La Sarta

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Sono Carlo.
 Ho 34 anni e gestisco uno studio di avvocato che si trova al secondo piano di dove mio padre, al primo, esercita la sua attività di Otorino.
Mia moglie, Anna, che conosco dai tempi della laurea, è una civilista, ha lo studio accanto al mio, mentre io sono un penalista.
Abbiamo 2 figli.
Per trovare clienti non è mai stato un problema: praticamente tutti i pazienti di mio padre si recavano da mio zio come avvocato, e da quando lui è andato in pensione sono diventato io il loro riferimento legale.
Tutto è già scritto.
I miei due figli hanno la strada già spianata ad avere una vita sicura ed agiata, così come è successo a me.
Tutto nella mia vita, mi era comodo.
Donna delle pulizie, governante per i bambini, governante per la casa, io e mia moglie non dovevamo pensare a nulla se non al lavoro.
All'inizio con lei era tutto fantastico.
Da 3 anni però, progressivamente, abbiamo smesso di guardarci come una volta, la sera, prima di addormentarsi, se non ci sono incombenze con i bambini di cui parlare, pianifichiamo le prossime feste a cui partecipare, gli eventi a cui presenziare, insomma pianifichiamo come stare nell'alta società.
Poi un bacino a fior di labbra e ci si addormenta.
So che lei si masturba con un vibratore, non credo mi tradisca.
Io faccio lo stesso, masturbandomi quando ne ho le forze, non essendo troppo stanco, in bagno. Ormai i nostri rapporti sessuali si sono ridotti quando va bene ad 1 al mese.

L'episodio che vado a narrarvi ebbe origine perché avrei dovuto avere due cause che al mattino furono rinviate per uno sciopero dei cancellieri.
Non avevo appuntamenti, niente lavoro arretrato, avendo due segretarie che si occupano della parte amministrativa.
 Me ne tornai a casa, andai in camera da letto e cominciai a aprire a caso i miei cassetti.
Notai, ricordandomene solo in quel momento, che erano presenti degli abiti con scritto un bigliettino appuntato portare in sartoria.
Se ne sarebbe occupata Ursula, la governante, sicuramente l'indomani.
Ma, vinto dalla noia, decisi di occuparmene io.
Chiamai la governante e mi feci dire il nome della sartoria dove si serviva mia moglie, io di queste cose non mi ero mai interessato.
Quando mi capitò di andarci, 2 o 3 volte, avevo sempre aspettato fuori, tanto essendo io longilineo, una taglia 46 regolare, quasi mai dovevo misurare nulla e mia moglie sceglie benissimo per me i miei outfit.
Anche perché aiutata mensilmente da una personal shopper che si occupa di entrambi.
 " La sartoria si chiama Bortone, la titolare è la signora Serena Bortone, si trova in via delle ginestre " mi rispose Ursula.
" Bene, mi occuperò io di portare gli abiti in sartoria, mi è saltata la mattinata di lavoro e non ho nulla da fare" dissi ad Ursula.
Lei mi guardò dispiaciuta, pensava avrei gironzolato per casa, era sempre stata molto professionale, ma me ne accorgevo da come mi guardava che mi vedeva come un cagnolino smarrito quando non ero sul posto di lavoro..
Ancora vestito per come mi ero preparato per la mattinata di lavoro arrivo dopo un 10 minuti di macchina alla sartoria Bortone.
" Buon giorno" mi saluta la titolare sorpresa di vedermi .
" Buon giorno signora" rispondo io con un sorriso smagliante.
" Mi dica pure avvocato" dice lei rispondendo al mio sorriso e chiudendo la porta del negozio.
" Vorrei accorciare dei pantaloni e forse stringerli un po', l'ha chiamata la mia segretaria per comunicarle che li avrebbe portati la mia governante domani, è possibile?"
 Mi spazientiva dover dire che quella mattina non avevo nulla da fare.
" Certo la segretaria mi ricordo, quali sono?" chiese indicando la busta che avevo in mano.
" Eccoli qui, sono 3 paia di pantaloni che fanno parte di tre abiti ma sono diversi tra loro" dissi come se stessi spiegando una strategia di difesa ad una cliente.
Serena, la sarta, aveva un viso tondo, rassicurante, degli occhi neri e profondi, truccati un po' alla gitana, ed era veramente giunonica nelle forme.
Un seno prosperoso ,adornato da una bellissima collana,che non aveva nulla da invidiare a quella di mia moglie le incorniciava il petto.
Avrà avuto una quarantina d'anni forse qualcuno in più, era la titolare di una sartoria molto antica di Napoli, ma era anche terribilmente affascinante.
Indossava un abito lungo bianco a fiori blu, anche questo faceva molto gitana, con una profonda scollatura che veniva celata malamente dai coralli blu  di cui era composta la collana.
Sapevo che fosse sposata, me lo disse un giorno mia moglie, ma nonostante lo sapessi , ed ero sposato anche io e sempre stato fedele a mia moglie, vedere quella donna così bella mi aveva destabilizzato tanto da pensare per la prima volta di tradire mia moglie.

La SartaWhere stories live. Discover now