo della morte si allargò pericolosamente conferendogli un'aria funesta, indecifrabile.

"Sono deluso. Ti facevo più perspicace."

Il desiderio divampò furiosamente dallo sguardo della ragazza mentre piegava la bocca vermiglia in una smorfia attraente e ribatteva:
"O forse mi piacerebbe solo sentirmi dire quanto dannatamente mi desideri, dottore."

L'ombra negli occhi di Law fremette alla vaga luce del moccolo di cera che andava morendo nel candeliere e un ghigno superbo gli sfiorò le labbra mentre si avvicinava fatalmente a lei come una fiera selvaggia e silenziosa. Lo sguardo sulla preda, il respiro corto, l'espressione famelica.
Un rivolo di desiderio gli colava dalle folte ciglia scure, sparpagliandosi dappertutto in quella stanza ormai satura di lussuriosa brama.

"Cosa ti fa pensare che io ti desideri fino a quel punto, Alena-ya? Fino alla dannazione?"
Un altro passo, un altro sospiro. La voce bassa e vellutata di Law che sfiorava l'aria e si addossava alla pelle di lei accarezzandola dappertutto.
"Il modo in cui mi guardi sempre, chirurgo."
"E come ti guardo?"
"Esattamente come mi stai guardando adesso."
"E come ti sto guardando?"

Un sussulto di fiamma scompigliò le ombre e un guizzo di luce venata di tenebra lampeggiò nelle iridi grigie di Law conferendogli un aspetto sinistro.
Terribile.
Eccitante.

"Come se volessi consumarmi."

Mormorò lei con la voce cupa come l'oscurità negli occhi del pirata.
Un altro passo, la fine dei giochi.
Trafalgar si chinò su di lei fino a che non fu ad un sospiro dalle sue labbra e sibilò:

"E lo vorresti?"

Alena lo guardò fissamente senza scomporsi, il corpo in fiamme e il rantolo della passione nelle viscere:
"A questo punto potrei dirti anche io che ti facevo più perspicace; ma io lo sono abbastanza da sapere che anche tu vuoi sentirti dire quanto dannatamente ti desidero, chirurgo della morte."

"E allora accontentami..." le sussurrò all'angolo della bocca, proprio lì dove la sensibilità incontra l'eros.
"Perché dovrei?" Bisbigliò socchiudendo gli occhi.
"Perché lo voglio..."
"Presuntuoso, arrogante, scorbutico ed egoista..."
Un sogghigno sottile le sfiorò l'orecchio facendola fremere più intensamente di quanto avrebbe voluto.
"Oh, Alena-ya. Probabilmente, sono davvero tutto quello che hai detto...ma credimi quando ti dico che non sono affatto egoista..."

Un lieve bacio le lambì il collo e Alena non poté fare a meno di infilare le dita tra i capelli corvini dell'uomo che le stava rimescolando i sensi. Un lieve respiro le arrivò all'orecchio teso:
"Cosa vuoi, Alena-ya?"
La presa su quei ciuffi scuri si fece più stretta mentre la mano del chirurgo della morte si faceva strada intorno ai suoi fianchi e si insinuava sotto i vestiti a cercare la pelle.
"Voglio te..."
"Quanto?"
"Più di quanto quel tuo cervello machiavellico immagini..."
"Come?"

Alena tirò con forza le ciocche corvine per incontrare i suoi occhi indiavolati e le strideva la voce dalla rabbia eccitata mentre gli ringhiava sulla bocca:
"Come più ti piace, chirurgo del cazzo. Fammi tua."

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