Il Quarto di Luna

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È trascorsa la mezzanotte.
Fuori l'aria è umida, si appiccica sulla pelle, dappertutto.
Il mio udito si scontra col silenzio
e il mio sguardo si inoltra nel buio.

Camminiamo su stretti sentieri,
calpestando il percorso dei nostri pensieri.

Una cicala frinisce con serena compagnia.
Respiro e sospiro,
perché non c'è allegria.

Una leggera brezza alita tra le chiome di un limoneto in fiore e mi stringo nelle spalle.
Respiro e sospiro,
sporgendomi dall'ombra di quelle foglie.

Silenzio.
È l'attimo dell'assenza.

Respiro e trattengo.

Fu una notte di mezza estate quando mi narrasti di elfi e fate;
come un cantastorie mi incantasti tra le favole del passato;
con quella voce, adesso, osservo la rugiada notturna nella poetica che mi hai lasciato.

Respiro e soffio.
L'aria si spezza.
Sono le parole che si infrangono nella memoria di una poesia vecchia.

Sollevo il volto.
Osservo le alte palme agitarsi in un alone che splende.
Nell'oscurità, la carezza di un raggio
in esse il verde ravviva,
tratteggiandone i contorni
con gli scarabocchi
di una relazione creativa.

Sporgo il capo e affronto l'astratto;
ne sbircio i contorni e respiro.
È l'emozione e aspetto il contatto,
visivo di emozione su un animo infranto.

In quella stessa notte salimmo sulla giostra delle variopinti ambizioni,
lasciando che le rime vagassero
tra brividi di liete emozioni.

Le palme sussurrano e si spostano al vento,
così appare quel tratto delineato da un notturno pennello.
Sussulto e sollevo il mento.

Il mio volto si illumina.
È lì che attende curiosa: il mio quarto di Luna.
Sospiro,
giacché stanotte con lei sarò ambiziosa.

Ergendosi fiera pensa di dilettare le mie riflessioni, arginando la mia premura, ma non sa che di lei farò la mia musa

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Ergendosi fiera pensa di dilettare le mie riflessioni, arginando la mia premura, ma non sa che di lei farò la mia musa.

L'inchiostro scorrerà tra i versi dell'intelletto presuntuoso
e su di lei inciderò un fregio dal taglio
sanguinoso.

Rammenti?
Ti osservavo suonare una melodia dai raffinati accordi,
ammaliandomi con un ossessivo incanto,
seppur i miei occhi non cessassero il loro pianto.

Ho ascoltato. Ho narrato.
Sei stata autrice del mio passato.
Il mio. Il tuo. Il nostro.

Giriamo e giriamo
sbattuti su quella giostra di consensi;
esausti e accerchiati
tra strofe sballate e versi imbrattati.

Fu un sogno la convinzione sfiorata dalle lusinghe dell'adulazione.
Adesso è il quarto di Luna la mia finestra di illusione e a chiunque la sbircia ne vieto l'intrusione.

Dedicato a me Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora